Tesi etd-05102018-170621 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
ELCE, VALENTINA
URN
etd-05102018-170621
Titolo
Disturbi del linguaggio nella sclerosi multipla e dopo infarto ischemico perinatale: presentazione di due casi clinici
Dipartimento
FILOLOGIA, LETTERATURA E LINGUISTICA
Corso di studi
LINGUISTICA E TRADUZIONE
Relatori
relatore Prof.ssa Romagno, Domenica
correlatore Prof.ssa Marotta, Giovanna
correlatore Dott. Bonfiglio, Luca
correlatore Prof.ssa Marotta, Giovanna
correlatore Dott. Bonfiglio, Luca
Parole chiave
- Disturbi del linguaggio
- infarto ischemico perinatale
- sclerosi multipla
Data inizio appello
28/05/2018
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
28/05/2088
Riassunto
In questo testo viene presentato lo studio condotto su due pazienti seguiti nel reparto di riabilitazione neurocognitiva dell’ospedale Santa Chiara di Pisa. La prima paziente, SP, italofona di 17 anni, è affetta da sclerosi multipla e da un disturbo della coordinazione motoria degli arti superiori. Nella storia clinica di SP viene segnalato un disturbo specifico di apprendimento a carico della lingua scritta (dislessia e disortografia evolutive) e degli automatismi del calcolo, diagnosticato quando la paziente aveva 12 anni. Il secondo paziente, PR, italofono di 13 anni, è affetto da una paralisi cerebrale infantile, a tipo emiparesi spastica destra, causata da un infarto ischemico, avvenuto, in fase perinatale, nel territorio di irrorazione dei rami corticali posteriori dell’arteria perisilviana sinistra. Il decorso delle due patologie può determinare l’insorgenza di disturbi del linguaggio di varia natura, che possono inficiare differenti livelli di elaborazione linguistica. In questo lavoro, in particolare, è stata esaminata la portata delle due patologie sulle capacità di elaborazione dei tratti morfosintattici e semantici del linguaggio tramite il monitoraggio del comportamento linguistico dei due soggetti nel corso della terapia riabilitativa e attraverso la somministrazione di test standardizzati di valutazione del linguaggio.
Se lo studio dei deficit linguistici causati dalla sclerosi multipla ha dovuto tenere conto della notevole variabilità che può caratterizzare il decorso cognitivo della patologia, segnalato dall’alternanza difficilmente prevedibile tra fasi di remissione e recidive, ai fini di un’analisi dettagliata del deterioramento linguistico seguente a un infarto ischemico perinatale è stato necessario prendere in considerazione la portata dei meccanismi di riorganizzazione corticale che possono caratterizzare l’evoluzione linguistica del paziente.
Dall’analisi dei risultati sono state rilevate delle prestazioni deficitarie in compiti di denominazione di figure che suggerirebbero, in entrambi i casi, un deficit nell’elaborazione dei tratti semantici del linguaggio. Inoltre, diversamente rispetto a quanto riportato in letteratura riguardo alle difficoltà linguistiche riscontrabili nei soggetti affetti da tali patologie, in particolare in ambito semantico e morfosintattico, la sperimentazione ha evidenziato un deficit dei meccanismi di conversione sublessicale grafema-fonema, nel caso della paziente SP, e un disturbo della componente lessicale, nel caso del paziente PR.
Diversamente, la verifica delle capacità di elaborazione dei tratti morfosintattici del linguaggio, condotta tramite la somministrazione dell’adattamento in lingua italiana di una serie di test sviluppati da Domenica Romagno e collaboratori per soggetti anglofoni adulti, mirati alla valutazione del processamento dell’interfaccia tra semantica e morfosintassi, non ha rilevato deficit in tal senso. Informazioni più precise in merito potranno essere ottenute tramite la somministrazione delle stesse prove a un campione sano della medesima età e del medesimo livello di scolarizzazione dei pazienti esaminati.
Se lo studio dei deficit linguistici causati dalla sclerosi multipla ha dovuto tenere conto della notevole variabilità che può caratterizzare il decorso cognitivo della patologia, segnalato dall’alternanza difficilmente prevedibile tra fasi di remissione e recidive, ai fini di un’analisi dettagliata del deterioramento linguistico seguente a un infarto ischemico perinatale è stato necessario prendere in considerazione la portata dei meccanismi di riorganizzazione corticale che possono caratterizzare l’evoluzione linguistica del paziente.
Dall’analisi dei risultati sono state rilevate delle prestazioni deficitarie in compiti di denominazione di figure che suggerirebbero, in entrambi i casi, un deficit nell’elaborazione dei tratti semantici del linguaggio. Inoltre, diversamente rispetto a quanto riportato in letteratura riguardo alle difficoltà linguistiche riscontrabili nei soggetti affetti da tali patologie, in particolare in ambito semantico e morfosintattico, la sperimentazione ha evidenziato un deficit dei meccanismi di conversione sublessicale grafema-fonema, nel caso della paziente SP, e un disturbo della componente lessicale, nel caso del paziente PR.
Diversamente, la verifica delle capacità di elaborazione dei tratti morfosintattici del linguaggio, condotta tramite la somministrazione dell’adattamento in lingua italiana di una serie di test sviluppati da Domenica Romagno e collaboratori per soggetti anglofoni adulti, mirati alla valutazione del processamento dell’interfaccia tra semantica e morfosintassi, non ha rilevato deficit in tal senso. Informazioni più precise in merito potranno essere ottenute tramite la somministrazione delle stesse prove a un campione sano della medesima età e del medesimo livello di scolarizzazione dei pazienti esaminati.
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