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Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-06112019-135711


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
MAGNAGHI, VIRGINIA
URN
etd-06112019-135711
Titolo
«Marea che si frange»? Raffaello nell'arte e nella critica italiana del primo Novecento (1900-1942)
Dipartimento
CIVILTA' E FORME DEL SAPERE
Corso di studi
STORIA E FORME DELLE ARTI VISIVE, DELLO SPETTACOLO E DEI NUOVI MEDIA
Relatori
relatore Prof. Farinella, Vincenzo
correlatore Prof. Fergonzi, Flavio
Parole chiave
  • pittura
  • critica
  • Raffaello Sanzio
  • Novecento
  • fortuna
Data inizio appello
08/07/2019
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
08/07/2089
Riassunto
La tesi imposta un discorso sulla fortuna – e sulla sfortuna – di Raffaello nella prima metà del Novecento. Dando per assodato che l’artista non contasse più nulla nel nuovo secolo, la questione del ‘valore-Raffaello’ è sempre stata ignorata: gli studi si sono fermati a indagare la fortuna del suo mito nel periodo di massimo splendore, l’Ottocento. Nei primi decenni del XX secolo, però, Raffaello diventa una nuova, interessante lente per guardare all’arte e alla critica italiana.
In un primo momento si terrà un discorso sul racconto storico-critico di Raffaello in questi anni (passando certamente per lo snodo del 1920, anno del quarto centenario dalla morte dell’artista). Si arriverà a risultati del tutto antitetici, tra un Raffaello sacro e uno invece troppo poco religioso, tra un Raffaello sostanzialmente antipatico per la sua «distanza» e un Raffaello esemplare proprio per la stessa ragione.
Seguirà poi un discorso sulla lezione pittorica che da Raffaello si può trarre: una lezione di disegno, una lezione di colore, una lezione sicuramente di composizione e di geometria. Lo si farà dapprima tramite un affondo su due casi evidentemente raffaelleschi – quello di Pellizza con Il Quarto Stato e quello di De Chirico intorno al 1920; verrà poi un tentativo di far luce sulla «citazione» raffaellesca, con un’antologia di possibili confronti più serrati con gli artisti novecenteschi.
Infine, una doppia appendice: prima un percorso sul pittore di Urbino nei musei italiani tra il 1900 e il 1950; una breve antologia di passi critici chiuderà poi il percorso, senza la pretesa di essere esaustiva ma solamente indicativa degli atteggiamenti più significativi che si erano individuati nella prima parte della tesi.
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