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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-05262016-115308


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
BONUCCELLI, MARIA CHIARA
URN
etd-05262016-115308
Titolo
La Convenzione di Ginevra, il Diritto dell'UE e la tutela del richiedente asilo: profili problematici tra livello europeo e statale.
Dipartimento
SCIENZE POLITICHE
Corso di studi
SCIENZE DELLE PUBBLICHE AMMINISTRAZIONI
Relatori
relatore Prof. Di Filippo, Marcello
Parole chiave
  • Convenzione di Ginevra
  • Diritto dell'UE
  • richiedente asilo
Data inizio appello
28/06/2016
Consultabilità
Completa
Riassunto
Il fenomeno migratorio è un fattore strutturale che caratterizza la nostra società. La famiglia dei migranti, però, contiene al suo interno una particolare categoria che merita maggiore tutela, che indicheremo con il termine rifugiati.
La scelta di tale argomento è dovuta ad un particolare interesse sorto, durante il mio percorso di studi, ed alimentato dalle continue notizie, discordanti tra di loro, in materia di asilo e protezione internazionale, presenti sui nostri quotidiani. La domanda che mi sono posta, prima dell'inizio della stesura del mio lavoro, è stata la seguente “Perché non fuggiresti anche tu?”. Per dare una risposta a tale domanda ho portato avanti una disamina dell'acquis normativo in materia di protezione internazionale, ovvero di asilo, su tre livelli, collegati tra di loro: il diritto internazionale, il diritto dell'Unione Europea ed, infine, il diritto nazionale.
Il primo capitolo si concentrerà preliminarmente sulla presentazione della qualifica di rifugiato: in particolare, verrà condotta una disamina sul contenuto della Convenzione di Ginevra, mettendo in evidenza l'istituto cardine di tale testo, ovvero l'obbligo di non refoulement. Successivamente, verrà presentata di nuovo la qualifica di rifugiato, stavolta, però, alla luce del diritto dell'Unione Europea. Essendo il diritto dell'Unione Europea in materia di asilo, l'elemento cardine dell'intero elaborato, verrà presentata anche la figura del beneficiario di protezione sussidiaria, qualifica complementare, anche se dotata di una propria autonomia, a quella di rifugiato.
Per fare ciò, verrà condotta una disamina puntuale e di tipo comparato tra la prima direttiva qualifiche 2004/83/CE e la nuova direttiva qualifiche 2011/95/UE. Tale disamina presenterà, inizialmente, la figura del richiedente asilo e successivamente le qualifiche di rifugiato e di beneficiario di protezione sussidiaria, sottolineando quali debbano essere i fatti giuridicamente rilevanti, in capo a ciascun richiedente, necessari per essere eletti a rifugiato ovvero a beneficiario di protezione sussidiaria. La disamina continua da un lato con la presentazione del decreto legislativo 19 Novembre 2007, numero 251, attuativo della direttiva 2004/83/CE, e dall'altro con la presentazione del decreto legislativo 24 Febbraio 2014, numero 18, attuativo della direttiva 2011/95/UE. Successivamente, essendosi spostata la disamina dell'acquis normativo in materia di asilo, a livello nazionale, verranno presentate anche le qualifiche di matrice domestica: la protezione umanitaria ed, infine, la protezione temporanea. Quest'ultima verrà presentata alla luce dell'emergenza Nord – Africa, la quale ha coinvolto in modo preponderante il territorio italiano. Con la presentazione della protezione temporanea, di matrice nazionale, verrà presentata, stavolta in termini generali, anche la direttiva 2001/55/CE.
Il secondo capitolo, invece, si concentrerà sul concetto di accoglienza del richiedente asilo, sottolineando i diritti ed i doveri in capo a ciascun individuo, attraverso la disamina della direttiva accoglienza 2013/33/UE e del decreto legislativo 18 Agosto 2015, numero 142.
In questa parte dell'elaborato verrà condotta una disamina separata per i casi, derogatori all'ordinaria accoglienza: il trattenimento e le figure, cosiddette vulnerabili, in particolare i minori ed i minori non accompagnati.
Il terzo capitolo, invece, si concentrerà sulle procedure di riconoscimento della protezione internazionale, così come disciplinate dalla ex direttiva procedure 2005/85/CE, attuata dal legislatore italiano dal decreto legislativo 28 Gennaio 2008, numero 25 e dalla nuova direttiva 2013/32/UE, attuata anch'essa dal decreto legislativo numero 18 Agosto 2015, numero 142. Inoltre, tale figura configurandosi a livello nazionale come un procedimento amministrativo, verrà condotto un focus sulla Legge 241/1990.
Il quarto capitolo presenterà gli scenari possibili a seguito della conclusione della procedura di esame della protezione internazionale, sia per quanto concerne l'aspetto del diritto europeo sia per quanto concerne l'aspetto del diritto nazionale; mentre con il quinto capitolo presenterò la mia esperienza di tirocinio.
Infine le conclusioni saranno il risultato di una disamina, la quale, come è stato accennato precedentemente, è stata condotta su tre livelli: il piano nazionale, il diritto dell'Unione Europea ed il diritto internazionale. Il livello del diritto internazionale, non sarà presente nelle conclusioni, in quanto esso è stato introdotto nell'elaborato, con il fine preciso di rendere completa e puntuale la disamina, condotta sul piano nazionale ed europeo. Quest'ultimo presenterà tre elementi cardine: l'inattualità delle qualifiche, riconducibili alla protezione internazionale, la mancata attuazione di strumenti già previsti nella normazione europea ed, infine, le risposte inadeguate date dall'UE. Queste cause si collegano tra loro in modo circolare: infatti, il filo conduttore è la presentazione di nuove problematiche, conseguenti ad un flusso sempre maggiore di migranti sui territori dell'Unione Europea, il quale sta mettendo a dura prova l'intero sistema d'accoglienza dei richiedenti asilo e dei beneficiari di protezione internazionale. Per quanto concerne l'attuazione dell'acquis normativo europeo a livello nazionale è da rilevare che il contenuto delle direttive europee è stato semplicemente trasportato a livello nazionale, senza un'adeguata attuazione nel nostro ordinamento giuridico. Ciò è stato aggravato dalle problematiche tipiche del secondo livello d'indagine, quello nazionale: da una parte sono da sottolineare i ritardi, classici della nostra amministrazione, dall'altra il sentimento xenofobo e di chiusura, che sta investendo il nostro Paese e l'intera UE. A seguito di quest'ultima riflessione, sebbene la domanda iniziale abbia trovato una risposta, in quanto la motivazione reale del grande flusso di migranti forzati in Unione Europea, a mio avviso, è il fatto che il Sistema Europeo comune di asilo è il più sicuro al mondo, è necessario porsi implicitamente un'ulteriore domanda: “Quo vadis Europa?”.
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