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Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-05212013-164858


Tipo di tesi
Tesi di laurea specialistica LC5
Autore
MONTINARO, MILENA
URN
etd-05212013-164858
Titolo
Valutazione dell'attivita antiossidante, antinfiammatoria, antifibrotica e cicatrizzante di estratti di Chelidonium majus
Dipartimento
FARMACIA
Corso di studi
CHIMICA E TECNOLOGIA FARMACEUTICHE
Relatori
relatore Dott.ssa Bianucci, Anna Maria
relatore Dott.ssa Borghini, Alice
correlatore Dott. Pietra, Daniele
Parole chiave
  • attività antiossidante
  • fibroblasti dermici umani
  • citochine
  • fibrosi
  • infiammazione
Data inizio appello
12/06/2013
Consultabilità
Parziale
Data di rilascio
12/06/2053
Riassunto
Background Nella patologia odierna le ferite sono ancora un problema clinico e le loro complicazioni rappresentano una frequente causa di stati patologici di varia gravità.
La guarigione delle ferite è un processo dinamico e complesso che coinvolge una sequenza di eventi cellulari coordinati: attraverso il processo di emostasi, la risposta infiammatoria acuta, la formazione del tessuto di granulazione, la riepitelizzazione e il rimodellamento, l'organismo cerca di ripristinare l'integrità strutturale e la completa o parziale funzionalità del tessuto. La guarigione delle ferite cutanee comincia nel momento stesso del ferimento e coinvolge cellule presenti nel sito della lesione, cellule migrate da aree diverse dell'organismo (cheratinociti, cellule endoteliali, fibroblasti, cellule infiammatorie) e mediatori dell'infiammazione (citochine, chemochine, fattori della crescita). Anomalie in tale sequenza di eventi possono portare ad una insufficiente cicatrizzazione con riapertura della ferita o, al contrario, il processo di guarigione può terminare con una esuberante produzione di tessuto connettivo. Cicatrici ipertrofiche, cheloidi e scleroderma sono esempi di fibrosi della pelle, ovvero di alterazioni caratterizzate da un accumulo eccessivo di matrice extracellulare nel sito della lesione a causa di uno squilibrio tra produzione e degradazione dei componenti del tessuto connettivo. Sebbene al momento i meccanismi patogenici alla base di tali fenomeni non siano del tutto chiariti, molte ricerche concordano sul fatto che l'interleuchina-6 (IL-6) e il fattore trasformante beta-1 (TGF-β1) svolgano un ruolo chiave in tali processi. Altri studi evidenziano che numerosi aspetti della guarigione delle ferite sono sotto il controllo delle specie reattive dell'ossigeno (ROS) rilasciate dai macrofagi migrati nel sito della lesione; un eccesso nella concentrazione delle specie ROS porta alla condizione di stress ossidativo, limitando il processo di guarigione e causando danno tissutale e perpetrazione dello stato di non guarigione della ferita.
Obiettivo Appare dunque evidente che al fine di favorire i processi di rigenerazione e guarigione della cute è utile stimolare la vitalità cellulare, favorire la cicatrizzazione, stimolare la proliferazione e la migrazione di fibroblasti, cellule endoteliali e cheratinociti, ridurre lo stato infiammatorio ed il danno ossidativo.
Scopo di questo lavoro è l’identificazione di potenziali agenti antinfiammatori, antifibrotici, cicatrizzanti e citoprotettivi derivanti dal Chelidonium majus L. (C. majus), una pianta nota nella medicina popolare per il trattamento di lesioni cutanee.
Metodi Il lavoro sperimentale di questa tesi si è articolato nelle seguenti fasi:
(a) valutazione di svariati estratti di C. majus in relazione alla loro composizione in alcaloidi;
(b) creazione di un protocollo per la valutazione dell'eventuale attività antiradicalica degli estratti di C.majus;
(c) messa a punto di specifici protocolli per la creazione di un modello in vitro di fibrosi;
(d) esecuzione di saggi biologici su fibroblasti dermici umani (HDF). Le cellule HDF sono state trattate con svariati estratti in condizioni basali ed in condizioni che simulano un danno ossidativo (trattamento con H2O2) o uno stato fibrotico (trattamento con TGF-β1).
Risultati e Conclusioni Di tutti gli estratti saggiati, due in particolare hanno dato risultati molto incoraggianti in termini dei loro effetti sulla proliferazione, morfologia e vitalità cellulare. La scelta del modello sperimentale è risultata di particolare interesse perché ha permesso di paragonare stato basale delle cellule e stati alterati (simulazione di stato fibrotico e di danno ossidativo). Interessante anche la stima delle proprietà antiradicaliche di tali estratti in relazione al consumo del radicale libero DPPH.
Gli estratti saggiati sono risultati quindi essere in grado di modulare i parametri biologici presi in esame in maniera promettente per trattamenti terapeutici e cosmetici.

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