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Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-06122009-012724


Tipo di tesi
Tesi di laurea vecchio ordinamento
Autore
CASALE, GIUSEPPE
URN
etd-06122009-012724
Titolo
Composizione sociale e organizzazione sindacale nel IV Centro siderurgico di Taranto. 1960-1977
Dipartimento
LETTERE E FILOSOFIA
Corso di studi
LETTERE
Relatori
Relatore Fiorino, Vinzia
Parole chiave
  • movimento operaio
  • Taranto
Data inizio appello
01/07/2009
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
01/07/2049
Riassunto
Questa ricerca vuole analizzare la formazione e l’organizzazione del movimento operaio e sindacale
sviluppatosi nella città di Taranto, in seguito alla realizzazione del IV centro siderurgico Italsider, i
cui lavori iniziarono il 9 luglio 1960. Questa realizzazione è l’espressione di un classico
insediamento industriale in zone a ritardato sviluppo.
Le venti testimonianze orali che il sottoscritto candidato ha raccolto sono parte integrante di una
bibliografia non sempre esauriente. La scelta di utilizzare anche dei testimoni, tuttavia, permette alla
ricerca di uscire fuori dal contesto della fabbrica per andare a scoprire in quali condizioni sociali e
culturali questi testimoni sono cresciuti, e quindi, di capire meglio le dinamiche che portarono alla
formazione del suddetto movimento operaio in una realtà che prima di allora era stata
essenzialmente rurale e marittima.
I testimoni, tutti ex dipendenti o dell’Italsider (ora Ilva) o di ditte d’appalto facenti riferimento
sempre all’azienda madre, sono divisi in due gruppi: dieci sono stati scelti fra gli abitanti della città
di Taranto e dieci fra gli abitanti del Comune di Villa Castelli, facente parte della provincia di
Brindisi, ma appena due chilometri fuori la provincia di Taranto.
La divisione in due gruppi ci permette di analizzare due diverse fasi di inserimento nella fabbrica, e
cioè, per i testimoni di Taranto, quello degli anni sessanta e, per i testimoni di Villa Castelli quello
degli anni settanta, quando, già durante il raddoppiamento dello stabilimento, ci fu un nuovo ciclo
di assunzioni.
I testimoni hanno risposto ad un questionario di 66 domande alle quali erano liberi di rispondere a
tutto campo. Il campione è vario, cioè è stato scelto fra categorie diverse di lavoratori. Solo alcuni
testimoni di Villa Castelli hanno risposto parlando nel dialetto locale, e queste testimonianze sono
state tradotte fedelmente per facilitare la comprensione. Seguirò ora a descrivere la struttura della
ricerca.
Nel primo capitolo, dopo aver brevemente illustrato il sistema delle Partecipazioni Statali, si passerà
ad analizzare le cause che spinsero l’Iri a scegliere Taranto come futura sede del IV centro
siderurgico Italsider,
Nel secondo capitolo, si farà un passo indietro per descrivere la situazione nella provincia di
Brindisi – e ovviamente a Villa Castelli soprattutto - e in quella di Taranto, e cioè si illustreranno,
anche grazie ai censimenti della popolazione del 1951 e 1961, i dati relativi alla popolazione, al
livello di istruzione, le possibilità lavorative e, quindi, anche la disoccupazione e l’emigrazione
(solo un breve cenno perché se ne parlerà nel secondo più dettagliatamente). Inoltre si farà un cenno
alle lotte sindacali che si condussero sia nella città di Taranto, a difesa degli operai dei cantieri
navali Tosi, a seguito del ridimensionamento che ebbero l’Arsenale Militare che gli stessi cantieri,
sia nelle campagne dove in quel periodo ci furono le occupazioni delle terre da parte dei braccianti
che chiedevano a gran voce la riforma agraria e alle quali il governo De Gasperi rispose con
l’emanazione della Legge Stralcio che si limitava a espropriare solo parte delle terre incolte o mal
gestite.
Il terzo capitolo si apre con una vasta parte dedicata al fenomeno dell’emigrazione che interessò
queste due province negli anni sessanta. Mentre a Villa Castelli ci fu una massiccia fetta di
popolazione che emigrò in quegli anni ( anche cinque dei nostri testimoni), a Taranto ci fu anche un
certo numero di “immigrati” che si insediarono nella città attratti proprio dal lavoro che la
costruzione del centro siderurgico creò.
A questo punto la ricerca sposta l’attenzione sul mercato del lavoro che interessò Taranto in quegli
anni, mettendo in evidenza la differenza fra l’essere assunti dall’Italsider o da una ditta d’appalto.
Quindi, si seguiranno i primi passi che le vecchie strutture sindacali iniziarono a muovere
all’interno del mondo della fabbrica, e di quanta difficoltà incontrarono nell’organizzarsi.
Nel quarto capitolo, infine, si analizzeranno gli anni settanta, quando il sindacato andava pian piano
rafforzandosi, anche grazie alle conquiste conseguite nel frattempo in tutta Italia negli anni
immediatamente precedenti.
Si descriverà il meccanismo dell’appalto, di come questa parte di operai riuscì a sindacalizzarsi, le
lotte che affrontarono al fianco degli operai dell’Italsider e sostenuti da essi, fino alla “vertenza
Taranto” che rappresenta sicuramente la battaglia più importante che il sindacato tarantino ha
dovuto combattere fin ad oggi.
In questo capitolo, come negli altri, le varie vicende saranno sempre accompagnate dalle
testimonianze dirette che gli intervistati hanno potuto fornirci.
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