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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-05262016-025539


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
SALINA, JONATHAN
URN
etd-05262016-025539
Titolo
La fondazione filosofica nel secondo Novecento italiano: figure e paradigmi.
Dipartimento
CIVILTA' E FORME DEL SAPERE
Corso di studi
FILOSOFIA E FORME DEL SAPERE
Relatori
relatore Prof.ssa Bassi, Simonetta
correlatore Prof. Ciliberto, Michele
Parole chiave
  • idealismo
  • metafisica
  • ontologia
  • neoparmenidismo
  • Gustavo Bontadini
  • Gennaro Sasso
  • Severino
  • Giovanni Gentile
  • Scaravelli
  • Calogero
  • identità
  • molteplicità
  • unità
  • criteri
  • deduzione
  • descrizione
  • presupposti
  • determinazione
  • esperienza
  • fondazione
Data inizio appello
27/06/2016
Consultabilità
Completa
Riassunto
Obiettivo del lavoro è quello di delineare e confrontare una serie di prospettive teoretiche del Novecento italiano, accomunate dal tentativo di erigere una filosofia "priva di presupposti", o di vagliarne le possibilità di attuazione.
A questo proposito, si sono individuati due paradigmi privilegiati; entrambi, in qualche modo, riconducibili ad influenze dell'attualismo di Giovanni Gentile: un modello "descrittivo" -di riscontro ed elencazione delle determinazioni esperienziali- ed un modello "deduttivo" -di "fondazione" o "negazione" dell'esperienza stessa attraverso criteri di necessità "logica" o razionale.
Gli autori considerati, nella fattispecie, sono stati: Guido Calogero, Luigi Scaravelli, Gustavo Bontadini, Gennaro Sasso. Due appendici sono dedicate, rispettivamente, ad Emanuele Severino ed Enzo Paci (quest'ultima, figura divergente rispetto alle altre prese in esame).
Lo strumento di indagine privilegiato è stata una serrata analisi di testi degli autori considerati, condotta con una metodologia di carattere teoretico più che filologico. Le singole parabole storico-concettuali e diacroniche dei singoli autori, in ogni caso, sono state richiamate ogniqualvolta sia stato necessario.
Le conclusioni del lavoro mirano, oltre che a far risaltare l'impalcatura "logico-strutturale" delle singole concezioni esaminate, a vagliare la stessa consistenza teoretica dei due paradigmi fondazionali, prospettando un'ottica in cui "deduzione" e "descrizione" possano convivere in un sistema filosofico con velleità fondazionali radicali senza che l'una o l'altra prospettiva ne risulti inficiata.
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