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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-06102013-192337


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
FLORIA, DOMENICO
URN
etd-06102013-192337
Titolo
I non vedenti: approccio teorico-pratico alla disabilita' nell'attivita' fisica adattata
Dipartimento
MEDICINA CLINICA E SPERIMENTALE
Corso di studi
SCIENZE E TECNICHE DELLE ATTIVITA' MOTORIE PREVENTIVE E ADATTATE
Relatori
relatore Prof. Franchi, Alberto
Parole chiave
  • attività fisica adattata
  • non vedenti
  • torball.
Data inizio appello
17/07/2013
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
17/07/2053
Riassunto
In questa tesi si vuole focalizzare l’attenzione sul mondo dei non vedenti e su tutte le difficoltà che questi soggetti affrontano per far parte di quell’ambiente sociale inerente l’educazione fisica e lo sport.
Questi sono strumenti fondamentali per contrastare sia gli inconvenienti di una vita troppo sedentaria che gli stereotipi comportamentali tipici delle persone non vedenti.
L’attività fisica, specialmente quella adattata, permette:

1. Il confronto con gli altri e la necessità di instaurare un rapporto interpersonale basato sulla reciproca stima e fiducia; aiuta a superare il “ciechismo di relazione”, cioè quell’atteggiamento di diffidenza, timidezza, scontrosità e, talvolta, di chiusura verso chi vede;

2. Il movimento nello spazio, vincendo esitazioni, incertezze e timori, aiuta a superare il “ciechismo spaziale”, cioè quel modo di camminare esitante ed a piccoli passi, o la gestualità caratterizzata da movimenti delle braccia trattenuti entro distanze minime rispetto al proprio corpo, tipici di chi tende a vivere lo spazio come “l’ignoto”, in quanto non direttamente conoscibile con i sensi residui.

3. Di acquistare fiducia in se stessi, concentrando la propria attenzione non su ciò che non si è in grado di fare, bensì su tutto ciò che si riesce ugualmente a fare, aiuta a superare il “ciechismo psicologico”, cioè quel senso d’insicurezza, sfiducia, e scoraggiamento che porta alla passività e all’isolamento.

4. Di abituarsi a fatiche e sofferenze non imposte “dal fato”, ma scelte ed accettate per conseguire migliori risultati. La consapevolezza di limiti fisiologici comuni a tutti gli esseri umani e non patologici, aiutano a superare il “ciechismo comportamentale”, cioè quell’atteggiamento masochistico e, talora, di sterile revanscismo verso la vita ed il prossimo, che porta a esibire ed esaltare quei limiti, quasi in segno di sfida.

Per tutti questi motivi, lo studio approfondito del mondo della disabilità in genere e dei non vedenti nello specifico, per certi versi è ancora “da esplorare”.
Pur non essendo l’attività fisica, la panacea per tutte le situazioni di disagio disabilità-correlate, sicuramente aiuta ad assumere un atteggiamento vincente, psicologicamente adeguato, a fronteggiare la continua competizione con se stessi e gli altri, cui la vita li obbliga, favorendo lo sviluppo ed il consolidamento della resilienza, che è quella capacità di riorganizzare positivamente la propria vita dinanzi alle difficoltà.
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