• prosumer
• home restaurant
• guerrilla restaurant
• collaborative economy
• collaborative consumption; consumer behaviour
• sharing economy
• social eating

Il cibo, da sempre, non è stato considerato come un mero mezzo di nutrimento e sostentamento, ma bensì come sinonimo di condivisione, e oggi, grazie al Web 2.0, ciò che è legato al cibo è divenuto più che mai un fatto sociale da condividere con amici, conoscenti o anche con persone che non si conoscono affatto. Ed è così che è nata l’idea di condividere le proprie abilità culinarie, organizzando pranzi o cene presso la propria abitazione a condizione, però, che gli invitati paghino una quota di partecipazione, ossia il social eating. Il social eating, dunque, può essere inserito in quella serie di fenomeni che rientrano nel sistema della collaborative economy, funzionando in tutto e per tutto come uno scambio peer-to-peer tra privati, e che, avvalendosi di una gestione 2.0, bypassa il sistema istituzionale delle licenze per la ristorazione.
Ma quali sono le motivazioni che spingono, da una parte l’host e dall’altra il guest, a condividere con perfetti sconosciuti un pasto? Si può parlare di concorrenza per il mondo della ristorazione tradizionale?
Il presente lavoro di ricerca cercherà di fornire una risposta a questi quesiti, con particolare riferimento al caso del social eating in Italia.