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Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-06122012-135844


Tipo di tesi
Tesi di laurea specialistica
Autore
BANI, ANITA
URN
etd-06122012-135844
Titolo
Ice e sviluppo del commercio con la Cina
Dipartimento
SCIENZE POLITICHE
Corso di studi
POLITICHE E RELAZIONI INTERNAZIONALI
Relatori
relatore Prof. Vernassa, Maurizio
Parole chiave
  • ICE Cina Italia
Data inizio appello
02/07/2012
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
02/07/2052
Riassunto
La storia delle relazioni tra Cina e Italia ha conosciuto un andamento altalenante e talvolta contraddittorio. Eppure, anche quando gli interessi dei due paesi si sono trovati distanti o addirittura contrapposti (vedi nella Seconda guerra mondiale), è rimasto vivo l’interesse reciproco. Lo si evince dalla lettura delle storie individuali e collettive. Vi sono state delle figure importanti che ricorrono spesso nei rapporti bilaterali e che hanno contribuito alla comprensione reciproca. Si ricordano i casi dell’ambasciatore Taliani (internato nel capo di prigionia di Shanghai negli anni della Seconda guerra) o di Amleto Vespa (consigliere del “signore” della Manciuria all’epoca Ming), ma il caso forse più rappresentativo è quello di Matteo Ricci, autore della prima carta geografica esistente dell’impreo cinese nel XVI secolo.
Negli ultimi secoli i contatti e gli scambi politici, nonché quelli economici e culturali, si sono fatti più intensi, soprattutto in alcuni periodi: si veda la fine del XIX secolo quando per la prima volta l’Italia, interessata alla produzione serica cinese, riconosceva ufficialmente la Repubblica cinese, o ancora il periodo fascista (in particolare molti studiosi si riferiscono ai primi anni Trenta come gli “anni d’oro” delle relazioni diplomatiche tra i due paesi). Senza contare che vent'anni fa gli italiani furono tra i primi a capire le opportunità del Paese che si riapriva dopo la repressione di Tiananmen.
Oggi sia il governo cinese che italiano dimostrano un interesse reciproco ancora più vivo e forte.
La Repubblica Popolare cinese, forte degli investimenti e delle tecnologie occidentali aquisite durante gli ultimi trent’anni, ha conosciuto un boom economico che l’ha immediatamente proiettatta ai primi posti per quanto riguarda i flussi di scambio mondiali. Negli ultimi anni la Cina è divenuta inoltre un gigantesco esportatore di capitali (350 miliardi di dollari il valore degli investimenti cinesi all’estero, stimato da Value Partners, nel solo 2016).
Questa tesi ripercorre la storia dei rapporti diplomatici e commerciali tra la Cina e il nostro paese. Attraverso la lente che ci viene fornita dall’ICE (Istituto Commercio Estero) si è cercato di comprendere lo sviluppo degli scambi commerciali nelle epoche più recenti. L’istituto naque nel 1926 su iniziativa congiunta di Confindustria e dell’allora ministro dell’industria Ferraris col compito di “sovrintendere allo sviluppo del commercio internazionale”. Da quel momento l’ICE, che ad oggi costituisce la fonte di informazioni commerciali per circa 60 mila imprese italiane, ha subito diverse riforme, fino all’ultima di quest’anno. L’ultimo governo Berlusconi aveva chiuso l’istituto ma, nel giro di pochi mesi, dopo una valanga di critiche da parte delle imprese, l’ICE è stato riaperto ma in “versione ridotta”.
La ripresa del commercio è oggi un fattore cruciale per l’uscita dalla crisi, quello estero prima di tutto (che costitusce il 53,9 del nostro Pil) ma, accanto ad esso si è ormai sviluppata l'urgenza di atrarre finanziamenti esteri.
Riuscirà l’ICE a rivestire di nuovo quel ruolo di aiuto all’internazionalizzazione dell’impresa o sarà definitivamente affondato dai tagli ai fondi previsti dalla suddetta riforma? E come giudicare una tale riforma in un momento in cui i maggiori stati europei stanziano sempre ulteriori fondi alle proprie agenzie per l’internazionalizzazione?
Si tratta di un tema interessante dalla cui soluzione potrebbero anche in larga parte dipendere le sorti del nostro paese dal punto di vista economico, produttivo e finanziario.
Ma si tratta anche di un interessante esperimento 'tecnico', difficile ma necessario: una organizzazione più snella saprà aumentare l'efficienza dell'istituto? E il tema dell'efficienza è da molti considerato uno dei temi centrali della 'questione italiana'.
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