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Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-06092009-103111


Tipo di tesi
Tesi di laurea specialistica
Autore
CALLARI, ANTONIO
URN
etd-06092009-103111
Titolo
La depressione nel post partum: il ruolo dell'allattamento materno
Dipartimento
MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA E CHIRURGIA
Relatori
Relatore Prof. Mauri, Mauro
Parole chiave
  • allattamento materno
  • depressione post partum
  • gravidanza
Data inizio appello
30/06/2009
Consultabilità
Completa
Riassunto
La maternità rappresenta una delle fasi più critiche nella vita della donna; in particolare, il periodo che segue la nascita di un figlio costituisce un momento di aumentata vulnerabilità allo sviluppo di modificazioni dell’umore in senso depressivo. Con il termine di “depressione post partum” si comprendono tutti gli episodi depressivi maggiori e minori che colpiscono la donna nel periodo che va dalla nascita del bambino fino ad un anno dopo il parto. Benchè recenti revisioni indichino che questa patologia dell'umore colpisce il 6,5-12,9% delle puerpere, solo la metà delle donne affette da tale disturbo ricerca aiuto. Se non diagnosticata e trattata, la depressione nel post partum può avere esiti drammatici, quali disturbi affettivi cronici, scarsa cura del bambino, sviluppo inadeguato della relazione madre-figlio, problemi coniugali, abuso di sostanze, suicidio ed infanticidio.
Gli studi sui correlati biologici della depressione nel post partum degli ultimi anni danno sempre più risalto alle modificazioni endocrine, immunitarie e neurotrasmettitoriali, innescate o slatentizzate dagli stressors fisici e soprattutto psicosociali a cui è sottoposta la donna nella gravidanza e nel puerperio.
Lo scopo della presente tesi è stato quello di valutare, in un campione di 1066 donne reclutate al terzo mese di gravidanza e seguite periodicamente fino ad un anno dalla nascita del bambino, il ruolo protettivo o meno dell'allattamento materno verso la depressione nel post partum, alla luce dei recenti dati della letteratura che vedono nell'allattamento al seno, in base a meccanismi biologici sempre più definiti, un fattore inversamente correlato all'insorgenza di questa patologia.
Le misure di esito utilizzate sono state l'Edinburgh Postnatal Depression Scale (EPDS, Cox et al., 1987), la State-Trait Anxiety Inventory form Y (STAI-Y, Spielberger, 1983) e la Structured Clinical Interview for DSM-IV Axis I Disorders (SCID-I, First et al., 1995), al fine di valutare rispettivamente la sintomatologia depressiva, la sintomatologia ansiosa, ed infine la presenza dei criteri per una diagnosi di depressione minore o maggiore secondo il DSM-IV. La SCID-I, in particolare, veniva somministrata per l'eventuale conferma diagnostica di un disturbo depressivo maggiore o minore qualora il punteggio dell'EPDS fosse risultato ≥13.
Sono state riscontrate, nelle donne che al primo mese post partum (T3) allattavano al seno (in maniera esclusiva o mista), percentuali inferiori di depressione (minore e maggiore) rispetto alle donne che allattavano artificialmente. Si è visto quindi che queste ultime avevano un rischio di depressione significativamente superiore rispetto alle prime.
E' stato rilevato anche che una diagnosi al terzo mese di gravidanza di depressione minore o maggiore (ma non di un qualsiasi altro disturbo mentale di Asse I), era predittiva di un mancato allattamento al seno. Da questi risultati si può quindi evidenziare, oltre il ruolo protettivo dell'allattamento al seno per l'umore materno nel primo mese post partum, l'importanza dello screening e del trattamento precoce della patologia affettiva in gravidanza, anche per i benefici effetti sulla salute del bambino conseguenti ad un allattamento materno condotto con successo.
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