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Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-06102019-170002


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
NANNINI, ELENA
URN
etd-06102019-170002
Titolo
"...così la lor superbia fu punita" Ricerche iconografiche sulla Gigantomachia dalle origini alla metà del Cinquecento
Dipartimento
CIVILTA' E FORME DEL SAPERE
Corso di studi
STORIA E FORME DELLE ARTI VISIVE, DELLO SPETTACOLO E DEI NUOVI MEDIA
Relatori
relatore Prof. Farinella, Vincenzo
Parole chiave
  • Perin del Vaga
  • Palazzo Te
  • Palazzo Doria
  • Ovidio
  • Giulio Romano
  • Gigantomachia
  • Carlo V
  • Giganti
  • Ara di Pergamo
  • Superbia
Data inizio appello
08/07/2019
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
08/07/2089
Riassunto
Figli di Gea e Urano, i Giganti hanno aspetto umano, grandi dimensioni e soprattutto una forza smisurata; gli autori antichi ne sottolineano i modi selvaggi, il carattere ribelle e il disprezzo per la divinità e le sue leggi. La madre Terra genera i Giganti affinché possano vendicare la sorte dei Titani, anch'essi suoi figli, imprigionati da Zeus nel Tartaro per aver attaccato il regno celeste: i Giganti scatenano così una guerra contro l'Olimpo, ma gli dèi reagiscono in difesa del loro regno e gli aggressori periscono sotto il crollo delle montagne da loro stessi sovrapposte per raggiungere il cielo.
Nelle raffigurazioni più antiche i Giganti sono raffigurati come guerrieri oppure come selvaggi, e cioè nudi, coperti da pelli di animale e armati di pietre o bastoni; in un secondo momento si afferma il modello iconografico del Gigante anguipede e, raramente, anche alato. La Gigantomachia in origine è uno scontro corale che coinvolge tutti gli dèi nella battaglia, attraverso una serie di duelli, per poi diventare Zeus il protagonista pressoché assoluto del combattimento.
Con il tempo il mito dei Giganti sconfitti diventa simbolo di quelle azioni che ristabiliscono l'equilibrio dove si era venuta a creare una sistuazione caotica, ed è impiegato per scopi encomiastici e politico-ideologici.
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