Tesi etd-05172022-112247 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
FREDIANI, DANIELA
URN
etd-05172022-112247
Titolo
Il segno grafico di Benvenuto Benvenuti tra natura e simbolo
Dipartimento
CIVILTA' E FORME DEL SAPERE
Corso di studi
STORIA E FORME DELLE ARTI VISIVE, DELLO SPETTACOLO E DEI NUOVI MEDIA
Relatori
relatore Prof. Tosi, Alessandro
Parole chiave
- acquaforte
- Benvenuti
- disegno
- divisionismo
- grafica
- incisione
- Livorno
- natura
- novecento
- simbolo
Data inizio appello
11/07/2022
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
11/07/2092
Riassunto
La presente trattazione ha l’obiettivo di analizzare l’opera grafica del pittore Benvenuto Benvenuti (Livorno 1881 – Antignano, Livorno 1959), nelle varie tematiche da lui sviluppate lungo il percorso artistico, a cavallo tra Ottocento e Novecento.
Vengono prese in esame le relazioni che l’artista ha intrattenuto con il ricco ambiente culturale livornese e non solo. Seguendo un percorso cronologico, si vogliono così evidenziare i momenti essenziali di relazione con gli artisti e gli ambienti che hanno influenzato e reso possibile la creazione della sua opera.
Si analizzano quindi la rappresentazione dei luoghi cari all’artista, il loro significato simbolico, le scene di vita contadina, la ricorrente raffigurazione dei luoghi della sua città, le architetture ideali, le incisioni all’acquaforte e gli innumerevoli disegni.
Nello specifico, dopo una breve introduzione del lavoro, nel primo capitolo si presenta l’artista, analizzando brevemente e cronologicamente la vicenda biografica, la formazione, le attitudini, gli interessi dell’età giovanile fino all’incontro con Vittore Grubicy De Dragon e la sua frequentazione dell’ambiente milanese, che gli permise di ampliare i suoi orizzonti artistici, di avvicinarsi alla corrente divisionista e fare esperienza di progettazione di arredamento e decorazione secondo le nuove influenze Art Nouveau.
Si elencano quindi le principali esposizioni a cui l’artista partecipò, a partire dall’Esposizione internazionale del 1906 a Milano.
Vengono prese in esame le frequentazioni livornesi al rientro dall’esperienza lombarda, il trasferimento dalla città alla collina di Antignano, significativo ai fini della sua opera, fino alla triste esperienza di prigionia durante il primo conflitto mondiale, e agli importanti eventi personali e familiari degli anni Venti e degli anni Trenta che tanto ne influenzarono la produzione artistica.
Si espone quindi un sintetico profilo dell’ambiente livornese del primo Novecento.
Si riflette poi sul ruolo delle riviste e della Biennale di Venezia nel riconoscimento dell’incisione come forma d’arte autonoma e si prendono in esame i movimenti artistici e i personaggi con i quali Benvenuti intrattenne rapporti di amicizia e collaborazione e che hanno avuto un ruolo importante sia nella sua formazione, sia negli orientamenti artistici, a partire dall’ambiente dei post macchiaioli, passando dal mondo della pittura lombarda, con particolare riferimento a Vittore Grubicy e alle sue teorie sul disegno, fino ad avvicinarsi al simbolismo belga di Charles Doudelet, senza trascurare gli storici luoghi di ritrovo degli artisti. Si ripercorrono in proposito le vicende del Caffè Bardi, storico locale livornese attivo tra il 1908 e il 1921, impreziosito dalle opere dagli stessi artisti che lo frequentavano. Qui si incontravano i giovani pittori e letterati, come descrive con dovizia di particolari e con un tono di nostalgico rimpianto Gastone Razzaguta, uno degli artisti animatori del caffè, nel suo testo Virtù degli Artisti labronici, dove delinea con brevi cenni anche il carattere, l’aspetto e le abitudini dei pittori e scultori livornesi. Dal locale di Ugo Bardi l’attenzione si trasferisce a Bottega D’arte, la galleria livornese di Gino Belforte, una vetrina delle novità in ambito pittorico con il preciso scopo di promuovere e divulgare la produzione pittorica degli artisti italiani e soprattutto livornesi anche grazie alla pubblicazione periodica del Bollettino di Bottega d’Arte, valido strumento di informazione, che forniva il dettaglio di ogni singola mostra e aggiornava sugli eventi espositivi.
Si fa quindi un accenno al Gruppo Labronico, nato per onorare la memoria dell’artista Mario Puccini, prematuramente scomparso, e con lo scopo di valorizzare l'arte livornese attraverso importanti esposizioni.
