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Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-06132018-094030


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
PORCIANI, TERESA
URN
etd-06132018-094030
Titolo
La figura umana nell'arte merovingia. I "ladroni della crocifissione" dell'Hypogée des Dunes
Dipartimento
CIVILTA' E FORME DEL SAPERE
Corso di studi
STORIA E FORME DELLE ARTI VISIVE, DELLO SPETTACOLO E DEI NUOVI MEDIA
Relatori
relatore Prof. Collareta, Marco
Parole chiave
  • Poitiers
  • ladroni
  • Hypogée des Dunes
  • scultura merovingia
Data inizio appello
02/07/2018
Consultabilità
Tesi non consultabile
Data di rilascio
02/07/2088
Riassunto
Con la presente tesi si propone di analizzare l’evoluzione artistica compiuta all’interno del territorio merovingio per quanto concerne la raffigurazione umana. In passato si è erroneamente attribuito ai Merovingi uno scarso interesse per le rappresentazioni figurate. I manufatti pervenuti testimoniano, al contrario, che costoro attribuivano una grande importanza alla rappresentazione umana, riscontrabile, di fatto, su numerosi manufatti di piccole dimensioni e di uso quotidiano, ma anche all’interno di più grandi complessi monumentali.
La scelta di questo soggetto è avvenuta a seguito della visita della mostra “Les temps mérovingiens. Trois siècles d’art et de culture (451-751)” che ha avuto luogo presso il Musée National du Moyen Âge di Parigi (26 ottobre 2016-13 febbraio 2017). Tra le opere esposte vi erano alcune sculture conservate a Poitiers, tra cui la celebre scultura dei ladroni della crocifissione rinvenuta (o così sembra) nell’Hypogée des Dunes, un edificio di epoca precarolingia scoperto nel XIX sec. Sebbene si tratti di un’opera menzionata in numerose pubblicazioni, la scultura dei ladroni di Poitiers presenta uno stile ed un’iconografia che rivelano preziose informazioni sul passato gallo-romano dei Merovingi. Si è deciso per questo di dedicare il IV ed ultimo capitolo della tesi interamente a quest’opera scolpita. Lo studio analitico di questa scultura è preceduto da tre capitoli che intendono fornire le basi per comprendere l’evoluzione stilistica che si è compiuta nell’arte di produzione merovingia. Per il primo capitolo è stato adottato un approccio prettamente teorico, con il quale si è affrontata un’analisi delle principali fonti relative al culto delle immagini, quindi la questione iconodulia-iconoclastia e ciò che essa ha comportato per l’arte. Il secondo capitolo è stato dedicato allo studio della figura umana che troviamo riprodotta sulle monete, sui prodotti di oreficeria, sui manufatti intagliati in avorio ed osso, ed, infine, sulle pagine dei manoscritti. A questa sezione, segue un capitolo che tratta lo stesso soggetto sviluppato nelle arti monumentali (pittura, stucco/terracotta/gesso, scultura in pietra). L’ordine con cui si è scelto di trattare le tecniche artistiche è stato pensato perché i capitoli risultino strettamente concatenati tra loro. Essi costituiscono un excursus fondamentale per la comprensione del quarto ed ultimo capitolo della tesi (“I ladroni della crocifissione: una scultura altomedievale a Poitiers”), cui abbiamo già fatto menzione. All’interno di questo capitolo è stata rivolta particolare attenzione alla posizione dei ladroni con le mani legate, che costituisce una variante iconografica estremamente articolata e densa di significato della classica rappresentazione della crocifissione con le braccia distese lungo il patibulum della croce. Quest’opera rivela, di fatto, la complessità dell’arte merovingia e testimonia la commistione di stili ed iconografie che ebbe luogo nel territorio franco in epoca precarolingia.
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