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La diffusione del calvinismo nell'Italia del XVI secolo è argomento che, nel corso degli ultimi anni, ha riacceso l'interesse e la curiosità di molti studiosi. Certamente ha influito in maniera positiva e costruttiva la recente celebrazione del 500° anniversario dalla nascita del Riformatore, avvenuta a Noyon nel 1509: durante tutto l'anno 2009 la comunità scientifica ha dibattuto ampiamente e in più sedi sul ruolo che Calvino ed il Calvinismo hanno svolto nella penisola italiana durante l'intero secolo XVI.
Questa tesi di laurea si vuole inserire in questo solco di studi e approfondimenti che hanno percorso tutto il territorio nazionale, svelando, dove possibile, aspetti inediti o rimasti in ombra ai quali mi sono accostato talvolta in base ai documenti originali, ma spesso con l'ausilio dell'amplissima bibliografia a nostra disposizione. Alla base di questo studio vi sono due questioni fondamentali che attraversano costantemente l'intero lavoro di ricerca che è stato compiuto: la prima questione è l'assoluta necessità di fare chiarezza in un settore tanto studiato quanto disordinato. La seconda invece, speculare alla prima, è una ricerca quantitativa della effettiva presenza di Calvino e del calvinismo attraverso una fonte inoppugnabile: i testi, in lingua originale o tradotti, che in Italia circolavano più o meno apertamente sino all'istituzione dell'Indice tridentino e l'acuirsi dello scontro fra Chiesa Cattolica ed eresie “luterane”.