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Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-06072017-192815


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
SPIGA, SILVIA
URN
etd-06072017-192815
Titolo
L'impatto della decontribuzione e del Jobs Act sull’occupazione a tempo indeterminato
Dipartimento
SCIENZE POLITICHE
Corso di studi
COMUNICAZIONE D'IMPRESA E POLITICA DELLE RISORSE UMANE
Relatori
relatore Sylos Labini, Mauro
Parole chiave
  • tempo indeterminato
  • jobs act
  • contratto a tutele crescenti
  • decontribuzione
  • metodo differenza nelle differenze
Data inizio appello
26/06/2017
Consultabilità
Completa
Riassunto
Per incentivare l'occupazione a tempo indeterminato, nel 2015, il governo Renzi ha introdotto la decontribuzione e il Jobs Act. La prima, introdotta nel gennaio 2015, è rivolta alle aziende che assumono con contratti a tempo indeterminato lavoratori che non avevano avuto un tale contratto a nei sei mesi precedenti e consta di un'esenzione di 3 anni dai contributi per la previdenza sociale. Il Jobs Act, invece, ha introdotto a marzo 2015 un contratto a tutele crescenti che modifica l’articolo 18 dello statuto dei lavoratori, limita la possibilità di reintegra per un lavoratore licenziato senza giusta causa e la sostituisce con un indennizzo monetario che cresce con il tempo. L'obiettivo della tesi è comprendere se queste politiche abbiano realmente portato ad un aumento dell'occupazione a tempo indeterminato. Per questa ragione viene presa in considerazione una ricerca di Sestito e Viviano (2016) che utilizza il metodo differenza nelle differenze proprio per verificare se la decontribuzione e il contratto a tutele crescenti abbiano elevato l’occupazione a tempo indeterminato. Per misurare l’effetto della decontribuzione, lo studio confronta la probabilità di ottenere un nuovo contratto per un gruppo di lavoratori la cui assunzione consente all'azienda di godere degli sgravi fiscali e quella di un gruppo di controllo, formato da lavoratori per i quali l'azienda non ne può beneficiare. Per misurare l’impatto del Jobs Act, lo studio confronta le assunzioni delle imprese con almeno quindici dipendenti e quelle delle imprese con meno di quindici dipendenti, dato che l'articolo 18 valeva solo per il primo gruppo di imprese.
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