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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-06102011-120000


Tipo di tesi
Tesi di laurea specialistica
Autore
BULLENTINI, DANIELE
URN
etd-06102011-120000
Titolo
La dottrina Reagan e la sua applicazione in America Centrale
Dipartimento
SCIENZE POLITICHE
Corso di studi
POLITICHE E RELAZIONI INTERNAZIONALI
Relatori
relatore Prof. Vernassa, Maurizio
Parole chiave
  • scandalo iran-contras
  • cocaina
  • Oliver North
  • Ronald Reagan
  • CIA
  • processo
  • corte internazionale di giustizia
Data inizio appello
04/07/2011
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
04/07/2051
Riassunto
In queste pagine ho voluto prendere in esame le sempre più aggressive politiche portate avanti dalle amministrazioni Carter prima e Reagan poi in America Centrale, in particolare in Nicaragua, dove nel 1979 il Fronte Sandinista di Liberazione Nazionale, un movimento rivoluzionario di ispirazione marxista, si rese protagonista del crollo della pluridecennale e filostatunitense dittatura della famiglia Somoza.
Ho cercato di ricostruire la storia dell’area in questione, a più riprese definita dal presidente Reagan come il “cortile di casa”, dal XIX secolo fino agli anni Ottanta del XX secolo, analizzando la storia di paesi come Guatemala, El Salvador, Honduras e Nicaragua e il ruolo che gli Stati Uniti esercitarono nel plasmare le politiche interne di questi stati, Honduras e Salvador in particolar modo, per prevenire una penetrazione sovietica nell’area e tutelare gli interessi delle multinazionali della frutta e del caffè. Reagan intraprese la sua guerra contro il comunismo usando tutti i mezzi possibili, sia leciti che illeciti. In Salvador nel 1980 scoppiò una guerra civile che si protrasse per tutto il decennio e gli Stati Uniti decisero di fiancheggiare il governo nella sua lotta contro la guerriglia di ispirazione marxista portata avanti dal FMLN, addestrando i famigerati squadroni della morte che terrorizzarono chiunque fosse anche solo sospettato di simpatizzare per la guerriglia. Rapimenti, torture, stupri ed esecuzioni erano all’ordine del giorno. Le vittime furono migliaia e non vennero risparmiate nemmeno figure illustri come l’Arcivescovo di San Salvador Óscar Romero. Un clima analogo si respirava anche nel vicino Guatemala, dove dal 1954 grazie alla CIA vi era al potere una giunta militare filostatunitense. L’Honduras, suo malgrado, fu invece una vera e propria base logistica per l’esercito statunitense e per i contras, una forza paramilitare clandestina allestita dalla CIA per cercare di rovesciare il governo sandinista nel confinante Nicaragua e composta perlopiù da ex membri dell’odiata Guardia Nazionale di Somoza e da mercenari cubani e honduregni. In Nicaragua si vedrà come la CIA intraprese una guerra già persa in partenza. I contras non ebbero mai l’appoggio della popolazione e nemmeno fecero qualcosa per ottenerlo, visto che, al pari degli squadroni della morte salvadoregni, violarono ripetutamente i diritti umani, compiendo crimini atroci contro la popolazione inerme. La CIA, fra il 1983 e il 1984, violando palesemente le norme del Diritto Internazionale consuetudinario, promosse la posa di mine nei porti del Nicaragua, causando ingenti danni alle navi che vi transitavano. Questo episodio causò degli inevitabili contraccolpi in termini di opinione pubblica nazionale e internazionale. In primis, il Congresso emanò un ancor più restrittivo emendamento Boland, che vietava stavolta ogni aiuto ai contras da parte della CIA, del Dipartimento della Difesa e di qualunque altra agenzia coinvolta in attività di intelligence. In termini di opinione pubblica internazionale, il Nicaragua sfruttò questa occasione per portare gli Stati Uniti davanti alla Corte di Giustizia Internazionale dell’Aja, dove, dopo due anni di intensi dibattimenti, vennero accusati di uso illegittimo della forza, o terrorismo.
Nel novembre del 1986 scoppiò lo scandalo Iran-Contras e venne alla luce l’operazione segreta tramite la quale, allo scopo di liberare gli ostaggi statunitensi in Libano, Reagan decise di vendere armi all’Iran contraddicendo le proprie politiche. Parte dei proventi di questo scambio finì in mano ai contras, aggirando in tal modo la volontà del Congresso. Ma i contras già da diversi anni avevano trovato un altro lucroso modo di autofinanziarsi, contrabbandando cocaina in California godendo della protezione e della complicità della CIA, alimentando così una delle maggiori piaghe sociali di quel decennio: la diffusione dell’epidemia del crack e della criminalità nei ghetti di Los Angeles.
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