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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-06072017-190229


Tipo di tesi
Tesi di specializzazione (5 anni)
Autore
NUNZIATA, ANNA
URN
etd-06072017-190229
Titolo
Studio Minisevo: Trial randomizzato prospettico su due regimi di precondizionamento anestetico in pazienti sottoposti a chirurgia mininvasiva della valvola mitralica.
Dipartimento
PATOLOGIA CHIRURGICA, MEDICA, MOLECOLARE E DELL'AREA CRITICA
Corso di studi
ANESTESIA, RIANIMAZIONE, TERAPIA INTENSIVA E DEL DOLORE
Relatori
relatore Dott. Del Sarto, Paolo
relatore Prof. Forfori, Francesco
Parole chiave
  • precondizionamento anestetico
  • postcondizionamento
  • gas alogenati
  • condizionamento remoto
  • precondizionamento ischemico
Data inizio appello
05/07/2017
Consultabilità
Completa
Riassunto
Il precondizionamento miocardico è quel fenomeno per il quale un intervento o un trigger, applicati prima di un prolungato insulto ischemico al miocardico, possono ridurre l’area infartuata. Esso garantisce sia una protezione immediata che si verifica dopo 1-2 ore dallo stimolo precondizionante sia una protezione tardiva, seppur meno potente, che persiste per 2-3 giorni. Inoltre, il miocardio, può anche essere protetto da uno stimolo applicato dopo il danno da ischemia-riperfusione: questo fenomeno è chiamato postcondizionamento. Infine, se lo stimolo ischemico per la protezione miocardica è applicato ad un organo o tessuto distante come per esempio un arto, si parla di precondizionamento remoto.
Dal punto di vista clinico, la possibilità di indurre un precondizionamento farmacologico, dovrebbe aiutarci a raggiungere gli stessi benefici ottenuti con lo stimolo ischemico, ma senza il rischio rappresentato dall’esposizione transitoria ad un’ostruzione del flusso coronarico miocardico. Diversi farmaci sono stati studiati per determinare se possiedano o meno proprietà precondizionanti per il cuore, inclusi gli anestetici alogenati.
Tutti gli studi in merito hanno quantificato il danno miocardico in base ai livelli di troponina I.
I loro risultati hanno mostrato che l’utilizzo di ipnotici alogenati determinano un minore danno cellulare e una migliore performance miocardica. Le conseguenze di questi effetti protettivi sono una riduzione dei giorni di degenza in terapia intensiva associata ad una ridotta morbidità e mortalità.
Sulla scorta di questi dati, a fronte di risultati talvolta controversi e non chiari, diventa palese la necessità di effettuare ulteriori studi.
Oggetto della tesi è proprio lo studio degli effetti precondizionanti del sevoflurane in pazienti che si sottopongono ad intervento cardiochirurgico di sostituzione/plastica della valvola mitralica in minitoracotomia destra: abbiamo condotto un trial monocentrico, randomizzato, in singolo cieco, per comparare l’effetto cardioprotettivo della somministrazione continua di sevoflurane rispetto all’ anestesia intravenosa con propofol.
L’outcome primario era il rilascio della troponina I nelle prime 72 ore del postoperatorio.
L'analisi dei risultati ha evidenziato che l’ anestesia con propofol e con sevoflurane sono associate ad un simile danno miocardico, direttamente correlato alla durata di clampaggio, in pazienti che si sottopongono a chirurgia della valvola mitralica con approccio mininvasivo.
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