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Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-06142017-104505


Tipo di tesi
Tesi di specializzazione (5 anni)
Autore
SCATAGLINI, ILENIA
URN
etd-06142017-104505
Titolo
Il ruolo delle mutazioni minori del gene HFE nelle iperferritinemie associate a sindrome dismetabolica
Dipartimento
RICERCA TRASLAZIONALE E DELLE NUOVE TECNOLOGIE IN MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
PATOLOGIA CLINICA
Relatori
relatore Dott. Mazzoni, Alessandro
relatore Dott.ssa Bortoli, Maria Luisa
Parole chiave
  • NAFLD
  • gene HFE
  • H63D
  • ferritina
  • DIOS
  • sindrome metabolica
  • sindrome dismetabolica
  • iperferritinemie
  • ferritina sierica elevata
Data inizio appello
05/07/2017
Consultabilità
Completa
Riassunto
La ferritina sierica elevata, o la iperferritinemia, è un riscontro comune agli esami del sangue di routine e spesso richiede ulteriori valutazioni. Nella quasi totalità dei casi, l’iperferritinemia non si associa a sovraccarico marziale e non sempre è possibile determinarne le cause (circa 1 caso su 3 rimane inspiegato). Nella seguente tesi abbiamo studiato casi di iperferritinemia associati a mutazioni minori del gene HFE (ovvero mutazioni caratterizzate da bassa penetranza per emocromatosi) o caratterizzati dall’assenza di cause genetiche evidenti, sia in donatori di sangue che in pazienti già avviati a salassoterapia. Lo scopo del nostro studio retrospettivo è stato quello di: A) verificare la prevalenza della mutazione minore (H63D) del gene HFE nei soggetti con iperferritinemia (sia nei donatori di sangue sia nei pazienti seguiti dall’ambulatorio trasfusionale per salassoterapia); B) valutare eventuali differenze nelle frequenze genotipiche tra donatori e pazienti e tra aree geografiche (Marche- Toscana); C) indagare il ruolo della mutazione HFE minore (H63D) nella manifestazione fenotipica dell’ iperferritinemia e D) nello sviluppo di alterazioni metaboliche sistemiche e steatosiche a livello epatico. Nei gruppi di soggetti con iperferritinemia da noi presi in esame, abbiamo riscontrato le seguenti frequenze alleliche della variante H63D: 25% nei donatori marchigiani; 42,6% - 59,4% nei pazienti marchigiani; 32,6% nei pazienti seguiti a Pisa. I soggetti con mutazioni minori del gene HFE mostravano, rispetto ai controlli: valori più elevati di colesterolo, glicemia e alanino aminotransferasi (ALT); percentuali più alte di alterazioni compatibili con sindrome metabolica; percentuali più elevate di ALT> 40 U/l e alterazioni epatiche di carattere steatosico. Nonostante i numerosi studi sull’argomento, molti aspetti delle iperferritinemie dismetaboliche (DIOS: dysmetabolic iron overload syndrome) associate o meno a NAFLD (non-alcoholic fatty liver disease), sono tuttora discussi e, in particolare per quanto riguarda il ruolo della variante H63D del gene HFE, molti risultati sono contraddittori. Nei soggetti con iperferritinemia da noi presi in esame, la presenza della mutazione H63D risulta associata a maggior rischio di steatosi epatica (OR 4,995), indipendentemente dai valori di saturazione di transferrina (quindi indipendentemente dalla presenza o meno di un sovraccarico marziale dimostrabile biochimicamente).
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