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Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-06102019-125101


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM5
Autore
STRATI, NADIR
URN
etd-06102019-125101
Titolo
IL "TORMENTATO" CAMMINO DEL CONCORSO ESTERNO IN ASSOCIAZIONE MAFIOSA TRA INCESSANTE TRAVAGLIO GIURISPRUDENZIALE E PERDURANTE AFASIA LEGISLATIVA
Dipartimento
GIURISPRUDENZA
Corso di studi
GIURISPRUDENZA
Relatori
relatore Prof. Notaro, Domenico
Parole chiave
  • recepimento sentenze europee
  • partecipe
  • principio di legalità
  • nullum crimen nulla poena sine lege
  • metodo mafioso
  • incidenza sentenze europee
  • delitto di associazione mafiosa
  • fratelli minori di Contrada
  • contiguità compiacente
  • concorso eventuale nei reati associativi
  • concorso esterno in associazione mafiosa
  • concorrente esterno
  • art. 7 CEDU
  • art. 46 CEDU
  • art. 416 bis
Data inizio appello
12/07/2019
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
12/07/2089
Riassunto
L’obbiettivo della presente tesi è quello di ripercorrere il «tormentato» cammino del concorso esterno in associazione mafiosa, seguendone l’itinerario cronologico.
L’indagine prenderà le mosse dall’evoluzione storica del paradigma criminoso dell’associazione di stampo mafioso, onde porre in risalto le ragioni politico-criminali sottese alla genesi della fattispecie destinata a reprimere i sodalizi mafiosi. Ci soffermeremo sui principali nodi dogmatico interpretativi dell’art 416 bis c.p. con riferimento sia alla composizione strutturale, sia ai suoi limiti di estensione, cercando di bilanciare in maniera equilibrata teoria e prassi.
Successivamente, si guarderà all’evoluzione giurisprudenziale del concorso esterno nel reato associativo: istituto che ha attraversato le soglie delle Sezioni Unite della Cassazione con una frequenza sconosciuta financo ai più controversi istituti del nostro diritto penale. Si avvicendano così la Sentenza Demitry nel 1994, la prima sentenza Mannino nel 1995, la Sentenza Carnevale nel 2002, e infine la seconda sentenza Mannino nel 2005: nomi «divenuti familiari per indicare un travaglio di lunga durata, talvolta focalizzato su aspetti specifici della questione, ma per lo più incentrati su una sola questione ricorrente: limiti e condizioni di rilevanza della condotta di compartecipazione eventuale al reato associativo» .
Si proseguirà con l’analisi della sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo nel caso Contrada, la quale sembra aver scoperchiato un vero e proprio «vaso di pandora», mettendoci definitivamente di fronte alla coesistenza, non sempre armoniosa, di due diversi paradigmi di legalità esistenti a livello nazionale ed europeo.
La sentenza Contrada e il suo difficile recepimento all’interno del nostro ordinamento offriranno poi lo spunto per una ricognizione dei vari strumenti fin qui adoperati dalla giurisprudenza interna, la quale, come vedremo, si è arrovellata nella ricerca di rimedi processuali idonei a garantire l’esecuzione delle sentenze europee in ossequio ai dicta della Corte di Strasburgo. L’indagine analizzerà, inoltre, la vexata quaestio inerente l’estensibilità o meno erga alios del decisum Contrada, anche a favore di quei soggetti – definiti “fratelli minori” – che, sebbene non abbiano adito la Corte europea si siano trovati nella medesima situazione sostanziale di quella giustiziata a Strasburgo.
In conclusione, si cercherà di profilare, in prospettiva de lege ferenda, un itinerario logico cui potrebbe ispirarsi l’ormai ineludibile riforma legislativa del settore, cercando di mediare tra esigenze repressive da una parte e rispetto dei principi costituzionali dall’altra.
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