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Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-06182008-223008


Tipo di tesi
Tesi di laurea specialistica
Autore
NESPOLO, FRANCESCA
URN
etd-06182008-223008
Titolo
IL SISTEMA DI CONTROLLO INTERNO IN UN GRUPPO BANCARIO: IL CASO BANCA MONTE DEI PASCHI DI SIENA S.P.A.
Dipartimento
ECONOMIA
Corso di studi
MANAGEMENT & CONTROLLO
Relatori
Relatore Prof. D'Onza, Giuseppe
Parole chiave
  • audit
  • banca
  • MPS
Data inizio appello
16/07/2008
Consultabilità
Parziale
Data di rilascio
16/07/2048
Riassunto
La problematica dei controlli interni nelle banche, sia in Italia che all’estero, assume alla fine degli anni Novanta grande rilievo a motivo dell’accresciuta rischiosità dell’attività bancaria dovuta all’intensificarsi della competitività, dell’instabilità e della dinamicità dei mercati finanziari e allo sviluppo di attività bancarie non tradizionali.
In tale contesto i vertici bancari devono rafforzare l’efficacia degli strumenti di governo e di controllo aziendale.
Il perseguimento della “sana e prudente gestione”, che è il principio di fondo al quale devono ispirarsi le banche, comporta che queste si dotino di adeguati sistemi di rilevazione, misurazione e controllo della rischiosità, che tali sistemi siano costantemente monitorati, e che le politiche aziendali siano definite e gestite coerentemente con il livello di rischiosità accettata e con gli obiettivi di tutela del patrimonio e di redditività definiti a livello strategico.
Di fronte all’ampliarsi delle situazioni di instabilità, amplificate dagli effetti di contagio dovuti alla globalizzazione, ma connesse anche a condotte “disinvolte” in attività ad alta redditività ma ad alto rischio, le Autorità di controllo si sono rese conto della necessità di sollecitare le banche a condotte saldamente improntate alla “sana e prudente gestione” attraverso sia il potenziamento degli strumenti di controllo interno, che creano consapevolezza sui rischi assunti e sul loro andamento, sia il richiamo esplicito alla responsabilità del vertice aziendale (consiglio di amministrazione e alta direzione) nel governo di tali rischi.
Il Comitato di Basilea, interpretando questa esigenza diffusa a livello internazionale, ha sollecitato le Autorità di vigilanza dei vari paesi a prendere in esame la necessità di definire in modo unitario, alla luce delle best practices, i criteri di valutazione della adeguatezza dei sistemi di controllo interno al fine di spingere al miglioramento di tali sistemi di controllo secondo uniformi modelli di riferimento.
La focalizzazione dell’attenzione sulla rischiosità e sulle relazioni rischio/rendimento non solo consente di alimentare una cultura di controllo del rischio, ma opera anche nel senso della riduzione delle asimmetrie informative nel rapporto di agenzia e migliora l’efficacia del sistema di governance.
Da questo punto di vista la normativa sui controlli interni, con riferimento al caso italiano, richiama il ruolo del collegio sindacale nel presidiare il regolare svolgimento della gestione e l’adeguatezza del sistema di controllo interno nonché nel riferire all’Organo di Vigilanza le situazioni per il sistema di controllo interno testimonia pertanto la rilevanza attribuita sia agli strumenti gestionali, sia ai modelli organizzativi, sia a funzionamento degli organi istituzionali quali leve su cui agire per assicurare condotte aziendali efficaci ed efficienti.
A questo riguardo è di grande interesse il fatto che tra i profili di adeguatezza del sistema di controllo interno il Comitato di Basilea abbia previsto l’introduzione di una funzione di revisione interna.
Le disposizioni della Banca d’Italia, che hanno recepito le indicazioni comunitarie, si sono allineate a questo requisito.
La revisione interna deve essere svolta da una funzione indipendente (internal audit) volta da un lato a controllare, anche con verifiche in loco, la regolarità dell’operatività e l’andamento dei rischi, dall’altro valutare la funzionalità del complessivo sistema dei controlli interni e a portare all’attenzione del consiglio di amministrazione e dell’alta direzione i possibili miglioramenti alle politiche di gestione dei rischi, agli strumenti e alle procedure.
L’introduzione di una funzione di internal audit con compiti di revisione e di proposta di miglioramento dell’efficacia/efficienza dell’intero sistema dei controlli interni costituisce un fatto di grande rilevanza non solo perché evidenzia un momento critico dell’attività di controllo interno dell’attività di controllo interno, ma anche perché la revisione interna si configura come un anello essenziale degli assetti di governance dell’impresa e, quindi, della banca, la cui adeguatezza è condizione per una gestione efficiente.
In tal senso questa tesi si pone l’obiettivo di studiare il sistema di controllo interno adottato da un gruppo bancario, alla luce dei cambiamenti di cui sopra.
In particolare, nel primo capitolo si prende in considerazione il sistema di controllo interno, fornendone un quadro d’insieme, con riferimento alla normativa sia a livello internazionale, che nazionale e ci si focalizza sulla regolamentazione nel settore bancario.
Il secondo capitolo è dedicato interamente alla funzione di internal auditing, distinguendone le varie tipologie, e alla descrizione dello svolgimento dell’incarico di audit in tutte le sue parti, per poi concentrarsi su tale attività nel settore bancario.
Nel terzo e nel quarto capitolo, quindi, viene preso in considerazione il caso del gruppo bancario Banca Monte dei Paschi di Siena S.p.a.
Prima di tutto si cerca di fare una descrizione del modello organizzativo adottato da tale gruppo, considerando gli organi deputati al controllo e le loro funzioni, analizzando gli organigrammi aziendali.
Si procede poi con la trattazione delle modalità secondo cui viene svolta l’attività di audit in BMPS per concentrarsi poi sui controlli S.I.C.
Tutto ciò per dimostrare come l’adozione di un adeguato sistema di controllo interno permetta di svolgere con efficacia ed efficienza l’attività di uno dei principali gruppi bancari in Italia.
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