logo SBA

ETD

Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-06172013-131052


Tipo di tesi
Tesi di laurea specialistica LC6
Autore
STAGNARI, SARA
URN
etd-06172013-131052
Titolo
Utilizzo delle guide neuronali e delle superfici nanostrutturate nella rigenerazione del sistema nervoso periferico
Dipartimento
RICERCA TRASLAZIONALE E DELLE NUOVE TECNOLOGIE IN MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA E CHIRURGIA
Relatori
relatore Lisanti, Michele
Parole chiave
  • rigenerazione nervosa
  • Cellule di Schwann
  • topografia
  • superfici nanostrutturate
Data inizio appello
23/07/2013
Consultabilità
Parziale
Data di rilascio
23/07/2053
Riassunto
I traumatismi dei nervi periferici sono delle lesioni di comune riscontro, con oltre 300.000 casi l’anno in Europa. Circa il 2,8% dei pazienti traumatizzati riportano un danno nervoso periferico e tali danni complicano circa il 5% di tutte le ferite. Questo tipo di lesioni sono inoltre gravate da un elevato costo sociale considerando che spesso permangono esiti funzionali e dolore. Si stima infatti che nei soli Stati Uniti circa 200.000 pazienti, ogni anno, vengono sottoposti ad interventi chirurgici per il trattamento degli esisti di lesioni nervose.
La riparazione della lesione nervosa periferica può verificarsi solo se le fibre a monte della sede danneggiata possono rigenerarsi fino al raggiungimento del moncone distale. Nella pratica clinica ciò si realizza attraverso una sutura microchirurgica. Tuttavia, in presenza di perdite di sostanza, la sutura termino-terminale può non essere realizzabile, per questo può essere necessario ricorrere a strategie alternative.
Oggi il gold-standard nel trattamento delle grosse perdite di sostanza nervosa rimane l’innesto nervoso autologo. Il motivo del suo successo è attribuibile alle cellule di Schwann presenti in esso. Queste cellule forniscono, oltre a fattori neurotrofici, un substrato d’adesione attraverso la lamina basale in grado di supportare e promuovere la crescita assonale. I limiti di tale metodica sono rappresentati dall’ inevitabile danno che si determina a livello del sito donatore, la necessità di un doppio accesso chirurgico e l’indisponibilità d’ingenti quantità d’innesti nervosi, per trattare le grosse perdite di sostanza. La ricerca di tecniche alternative all’innesto autologo costituisce una sfida importante nel campo della ricerca della riparazione dei nervi periferici.
A partire dagli anni 90', sono stati sperimentati “tubuli”, biologici e/o sintetici, capaci di supportare e far crescere, per brevi distanze, gli assoni rigeneranti. Sono da citare tra i biologici la vena, il muscolo predegenerato o fresco, il muscolo e la vena combinati ed i nervi alloplastici (tessuto nervoso decellularizzato); fra quelli sintetici sono stati impiegati svariati biomateriali tra i quali il Silicone, il Politetrafuoroetilene (PTFE), il Collagene di tipo I, l’Acido Poliglicolico (PGA), il PolilactideCaprolattone (PLCL), l’Acido Poliglicolico cross-linked con il Collagene (PGA-c), il Chitosano, il Polivinil Alcol Idrogel (PVA), etc.
Questi condotti, realizzati in materiale degradabile o non degradabile, proteggono ed orientano il nervo durante la rigenerazione garantendo una buona qualità del rigenerato solamente per gap nervosi non superiori ai 30mm e quindi non in grado di risolvere il problema delle grosse perdite di
sostanza nervosa (> 50mm).
Per sviluppare delle guide neurali più efficienti sono stati effettuati un ampio spettro di studi nel campo della biochimica e bioingegneria, allo scopo di valutare la risposta delle cellule agli stimoli fisici e chimici provenienti dall’ambiente extracellulare.
Analogamente alla matrice extracellulare (ECM) che circonda le cellule in vivo, la superficie della guida artificiale dovrebbe essere in grado d’interagire con le cellule nervose e gliali orientandole verso il moncone distale e promuovendo la rigenerazione.
I recenti progressi nel campo della scienza dei materiali, sono stati compiuti con la fabbricazione di materiali delle dimensioni dei nanometri in almeno una dimensione, con l'obiettivo di sviluppare materiali con proprietà fisiche, chimiche e funzionali uniche. L’ingegneria tissutale ha prodotto scaffold(supporti bi/tridimensionali) con strutturazione superficiale di dimensioni subcellulari (nell’ordine dei micrometri e dei nanometri), in grado di produrre artificialmente la struttura e le caratteristiche della ECM.
I materiali così strutturati ed organizzati acquisiscono nuove funzionalità
come ad esempio una maggior area disponibile per l’interazione cellula-substrato, una maggior resistenza, leggerezza, una maggiore porosità, funzionalizzazioni chimiche, una migliore conduttività elettrica e/o magnetica ed una biocompatibilità superiore; tutto ciò in relazione alla morfologia ed al materiale scelti.
L’obiettivo di questa tesi è stato quello di valutare in vivo gli stadi precoci della rigenerazione nervosa del nervo mediano di ratto utilizzando uno scaffold in silicone con superficie a topografia anisotropa e nanostrutturata.
File