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Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-06092014-110041


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
BALDINI, ALESSANDRO
URN
etd-06092014-110041
Titolo
I rapporti tra Italia e Paesi balcanici: la prospettiva bilaterale e il crescente ruolo dell'UE
Dipartimento
SCIENZE POLITICHE
Corso di studi
STUDI INTERNAZIONALI
Relatori
relatore Prof. Di Filippo, Marcello
Parole chiave
  • Nessuna parola chiave trovata
Data inizio appello
01/07/2014
Consultabilità
Completa
Riassunto
Il lavoro che vado a presentare riguarda, dal punto di vista del diritto internazionale e comunitario, il ruolo svolto dall’Unione Europea, e in particolar modo anche dall’Italia, nella regione balcanica a partire dalla fine degli eventi bellici degli anni Novanta. Il punto di partenza è proprio l’UE e la sua capacità di impegnarsi e guidare la rinascita e la stabilità dell’area dopo l’incapacità mostrata durante le fasi di gestione e risoluzione del conflitto; da quel momento in poi, a partire dalla politica di Approccio regionale lanciata nel 1996, l’UE si impegna sempre più concretamente nei confronti di questi Paesi e della loro futura prospettiva di adesione.
Si va poi ad analizzare nello specifico il ruolo e l’atteggiamento che l’Italia ha tenuto, a partire dall’estate del 1991, nei confronti dei Paesi nati dalla disgregazione della Jugoslavia, e in particolar modo nei confronti di quelli più limitrofi al nostro Paese, ovvero Slovenia, Croazia e Montenegro. Ciò si analizza soffermandosi su questioni centrali della politica di vicinato e di cooperazione, che sono: la circolazione delle persone, la questione delle minoranze e la cooperazione in materia di giustizia e polizia. Quello che emerge da questa analisi è però la diversa velocità con cui l’Italia avvia e approfondisce tali ambiti di cooperazione prima di tutto con la Slovenia e anche con la Croazia, andando molto più cauta nei confronti invece della Serbia-Montenegro per poi mostrare, a partire dal 2006, tutto il suo sostegno in chiave comunitaria al neonato Stato montenegrino.
L’analisi va poi a sottolineare come, in tutti questi ambiti di attività bilaterale tra l’Italia e i citati Paesi balcanici, si sia sempre più sviluppato nel corso degli anni un carattere comunitario, atto a favorire l’acquisizione dell’acquis comunitario da parte di questi Paesi in vista di una loro futura e possibile adesione, ma nello stesso tempo rendendo superflui e superati i numerosi accordi bilaterali precedentemente in vigore.
Attualmente quindi l’UE continua a svolgere un ruolo importante nella regione e nonostante le difficoltà portate dalla crisi economica, il lento percorso europeo dei Paesi balcanici prosegue lungo la strada tracciata nel 2003 in occasione del Vertice di Salonicco (come mostra anche il recente ingresso croato). Molto però resta ancora da fare, in particolar modo per quei Paesi che mostrano maggiori ritardi nell’attuazione delle riforme indicate da Bruxelles; e naturalmente la conclusione del presente lavoro tende lasciare possibili spunti di riflessione sul prossimo semestre di presidenza italiana del Consiglio dell’UE.
L’Italia è dunque chiamata, in un momento di difficoltà e tensione sia a livello europeo che al suo interno, a mostrare importanti capacità di iniziativa e di guida nei confronti degli altri leader europei. Un ruolo però che uno dei sei storici Paesi fondatori dell’Europa deve mantenere, non solo per questi sei mesi, ma anche per quelli futuri; e forse è proprio questa la sfida più difficile che attende il nostro Paese.
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