Nel secondo capitolo, si affronta il tema delle architetture ideali di Benvenuti. Partendo dall’influenza delle opere di Charles Doudelet in ambito toscano, si affronta il tema di una importante e originale fase della produzione disegnativa di Benvenuti dedicata alla Città del Sogno, con le sue architetture ideali, dove l’uomo poteva elevarsi e purificare la propria anima nella contemplazione dell’arte.
Nel terzo capitolo si prende in esame il materiale del Fondo Benvenuti-Grubicy della Fondazione Livorno, con particolare attenzione all’opera grafica dell’artista livornese, senza trascurare gli strumenti e i materiali di lavoro appartenuti a Grubicy e Benvenuti, i manoscritti e la raccolta di libri.
Seguendo il percorso museale si esaminano dapprima i disegni dell’artista esposti nelle sale dedicate, ci si sofferma quindi nell’Angolo del pittore, dove sono conservati strumenti di lavoro e materiali, per proseguire nella sala dedicata al maestro Grubicy.
Passando nella sala della biblioteca/archivio, si osservano le matrici di zinco e le cartelle contenenti le stampe riprodotte in diverse tirature dalla Scuola d’Arte Grafica Il Bisonte di Firenze in occasione di importanti eventi espositivi, alcuni dei quali comprendevano opere di Benvenuti e del maestro Grubicy.
I temi delle incisioni sono varianti dei soggetti ricorrenti del repertorio pittorico e disegnativo dell'artista, tra i quali capanni, pinete, cieli stellati, pastori col gregge e scorci del suo giardino. In tutte le sue incisioni si apprezza la capacità dell’artista di evocare la luce, sia nella rappresentazione di ambienti notturni illuminati dalla luna che delinea le figure conferendo un senso lirico alle composizioni, sia nel contrasto luce/ombra nella rappresentazione delle giornate assolate, dove una figura trova riparo all’ombra di un bersò.
Nella biblioteca/archivio è conservata una raccolta di numerosi disegni e schizzi di Benvenuti. Attraverso un’analisi dei disegni a carboncino, a matita, a china della collezione si indagano le suggestioni e i luoghi che hanno rivestito un particolare significato simbolico per l’artista e si analizzano dal punto di vista iconografico. I suoi disegni variano da composizioni definite da una linea modellante, sintetica, all’utilizzo del chiaroscuro, tramite il quale l’artista riesce a conferire all’immagine un effetto pittorico.
I disegni sono stati suddivisi per soggetto, dagli studi per mobili e componenti di arredo, decorazioni, capitelli ai progetti architettonici; dai primi studi per animali, alle scene di vita campestre; dagli scorci della sua città, alle pinete e alle marine. Ci sono poi le memorie dal fronte e i suoi versi accorati di quando si improvvisò poeta per esternare gli stati d’animo, quando non aveva a disposizione gli strumenti per disegnare.
Infine si citano i versi affettuosi del ricordo dell’autore da parte dell’amico pittore e scrittore Gastone Razzaguta, in occasione di una visita all’artista presso la casa di Antignano in un pomeriggio del 1941.
Vengono prese in esame le relazioni che l’artista ha intrattenuto con il ricco ambiente culturale livornese e non solo. Seguendo un percorso cronologico, si vogliono così evidenziare i momenti essenziali di relazione con gli artisti e gli ambienti che hanno influenzato e reso possibile la creazione della sua opera.
Si analizzano quindi la rappresentazione dei luoghi cari all’artista, il loro significato simbolico, le scene di vita contadina, la ricorrente raffigurazione dei luoghi della sua città, le architetture ideali, le incisioni all’acquaforte e gli innumerevoli disegni.
Nello specifico, dopo una breve introduzione del lavoro, nel primo capitolo si presenta l’artista, analizzando brevemente e cronologicamente la vicenda biografica, la formazione, le attitudini, gli interessi dell’età giovanile fino all’incontro con Vittore Grubicy De Dragon e la sua frequentazione dell’ambiente milanese, che gli permise di ampliare i suoi orizzonti artistici, di avvicinarsi alla corrente divisionista e fare esperienza di progettazione di arredamento e decorazione secondo le nuove influenze Art Nouveau.
Si elencano quindi le principali esposizioni a cui l’artista partecipò, a partire dall’Esposizione internazionale del 1906 a Milano.
Vengono prese in esame le frequentazioni livornesi al rientro dall’esperienza lombarda, il trasferimento dalla città alla collina di Antignano, significativo ai fini della sua opera, fino alla triste esperienza di prigionia durante il primo conflitto mondiale, e agli importanti eventi personali e familiari degli anni Venti e degli anni Trenta che tanto ne influenzarono la produzione artistica.
Si espone quindi un sintetico profilo dell’ambiente livornese del primo Novecento.
