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Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-06142018-123441


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
LO BIONDO, THOMAS
URN
etd-06142018-123441
Titolo
La Scarpata di Faglia della Ripa (SP): caratterizzazione strutturale e aspetti applicativi
Dipartimento
SCIENZE DELLA TERRA
Corso di studi
SCIENZE E TECNOLOGIE GEOLOGICHE
Relatori
relatore Prof. Molli, Giancarlo
correlatore Geol. Malgarotto, Carlo
Parole chiave
  • fault scarp
  • scarpata di faglia
  • faccette triangolari
  • triangular facets
  • La Spezia
  • displacement profile
  • debris flow
  • rock collapse
  • wedge slide
Data inizio appello
13/07/2018
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
13/07/2088
Riassunto
Gli assetti morfostrutturali della bassa Val di Magra sono strutturalmente controllati da sistemi di faglie regionali che la delimitano a Est e a Ovest. I versanti in sponda destra del fiume sono frequentemente soggetti a fenomeni d’instabilità di vario tipo. In particolare nella porzione settentrionale della bassa Val di Magra, in corrispondenza della confluenza tra i fiumi Magra e Vara, la strada SP31 denominata “La Ripa”, che costeggia il piede del versante su cui sorge l’abitato di Vezzano Ligure, è soggetta a criticità geomorfologiche le cui prime testimonianze risalgono all’inizio del secolo scorso. La strada rappresenta un importante arteria della viabilità della bassa Val di Magra e la sua chiusura intermittente da diversi anni provoca disagi alla popolazione, oltre che rappresentare un pericolo per i numerosi automobilisti e ciclisti che la percorrono quotidianamente. Se negli ultimi anni la strada è stata sottoposta a chiusure preventive in condizioni meteorologiche avverse, precedentemente la viabilità è stata sempre consentita e i dissesti hanno più volte colpito gli automobilisti, causando anche una vittima.
Questo lavoro ha come oggetto lo studio strutturale e morfostrutturale della scarpata di faglia della Ripa e delle faglie trasversali che la caratterizzano, in relazione alla diversa natura e tipologia dei fenomeni di instabilità che interessano il versante roccioso. A questo scopo, è stata svolta inizialmente una campagna di rilevamento, alla scala 1:5000, estesa alle zone circostanti la scarpata di faglia, per un area totale di circa 7,5 km2. Lungo la scarpata principale è stato poi svolto uno studio strutturale dettagliato alla scala 1:2000. I dati raccolti sono stati elaborati con digitalizzazione della carta geologica alla scala 1:5000 e della carta geologico-strutturale alla scala 1:2000 e l’esecuzione di sezioni geologiche sia longitudinali che trasversali. Gli elementi strutturali raccolti (stratificazione, sistemi di fratturazione e faglie secondarie) sono stati elaborati in proiezione stereografica, attraverso il software “Stereonet 10.0”. Il rilevamento e l’analisi strutturale, sono stati integrati dallo studio e interpretazione dei lineamenti tettonici osservabili attraverso la realizzazione ed elaborazione del modello digitale del terreno e di diverse mappe tematiche tramite il software open-source “QGis”. Lo studio si è inoltre completato con l’analisi morfometrica delle faccette triangolari derivanti dall’erosione del piano di faglia della Ripa, creando profili topografici e di pendenza della scarpata da SE a NW tramite il plugin “QProf“. Successivamente a questo studio geometrico-strutturale è stata effettuata una perimetrazione e descrizione dei dissesti che hanno interessato la scarpata in base alle osservazioni di terreno e alle testimonianze in letteratura, proponendo alcune considerazioni sui fattori predisponenti legati all’architettura strutturale del versante, integrate dall’analisi cinematica per le frane in roccia. Lo studio svolto ha messo in evidenza l’esistenza di un sistema di fratturazione comune a tutta la scarpata di faglia che rispecchia le strutture cartografate alla scala locale e regionale. Questa strutturazione risulta fortemente collegata alle tipologie di instabilità del versante. I dissesti classificabili come “debris flow” e “debris avalanche” risultano essere controllati sia dalla forte inclinazione del pendio derivante dall’erosione dell’originario piano di faglia, sia dall’esposizione delle zone di danneggiamento delle faglie trasversali. I fenomeni di instabilità in roccia invece, classificabili come “scorrimento di cuneo” e “rock collapse”, sono associati al sistema di discontinuità che caratterizza l’ammasso roccioso e che è legato all’assetto strutturale della zona. I dissesti si sviluppano in modo diverso anche in base all’anatomia delle faccette triangolari, con frane in roccia nella porzione basale più acclive, detta free face, derivante dall’erosione del piano di faglia esumato più recentemente, e con colate detritiche nella porzione superiore del versante, detta debris slope, meno acclive ed esumato precedentemente.
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