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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-06112012-205804


Tipo di tesi
Tesi di laurea vecchio ordinamento
Autore
BENVENUTI, DANIELE
URN
etd-06112012-205804
Titolo
Platone nel Novecento. Fra totalitarismo e democrazia
Dipartimento
SCIENZE POLITICHE
Corso di studi
SCIENZE POLITICHE
Relatori
relatore Prof.ssa Pievatolo, Maria Chiara
Parole chiave
  • Crossman
  • Popper
  • Democrazia
  • Uguaglianza
  • Educazione
  • Euben
  • Monoson
  • Saxonhouse
Data inizio appello
02/07/2012
Consultabilità
Parziale
Data di rilascio
02/07/2052
Riassunto
Oggetto di questo elaborato è l'analisi di alcune delle interpretazioni del pensiero politico platonico che si sono susseguite nel corso del XX secolo per dimostrare quanto uno studio critico e contestualizzato degli scritti di Platone possa essere d'aiuto per comprendere meglio le odierne democrazie e le loro istanze.
A questo scopo, la nostra indagine è cominciata dalle opere di studiosi quali Crossman e Popper.
Le loro conclusioni sono diametralmente opposte: secondo Crossman Platone, pur rimanendo un aristocratico, avrebbe tracciato delle linee guida seguendo le quali si sarebbero potute difendere le democrazie occidentali dalle dittature degli anni trenta e quaranta; Popper invece è più categorico nel ritenere il filosofo greco un totalitario antidemocratico.
Il secondo capitolo analizza gli scritti platonici, concentrando la sua attenzione soprattutto su tre argomenti principali: democrazia, uguaglianza ed educazione.
Nel terzo capitolo vengono presentate le interpretazioni di studiosi contemporanei quali Euben, Monoson e Saxonhouse il cui metodo è totalmente diverso da quello dei filosofi citati in precedenza. Essi, infatti, considerano troppo ideologiche e decontestualizzate le indagini precedenti, e si basano, al contrario, su una lettura accurata dei dialoghi platonici senza alcuna estrapolazione dal contesto. Solo così si può notare come Platone si serva di pratiche assolutamente democratiche, come la libertà di parola e la dialettica stessa, per criticare quella polis che, al di là del nome, assomiglia, per la sua assenza di forma, ad una città, più che democratica, anarchica.
Le conclusioni esaminano queste due differenti impostazioni interpretative, per mostrare come la scelta di comprendere meglio Platone nel suo contesto, prima di confrontarlo col mondo contemporaneo, possa produrre una prospettiva critica efficace anche nei confronti dei moderni stati nazionali.
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