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Collocare un teatro nel vuoto lasciato dalla distruzione del suo antenato ottocentesco, non può essere una semplice operazione di riempimento. I decenni hanno in parte suturato questa ferita nel tessuto cittadino andando a consolidarne usi ed abusi. Si trattava quindi di realizzare un edificio senza rinunciare agli spazi aperti ormai parte del paesaggio cittadino: nel lotto più piccolo, compreso tra via Borgonuovo e via San Carlo è stato posizionato l’ingresso, un edificio dalle forme semplici, contemporanee che si integra dal punto di vista volumetrico con quelli esistenti. Da qui la possibilità di accedere al bar situato alla quota della strada, salire al piano superiore dove è ospitata una sala conferenze e la terrazza panoramica, o scendere nel foyer, collocato al di sotto del piano stradale. Il ridotto ipogeo occupa infatti la superficie del lotto a valle e lo spazio sottostrada, consentendo alla sala teatrale, al palcoscenico e alla torre scenica di espandersi su tutta l’area dell’attuale piazza San Pio da Pietralcina. La disposizione parzialmente sotterranea della sala ha la funzione di contenere i volumi mentre la copertura costituisce il piano su cui si sviluppa la nuova piazza accessibile tramite una scalinata da via San Carlo e dal sottopasso di via Guicciardini. Su quest’ultima strada un gioco asplundiano completa il disegno della facciata con aperture disassate, ma allineate agli edifici adiacenti.