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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-05252016-195347


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
REBESSI, MARIA SOFIA
URN
etd-05252016-195347
Titolo
Il ruolo dell'India nell'Asse. Simboli, uomini e donne nel secondo conflitto mondiale
Dipartimento
CIVILTA' E FORME DEL SAPERE
Corso di studi
STORIA E CIVILTA
Relatori
relatore Prof. Sani, Saverio
Parole chiave
  • indipendenza indiana (Indian independence)
Data inizio appello
27/06/2016
Consultabilità
Completa
Riassunto
Il lavoro si articola in tre settori, e cioè quello linguistico/religioso, quello militare (relativo prevalentemente al ruolo maschile) e quello femminile.
Ciò che caratterizza la prima parte è il voler capire lo sfruttamento di simboli (lo swastika) e termini antichi (ario) e la conseguente distorsione da parte dell’ideologia nazionalsocialista, ma soprattutto fascista (ariano).
Il filo rosso che si trova in tutte le sezioni della seconda parte è, generalmente, la volontà di rendere l’India libera e indipendente dalla madrepatria (il Regno Unito). Come disse Massimiliano Afiero, i militari indiani di Bose si sono alleati con i tedeschi seguendo il motto <<il nemico del mio nemico è mio amico>> (anche se il Mein Kampf del Führer medesimo aveva denigrato pesantemente l’India).
Presso l’Italia fascista, invece, il ruolo centrale è quello di Mohammed Iqbal Shedai, consigliere già dal 1933, e del Raggruppamento Centri Militari/Frecce Rosse di Invrea.
Un gruppo di intellettuali ha dato a tutti loro manforte: l’omonimo poeta Sir Mohammed Iqbal, Rabindranath Tagore e l’indologo Giuseppe Tucci.
Capitale è stata l’importanza di enti come l’IsMEO e la Società Amici dell’India, così come del Mahatma Gandhi, famoso per la sua non violenza e la disobbedienza civile.
Ma l’India, per certi soldati italiani, significò anche dura prigionia: ciò è testimoniato dal campo di lavoro di Yol.
Per ciò che concerne le donne, loro si trovarono a metà fra la cultura e l’aspetto puramente militare. Savitri Devi (alias Maximiani Julia Portas) è passata alla Storia come <<la sacerdotessa di Hitler>> e <<la missionaria del Paganesimo ariano>> , quindi fu prevalentemente ideologa. Lakshmi Sahgal, invece, era Ministro per le Questioni Femminili nel Governo dell’India Libera di Bose e aveva guidato un intero reggimento volontario di donne.

English Translation
The paper is divided in three sections: the linguistic/religious one, the military one (which is mainly related to the male role) and the female one.
The first part is characterized by the will to understand the exploitation of symbols (the swastika) and ancient words (Aryan) and the consequent distortion by the National Socialist (and Fascist) ideology.
The red wire that is situated in all the sections of the second part is, generally, the will to make India free and independent from the motherland (United Kingdom).
As Massimiliano Afiero says, Bose’s Indian soldiers allied with the Germans following the motto <<the enemy of my enemy is my friend>> (even if Hitler’s Mein Kampf hardly denigrated India).
In Fascist Italy, the main role was Mohammed Iqbal Shedai’s one –who was counsellor since 1933- , and the one of Invrea’s Raggruppamento Centri Militari/Frecce Rosse.
A group of intellectuals supported all of them: the namesake poet Sir Mohammed Iqbal, Rabindranath Tagore, and the Indologist Giuseppe Tucci.
The importance of IsMEO and Società Amici dell’India was primary, as Mahatma Gandhi’s one: he was famous for non-violence and civil disobedience.
But India meant also imprisonment for some Italian soldiers: this is proved by the Yol labor camp.
About women, they were situated between culture and the merely military feature. Savitri Devi (whose real name was Maximiani Julia Portas) went down in history as <<Hitler’s Priestess>> and <<missionary of the Aryan Heathendom>>, so she was an ideologist.
Lakshmi Sahgal, instead, was Minister for Female Questions in Bose’s Free India Government and she led an entire regiment made up of women.
File