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Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-06182019-222455


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
RAMAZZOTTO, NICOLA
URN
etd-06182019-222455
Titolo
Il destino di Antigone: Tragico, Arte e Grecità in Hegel, Kierkegaard, Hölderlin e Heidegger
Dipartimento
CIVILTA' E FORME DEL SAPERE
Corso di studi
FILOSOFIA E FORME DEL SAPERE
Relatori
relatore Prof. Amoroso, Leonardo
correlatore Dott. Siani, Alberto Leopoldo
Parole chiave
  • Kierkegaard
  • Hölderlin
  • Heidegger
  • Hegel
  • Grecità
  • Estetica
  • Ermeneutica
  • Sofocle
  • Arte
  • Antigone
  • Tragico
Data inizio appello
08/07/2019
Consultabilità
Completa
Riassunto
Il lavoro di tesi verte su alcune interpretazioni filosofiche dell’Antigone di Sofocle, in particolare quelle di Hegel, Kierkegaard, Hölderlin e Heidegger.
Nella introduzione viene anzitutto presentato il lavoro che si andrà a svolgere, dopodiché si giustifica il metodo utilizzato a partire da un confronto con altri lavori esistenti sull’opera di Sofocle. Il metodo consiste, per ciascuna delle quattro parti (ognuna concernente un autore), nella divisione in tre capitoli: nel primo si colloca il luogo delle analisi sull’Antigone all’interno dell’insieme del pensiero dell’autore, nel secondo si approfondiscono le analisi, nel terzo si mostrano le conseguenze che le interpretazioni apportano agli altri tre temi citati nel titolo. Si argomenta quindi la scelta degli autori e il loro ordine, mostrando perché si preferisce non seguire quello cronologico: l’obiettivo è infatti quello di mostrare come le analisi hegeliane costituiscano un paradigma, contro il quale si vogliono far giocare le analisi degli altri tre autori.
La prima parte ha a che fare con Hegel. Nel primo capitolo vengono nominati i vari luoghi e motivi che portano il filosofo a dialogare con l’opera di Sofocle, per indagare la possibilità di un’interpretazione unitaria. Nel capitolo di analisi si “deduce” il luogo sistematico dell’Antigone all’interno del mondo greco, a partire dal suo sorgere in Edipo, per giungere al meriggio classico e infine al ruolo crepuscolare della tragedia: si fornisce quindi una delucidazione dell’interpretazione hegeliana dell’Antigone. Nel capitolo di conseguenze si tenta un confronto tra questa interpretazione e quella che Hegel fornisce del Wallenstein di Schiller; si districa poi il nesso che lega tragedia, morte dell’arte, modernità ed estetica. Per finire si esplicitano le caratteristiche del nominato “paradigma hegeliano”.
La seconda parte riguarda Kierkegaard. Nel primo capitolo si mostrano gli scrupoli che ogni indagine filosofica sul pensatore danese deve tener conto. Nel capitolo di analisi viene approfondita la conferenza Il riflesso del tragico antico nel tragico moderno, che viene tanto seguita pagina per pagina, quanto considerata all’interno di Enten-Eller e nella sua forma letteraria. Infine, nel terzo capitolo, viene prima esposta la “cura” che Kierkegaard trova al problema del tragico: la gioia possibile del silenzio e dell’ascolto, che permettono l’alterità di Dio. Viene poi inserito un approfondimento del concetto di presenza, che mostra un paradigma opposto a quello dell’Antigone moderna. Infine, viene mostrato come Kierkegaard riesca, in questo modo, a districarsi dal sistema hegeliano.
La terza parte è dedicata ad Hölderlin. Sono anzitutto nominati i vari luoghi e motivi per i quali l’attività poetica di Hölderlin è intrecciata con l’Antigone di Sofocle; vengono poi, in secondo luogo, individuati i modi in cui pensiero e poesia sono legati in Hölderlin e come questi devono costituirsi
per chi scrive filosoficamente su di lui. Infine, nella terza sezione del primo capitolo è nominato il tempo di Hölderlin, in un triplice senso: storiografico-biografico, in termini di influssi letterari e filosofici e in termini di tempo poetico. Nell’analisi è anzitutto approfondita la poesia Sofocle, che permette di accedere ai temi e ai toni del dialogo poetico tra Hölderlin e Sofocle; dopodiché sono prima considerate le traduzioni, sia da un punto di vista teorico che pratico, poi le Note, che sono seguite capoverso per capoverso. Infine, nella parte di conseguenze, viene affrontato il tema del rapporto tra tragico e logica, la connessione di spazio e tempo poetici e infine viene argomentato il modo in cui Hölderlin si pone al di fuori del paradigma hegeliano.
La quarta parte inizia con l’esposizione dei luoghi in cui l’Antigone appare nel cammino di pensiero di Heidegger, mostrando come, per accedere ad essa, sia necessario un confronto tanto con la metafisica e il suo inizio, quanto con Hölderlin e la sua fine. Nell’analisi vengono approfondite le interpretazioni della tragedia contenute nell’Introduzione alla metafisica e ne L’inno Der Ister di Hölderlin. Le conseguenze riguardano infine l’opera d’arte e la sua origine, la questione della storia dell’essere e il modo in cui Heidegger si confronta e si districa da Hegel e la metafisica.
In sede di conclusione si fanno giocare l’uno con l’altro i paradigmi che sono risultati dalle quattro parti analizzate, così da mostrare in che modo il sistema hegeliano sia il paradigma filosofico contro cui si scagliano i pensieri extra-filosofici degli altri tre autori (l’esperienza cristiana, il pensiero poetante e il pensiero dell’altro inizio). Viene in questo modo in luce l’intricato legame che lega tragedia, arte e grecità, in cui si gioca la possibilità di un superamento del pensiero invalso finora, sul quale l’ultima parola rimane ancora da pronunciare.
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