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La tutela della privacy è sempre stato un compito che direttive e regolamenti hanno cercato di portare avanti per fare in modo che venga garantita e rispettata. Con lo sviluppo della digitalizzazione questo compito si è dimostrato sempre più complicato, in quanto i social networks pongono gli utenti nella condizione che per usufruire del servizio messo a disposizione devono scambiare le proprie informazioni. Per rimediare a questa maggiore complessità di gestione della privacy è stato introdotto il Nuovo Regolamento Europeo (GDPR) in modo tale da omogeneizzare e rafforzare la protezione dei dati personali in Europa, sostituendo la Direttiva 95/46/CE. Da un punto di vista economico è stato analizzato il rapporto tra la scelta da parte di un utente di condividere le informazioni o mantenerle segrete (privacy), la funzione di utilità che le lega ed il fenomeno del Privacy Paradox. Condividere le informazioni al mondo d'oggi può essere rischioso ed il caso Facebook-Cambridge Analytica presentato ne è una dimostrazione. Purtroppo, dobbiamo entrare nell'ottica che, nonostante sia una materia regolamentata, la tutela della privacy non ci mette al completo riparo da usi illeciti dei nostri dati da parte di terze persone, soprattutto nel mondo digitale. Infine è stato creato e sottoposto un questionario ad un campione di poco più di cento persone di età compresa fra i 20 ed i 30 anni iscritti all'Università di Pisa per cercare di capire quali sono le abitudini più diffuse nell'utilizzo dei social networks, rapportandole anche all'importanza che viene data alla privacy ed alla protezione dei propri dati.