Tesi etd-06192019-095416 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
AVIGLIANO, MARIA GIULIA
URN
etd-06192019-095416
Titolo
Il report integrato nelle PMI. Il caso ECOL STUDIO
Dipartimento
ECONOMIA E MANAGEMENT
Corso di studi
STRATEGIA, MANAGEMENT E CONTROLLO
Relatori
relatore Prof. Bianchi Martini, Silvio
Parole chiave
- ambiente
- report integrato
- responsabilità sociale d'impresa
- risorse
- sostenibilità
- valore
Data inizio appello
08/07/2019
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
08/07/2089
Riassunto
Le conosciamo come «informazioni non finanziarie» e rappresentano oggi, anche alla luce degli interventi normativi più recenti, una questione aperta per le imprese, soprattutto per le “piccole e medie imprese” (di seguito anche definite brevemente come “PMI”).
Cosa sono nello specifico queste «informazioni non finanziarie»?
Questo elaborato, da un lato mira a rispondere a tale quesito e dall'altro ad evidenziare l’importanza di una rendicontazione attendibile, chiara ed esaustiva che contempli al suo interno anche informazioni di carattere non finanziario che nello scenario economico, stanno assumendo sempre più rilievo per i motivi che saranno nel prosieguo esplicati.
Tale lavoro, si concentra sullo studio della forma più evoluta della rendicontazione: il bilancio integrato. Un contributo importante a questo nuovo scenario lo ha dato sicuramente l’intervento della Direttiva 2014/95/UE ai sensi della quale ha assunto carattere obbligatorio per le imprese di grandi dimensioni “la comunicazione di informazioni di carattere non finanziario”.
Posto che il carattere cogente della suddetta comunicazione, sembrerebbe rivolgersi solo alle grandi imprese, la domanda che mi sono posta è: le PMI sono totalmente esonerate da tale obbligo o sono in qualche modo coinvolte? La risposta a questa domanda sarà il “cuore pulsante” di questa tesi, che metterà in evidenza l’importanza anche per le realtà più piccole, di adottare una forma di rendicontazione più evoluta, come quella del bilancio integrato.
A tal proposito, questo argomento verrà analizzato sotto due punti di vista: uno prettamente teorico, che metterà in evidenza quali sono i benefici e le criticità legate a questa nuova forma di rendicontazione; l’altro prettamente pratico che descriverà un caso concreto dal quale ho estrapolato l’argomento cardine di questa tesi. In particolare, ho avuto l’occasione di prendere parte ad un "gruppo di lavoro in merito alla realizzazione del report integrato" istituito dai manager della ECOL STUDIO di Lucca che per la prima volta hanno deciso di cimentarsi nella preparazione del loro primo report integrato, testimone di una nuova cultura d’impresa, che registra la capacità dell’azienda di innovare, di mettersi in gioco e assumere responsabilità, di creare connessioni tra funzioni interne e imprese e territorio.
Una sfida quindi culturale, oltre che economica, che riconosce tra gli elementi propri del business i vantaggi della trasparenza dell’informazione, del contrasto dei rischi, della legalità, del benessere organizzativo, etc.
È pur vero che, molte realtà grandi e piccole, hanno già avviato nel corso degli anni una rendicontazione delle loro performance sociali e ambientali. Da un po' di tempo, ormai vengono pubblicati report che illustrano in modo chiaro e trasparente le iniziative delle organizzazioni in questi ambiti, attraverso diverse forme di rendicontazione quali tra queste il bilancio ambientale e il bilancio sociale.
È al nuovo traguardo della reportistica internazionale che vuole rivolgersi questa tesi, e cioè, al bilancio integrato, che si propone appunto di integrare il bilancio consolidato con quello di sostenibilità.
In questo quadro, le aziende si ritroveranno a dover gestire una nuova riorganizzazione interna, che sarà fonte di grandi opportunità.
La stessa Direttiva Europea 2014/95/UE che è intervenuta in tema di comunicazione delle “informazioni non finanziarie”, ha contribuito a conferire un valore concreto all'attività di reportistica aziendale, la cui funzione è quella di descrivere la capacità dell’impresa di mettersi in relazione con i suoi stakeholder, integrando le performance economico-finanziarie con quelle relative ai fattori ambientali, sociali e di governance.
In sostanza, c’è da dire che il bilancio come strumento meramente finanziario non è più sufficiente all’imprenditore che vuole essere competitivo. Per esempio, la sostenibilità è uno strumento chiave per sostenere la competitività e la reputazione di un’impresa e quindi la sua redditività, e potrebbe rappresentare oggi il quid pluris al raggiungimento di risultati significativi.
