• potere imperiale
• investimento diretto estero
• imprenditoria industriale
• organizzazione aziendale
• conflitto di lavoro

La tesi intende confrontarsi con la letteratura di derivazione wallersteiniana sulle riaggregazioni sociali indotte dall’integrazione dell’Impero ottomano nell’economia-mondo dell’Ottocento, sottoponendo i paradigmi interpretativi di matrice sistemica alla prova di un approccio microstorico. L’analisi si concentra sulla vetreria fondata nel 1885 a Paşabahçe, sul Bosforo, da Mişon Levi, banchiere di Galata, e Saul Daniel Modiano, cittadino italiano originario di Salonicco, del quale viene, in un primo momento, ricostruita la traiettoria biografica. Rintracciando nei suoi plessi gli stimoli alla formazione di nuove forme di razionalità imprenditoriale, la ricerca si propone di individuare alcuni elementi chiave per seguire l’evoluzione dell’assetto tecnico e organizzativo del processo produttivo adottato nello stabilimento. Dopo aver sondato le premesse dell’investimento industriale effettuato in collaborazione con il governo ottomano, il lavoro dà conto delle oscillazioni negoziali registrate dal patto sociale che si stabilisce tra i due imprenditori e un fronte diversificato di attori istituzionali. I tornanti delle trattative tra la direzione aziendale e i decisori ottomani vengono ripercorsi sino al 1908. Nell’ultima sezione, la tesi si focalizza sulle connessioni tra la cesura segnata, a livello istituzionale, dalla Rivoluzione dei Giovani Turchi e dalle dinamiche politiche e amministrative del Secondo periodo costituzionale e l’elaborazione, sul piano locale della vetreria, dei repertori espressivi del conflitto di lavoro.