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Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-06072018-224734


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
DE PINTO, LIVIA
URN
etd-06072018-224734
Titolo
Genesi e formazione della Scuola di San Lorenzo: dalle tendenze concettuali al ritorno alla pittura
Dipartimento
CIVILTA' E FORME DEL SAPERE
Corso di studi
STORIA E FORME DELLE ARTI VISIVE, DELLO SPETTACOLO E DEI NUOVI MEDIA
Relatori
relatore Prof. Patti, Mattia
Parole chiave
  • Anni Ottanta
  • Roma
  • pittura
Data inizio appello
02/07/2018
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
02/07/2088
Riassunto
Il decennio Settanta del secolo scorso è identificabile come un periodo estremamente complesso e controverso dell'arte italiana del Novecento. Come è già stato dimostrato da alcuni studi e da numerose riflessioni, il processo di dematerializzazione dell'arte e la graduale presa di coscienza da parte di critici e artisti di quello che è stato definito come un fallimento sociale degli ideali progressivi delle Avanguardie, hanno progressivamente condotto a uno stato di crisi – esplicitato da scritti critivi e filosofici e dalla produzione artistica del tempo – che si è gradualmente risolto a partire dalla seconda metà del decennio in un generale ritorno alla fisicità dell'opera e all'utilizzo dei media tradizionali. A subire radicali mutamenti nel corso degli anni Settanta non è stata solamente la produzione artistica, ma l'intero sistema dell'arte, del quale fanno parte l'attività delle gallerie, il rapporto dialettico del critico d'arte con l'artista e il rapporto tra artista e opera d'arte. In questo frangente, Roma può essere assunta come città esemplare di tale clima, in virtù della sua capacità accentratrice di tendenze e artisti di rilevanza internazionale.
Questo elaborato si propone di approfondire l'operato di sette artisti romani – Domenico Bianchi, Bruno Ceccobelli, Gianni Dessì, Giuseppe Gallo, Nunzio Di Stefano, Piero Pizzi Cannella, Marco Tirelli – la cui attività a cavallo tra la seconda metà degli anni Settanta e la prima metà degli anni Ottanta può essere individuata come particolarmente rappresentativa nella Roma del periodo preso in esame. Sulle vicende di aggregazione di questi artisti (concretizzatesi per sei di loro nella condivisione di un luogo, il Pastificio Cerere di via degli Ausoni) alcuni tentativi di storicizzazione sono stati posti in essere a partire dal 2005. Al novembre di quell'anno, nello specifico, appartiene la pubblicazione del volume di Roberto Gramiccia edito da Editori Riuniti dal titolo La Nuova Scuola Romana. I sei artisti di Via degli Ausoni, mentre all'anno successivo risale la mostra degli Incontri Internazionali d'Arte all'Accademia di Francia, che ha fornito l'opportunità a Daniela Lancioni di porre le basi di una prima, embrionale storicizzazione del fenomeno, che avrebbe poi preso maggiormente forma nel 2009, nel catalogo dal titolo Italia Contemporanea. Officina San Lorenzo. Ceccobelli, Dessì, Gallo, Nunzio, Pizzi Cannella, Tirelli, pubblicato in occasione della mostra al Mart di Rovereto svoltasi tra il maggio e il settembre di quell'anno. Un nuovo, breve tentativo di storicizzazione delle vicende di sei dei sette artisti ivi presi in esame, va attribuito poi a Guglielmo Gigliotti e al suo Sei storie; Ceccobelli, Dessì, Gallo, Nunzio, Pizzi Cannella, Tirelli, edito da Carte Segrete nel 2011.
A partire dallo studio delle pubblicazioni sopra indicate, dove la figura di Domenico Bianchi è stata estromessa nonostante la sua iniziale partecipazione a mostre ed eventi corali, in primo luogo si è palesata una certa difficoltà di ordinamento critico. Tale difficoltà sembra derivare tanto dall'inesistenza effettiva di una linea di ricerca comune di questi artisti, quanto dalla pluralità di forze promotrici messe in campo per l'attività della compagine tra galleristi e critici che, negli anni, ha generato una certa confusione e alimentato correnti di malumore tra gli artisti stessi, oggi restii a un inquadramento unitario. In secondo luogo, è sembrato opportuno colmare alcune lacune riguardanti gli anni di formazione dei membri della Scuola di San Lorenzo, attraverso questo studio, che certamente non ha la pretesa di essere esaustivo, sembra possibile proporre un nuovo inquadramento critico e fornire maggiori indicazioni sui motivi di un percorso che ha portato Bianchi, Ceccobelli, Dessì, Gallo, Nunzio, Pizzi Cannella, Tirelli a un ritorno alle tecniche tradizionali del fare artistico. Su quest'ultimo tema, sul ritorno cioè alla materialità dell'opera, sull'utilizzo e sul significato che assume la riappropriazione delle tecniche tradizionali dell'arte tra la fine degli anni Settanta e la prima metà degli anni Ottanta, si concentra pertanto l'ultima parte di questo elaborato, attraverso l'analisi di un ristretto nucleo di opere ritenute particolarmente significative di quegli anni di produzione.
La ricerca non pretende di esaurire le riflessioni sul tema, ma mira a proporre una nuova e diversa ricostruzione della storia della Scuola di San Lorenzo.
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