Tesi etd-06182013-105544 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM5
Autore
PELLICCIA, ANTONELLA
URN
etd-06182013-105544
Titolo
Infrastrutture ed insediamenti produttivi strategici in Italia. Un difficile contemperamento di interessi.
Dipartimento
GIURISPRUDENZA
Corso di studi
GIURISPRUDENZA
Relatori
relatore Prof.ssa Lolli, Ilaria
Parole chiave
- infrastrutture
- VIA
Data inizio appello
08/07/2013
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
08/07/2053
Riassunto
Le infrastrutture e gli insediamenti produttivi strategici rappresentano gli strumenti materiali attraverso cui si sviluppano settori nevralgici dell'economia e sono volti a soddisfare i bisogni primari della popolazione fornendo servizi di pubblica utilità. Proprio in virtù dell'importanza della materia le decisioni sono assunte a livello statale, anche se la localizzazione della singola opera e gli impatti che necessariamente produce sul territorio e sull'ambiente spingono a ricercare un dialogo con gli enti locali interessati. Questa tipologia di interventi, infatti, si caratterizza per la intrinseca difficoltà di integrarsi completamente con l'ambiente dato che, come è dimostrato dall'obbligo di sottoporre il progetto preliminare alla valutazione di impatto ambientale, per natura e dimensioni genera necessariamente degli effetti negativi sui luoghi che occupa.
Tuttavia, la possibilità di sviluppo economico del nostro ordinamento dipende anche dalla manutenzione ed dalla realizzazione di nuove infrastrutture per cui compito del potere politico è quello di pianificare le scelte, i tempi e le modalità di attuazione dei diversi interventi. In questa fase il ruolo delle amministrazioni è, peraltro, fortemente legato ai bisogni contingenti della collettività per cui tutte le decisioni devono essere assunte consentendo la partecipazione di chiunque vi abbia interesse, attraverso procedure ad elevata evidenza pubblica. Gli interessi, anche solo tangenzialmente toccati dalle opere strategiche, sono molteplici e spesso presentano una natura contrapposta, per cui le amministrazioni devono assumere il ruolo di moderatori e ricercare un equilibrio capace di soddisfare il maggior numero di interessi coinvolti arrecando il minor danno possibile a quelli che risultano con essi confliggenti.
La disciplina di riferimento risulta in continua evoluzione anche in virtù della partecipazione dell'Italia all'Unione Europea che, in conformità con il fine di creare un mercato unico per la libera circolazione delle persone, delle merci e dei capitali, emana dei criteri direttivi volti alla esaltazione di un regime concorrenziale da applicare anche alla gestione dei servizi di pubblica utilità. La disciplina comunitaria ha spinto, inoltre, il legislatore nazionale ad adottare una politica di sviluppo sostenibile, prevedendo degli strumenti idonei ad incentivare i privati imprenditori a compiere attività maggiormente eco-compatibili anche in un settore così importante come quello delle infrastrutture strategiche.
Tuttavia, la possibilità di sviluppo economico del nostro ordinamento dipende anche dalla manutenzione ed dalla realizzazione di nuove infrastrutture per cui compito del potere politico è quello di pianificare le scelte, i tempi e le modalità di attuazione dei diversi interventi. In questa fase il ruolo delle amministrazioni è, peraltro, fortemente legato ai bisogni contingenti della collettività per cui tutte le decisioni devono essere assunte consentendo la partecipazione di chiunque vi abbia interesse, attraverso procedure ad elevata evidenza pubblica. Gli interessi, anche solo tangenzialmente toccati dalle opere strategiche, sono molteplici e spesso presentano una natura contrapposta, per cui le amministrazioni devono assumere il ruolo di moderatori e ricercare un equilibrio capace di soddisfare il maggior numero di interessi coinvolti arrecando il minor danno possibile a quelli che risultano con essi confliggenti.
La disciplina di riferimento risulta in continua evoluzione anche in virtù della partecipazione dell'Italia all'Unione Europea che, in conformità con il fine di creare un mercato unico per la libera circolazione delle persone, delle merci e dei capitali, emana dei criteri direttivi volti alla esaltazione di un regime concorrenziale da applicare anche alla gestione dei servizi di pubblica utilità. La disciplina comunitaria ha spinto, inoltre, il legislatore nazionale ad adottare una politica di sviluppo sostenibile, prevedendo degli strumenti idonei ad incentivare i privati imprenditori a compiere attività maggiormente eco-compatibili anche in un settore così importante come quello delle infrastrutture strategiche.
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