Si riflette poi sul ruolo delle riviste e della Biennale di Venezia nel riconoscimento dell’incisione come forma d’arte autonoma e si prendono in esame i movimenti artistici e i personaggi con i quali Benvenuti intrattenne rapporti di amicizia e collaborazione e che hanno avuto un ruolo importante sia nella sua formazione, sia negli orientamenti artistici, a partire dall’ambiente dei post macchiaioli, passando dal mondo della pittura lombarda, con particolare riferimento a Vittore Grubicy e alle sue teorie sul disegno, fino ad avvicinarsi al simbolismo belga di Charles Doudelet, senza trascurare gli storici luoghi di ritrovo degli artisti. Si ripercorrono in proposito le vicende del Caffè Bardi, storico locale livornese attivo tra il 1908 e il 1921, impreziosito dalle opere dagli stessi artisti che lo frequentavano. Qui si incontravano i giovani pittori e letterati, come descrive con dovizia di particolari e con un tono di nostalgico rimpianto Gastone Razzaguta, uno degli artisti animatori del caffè, nel suo testo Virtù degli Artisti labronici, dove delinea con brevi cenni anche il carattere, l’aspetto e le abitudini dei pittori e scultori livornesi. Dal locale di Ugo Bardi l’attenzione si trasferisce a Bottega D’arte, la galleria livornese di Gino Belforte, una vetrina delle novità in ambito pittorico con il preciso scopo di promuovere e divulgare la produzione pittorica degli artisti italiani e soprattutto livornesi anche grazie alla pubblicazione periodica del Bollettino di Bottega d’Arte, valido strumento di informazione, che forniva il dettaglio di ogni singola mostra e aggiornava sugli eventi espositivi.
Si fa quindi un accenno al Gruppo Labronico, nato per onorare la memoria dell’artista Mario Puccini, prematuramente scomparso, e con lo scopo di valorizzare l'arte livornese attraverso importanti esposizioni.
Nel secondo capitolo, si affronta il tema delle architetture ideali di Benvenuti. Partendo dall’influenza delle opere di Charles Doudelet in ambito toscano, si affronta il tema di una importante e originale fase della produzione disegnativa di Benvenuti dedicata alla Città del Sogno, con le sue architetture ideali, dove l’uomo poteva elevarsi e purificare la propria anima nella contemplazione dell’arte.
Nel terzo capitolo si prende in esame il materiale del Fondo Benvenuti-Grubicy della Fondazione Livorno, con particolare attenzione all’opera grafica dell’artista livornese, senza trascurare gli strumenti e i materiali di lavoro appartenuti a Grubicy e Benvenuti, i manoscritti e la raccolta di libri.
Seguendo il percorso museale si esaminano dapprima i disegni dell’artista esposti nelle sale dedicate, ci si sofferma quindi nell’Angolo del pittore, dove sono conservati strumenti di lavoro e materiali, per proseguire nella sala dedicata al maestro Grubicy.
Passando nella sala della biblioteca/archivio, si osservano le matrici di zinco e le cartelle contenenti le stampe riprodotte in diverse tirature dalla Scuola d’Arte Grafica Il Bisonte di Firenze in occasione di importanti eventi espositivi, alcuni dei quali comprendevano opere di Benvenuti e del maestro Grubicy.
I temi delle incisioni sono varianti dei soggetti ricorrenti del repertorio pittorico e disegnativo dell'artista, tra i quali capanni, pinete, cieli stellati, pastori col gregge e scorci del suo giardino. In tutte le sue incisioni si apprezza la capacità dell’artista di evocare la luce, sia nella rappresentazione di ambienti notturni illuminati dalla luna che delinea le figure conferendo un senso lirico alle composizioni, sia nel contrasto luce/ombra nella rappresentazione delle giornate assolate, dove una figura trova riparo all’ombra di un bersò.
Nella biblioteca/archivio è conservata una raccolta di numerosi disegni e schizzi di Benvenuti. Attraverso un’analisi dei disegni a carboncino, a matita, a china della collezione si indagano le suggestioni e i luoghi che hanno rivestito un particolare significato simbolico per l’artista e si analizzano dal punto di vista iconografico. I suoi disegni variano da composizioni definite da una linea modellante, sintetica, all’utilizzo del chiaroscuro, tramite il quale l’artista riesce a conferire all’immagine un effetto pittorico.
I disegni sono stati suddivisi per soggetto, dagli studi per mobili e componenti di arredo, decorazioni, capitelli ai progetti architettonici; dai primi studi per animali, alle scene di vita campestre; dagli scorci della sua città, alle pinete e alle marine. Ci sono poi le memorie dal fronte e i suoi versi accorati di quando si improvvisò poeta per esternare gli stati d’animo, quando non aveva a disposizione gli strumenti per disegnare.
Infine si citano i versi affettuosi del ricordo dell’autore da parte dell’amico pittore e scrittore Gastone Razzaguta, in occasione di una visita all’artista presso la casa di Antignano in un pomeriggio del 1941.
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