Nell’ottica di un successo duraturo per l’azienda, è quindi sempre più auspicabile integrare la sostenibilità nel proprio core business: servirsene come un motore, come premessa ineludibile nella determinazione delle strategie imprenditoriali. Solo così, le aziende, potranno modellare la propria strategia e operatività per affrontare il cambiamento, rispondendo alle aspettative e ai bisogni di tutti gli stakeholder, accrescendo, al contempo, la competitività e preservando la redditività.
Cosa sono nello specifico queste «informazioni non finanziarie»?
Questo elaborato, da un lato mira a rispondere a tale quesito e dall'altro ad evidenziare l’importanza di una rendicontazione attendibile, chiara ed esaustiva che contempli al suo interno anche informazioni di carattere non finanziario che nello scenario economico, stanno assumendo sempre più rilievo per i motivi che saranno nel prosieguo esplicati.
Tale lavoro, si concentra sullo studio della forma più evoluta della rendicontazione: il bilancio integrato. Un contributo importante a questo nuovo scenario lo ha dato sicuramente l’intervento della Direttiva 2014/95/UE ai sensi della quale ha assunto carattere obbligatorio per le imprese di grandi dimensioni “la comunicazione di informazioni di carattere non finanziario”.
Posto che il carattere cogente della suddetta comunicazione, sembrerebbe rivolgersi solo alle grandi imprese, la domanda che mi sono posta è: le PMI sono totalmente esonerate da tale obbligo o sono in qualche modo coinvolte? La risposta a questa domanda sarà il “cuore pulsante” di questa tesi, che metterà in evidenza l’importanza anche per le realtà più piccole, di adottare una forma di rendicontazione più evoluta, come quella del bilancio integrato.
A tal proposito, questo argomento verrà analizzato sotto due punti di vista: uno prettamente teorico, che metterà in evidenza quali sono i benefici e le criticità legate a questa nuova forma di rendicontazione; l’altro prettamente pratico che descriverà un caso concreto dal quale ho estrapolato l’argomento cardine di questa tesi. In particolare, ho avuto l’occasione di prendere parte ad un "gruppo di lavoro in merito alla realizzazione del report integrato" istituito dai manager della ECOL STUDIO di Lucca che per la prima volta hanno deciso di cimentarsi nella preparazione del loro primo report integrato, testimone di una nuova cultura d’impresa, che registra la capacità dell’azienda di innovare, di mettersi in gioco e assumere responsabilità, di creare connessioni tra funzioni interne e imprese e territorio.
Una sfida quindi culturale, oltre che economica, che riconosce tra gli elementi propri del business i vantaggi della trasparenza dell’informazione, del contrasto dei rischi, della legalità, del benessere organizzativo, etc.
È pur vero che, molte realtà grandi e piccole, hanno già avviato nel corso degli anni una rendicontazione delle loro performance sociali e ambientali. Da un po' di tempo, ormai vengono pubblicati report che illustrano in modo chiaro e trasparente le iniziative delle organizzazioni in questi ambiti, attraverso diverse forme di rendicontazione quali tra queste il bilancio ambientale e il bilancio sociale.
È al nuovo traguardo della reportistica internazionale che vuole rivolgersi questa tesi, e cioè, al bilancio integrato, che si propone appunto di integrare il bilancio consolidato con quello di sostenibilità.
In questo quadro, le aziende si ritroveranno a dover gestire una nuova riorganizzazione interna, che sarà fonte di grandi opportunità.
La stessa Direttiva Europea 2014/95/UE che è intervenuta in tema di comunicazione delle “informazioni non finanziarie”, ha contribuito a conferire un valore concreto all'attività di reportistica aziendale, la cui funzione è quella di descrivere la capacità dell’impresa di mettersi in relazione con i suoi stakeholder, integrando le performance economico-finanziarie con quelle relative ai fattori ambientali, sociali e di governance.
In sostanza, c’è da dire che il bilancio come strumento meramente finanziario non è più sufficiente all’imprenditore che vuole essere competitivo. Per esempio, la sostenibilità è uno strumento chiave per sostenere la competitività e la reputazione di un’impresa e quindi la sua redditività, e potrebbe rappresentare oggi il quid pluris al raggiungimento di risultati significativi.
Nell’ottica di un successo duraturo per l’azienda, è quindi sempre più auspicabile integrare la sostenibilità nel proprio core business: servirsene come un motore, come premessa ineludibile nella determinazione delle strategie imprenditoriali. Solo così, le aziende, potranno modellare la propria strategia e operatività per affrontare il cambiamento, rispondendo alle aspettative e ai bisogni di tutti gli stakeholder, accrescendo, al contempo, la competitività e preservando la redditività.
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