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Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-05082017-184306


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
CAPPIELLO, LUCIA ICARO
URN
etd-05082017-184306
Titolo
La resilienza all'insicurezza alimentare nelle Filippine
Dipartimento
GIURISPRUDENZA
Corso di studi
SCIENZE PER LA PACE: COOPERAZIONE INTERNAZIONALE E TRASFORMAZIONE DEI CONFLITTI
Relatori
relatore Prof. Brunori, Gianluca
Parole chiave
  • livelihood
Data inizio appello
29/05/2017
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
29/05/2087
Riassunto
A partire dal 1996, anno in cui la FAO ha elaborato la definizione di sicurezza alimentare tuttora accettata dalla comunità internazionale, è entrata a far parte delle nuove strategie di sviluppo la dimensione della vulnerabilità.
Vulnerabilità nell’approvvigionamento, ossia la reperibilità costante nel tempo di cibo, indipendentemente dalla presenza di shock economici, climatici e sociali.
Infatti, è proprio a causa della loro vulnerabilità, che le popolazioni dei Paesi insulari del Pacifico si trovano in una costante posizione di povertà. Il riscaldamento degli oceani, la maggiore frequenza di cicloni tropicali, di inondazioni e i periodi di siccità rischiano di avere effetti devastanti sulla produzione alimentare di questi Paesi, e quindi rischiano sempre più di minacciare la sicurezza alimentare di queste popolazioni.
Le Filippine, per la loro posizione nell’Oceano Pacifico e per la loro conformazione, sono da sempre un Paese esposto a molti rischi di carattere fisico, quali tifoni e consistenti piogge che spesso provocano esondazioni dei tanti fiumi presenti nelle isole.
E’ in questo contesto che va ad inserirsi il lavoro di Caritas Italiana nelle Filippine. Infatti, è proprio in seguito al passaggio del tifone Haiyan nel 2013, uno tra i più forti tifoni tropicali che si sia mai registrato, che Caritas Italiana ha avviato un partenariato con CASAC (Capiz Archdiocesan Social Action Center). Le attività promosse, si svolgono nel nord dell’isola di Panay, nella provincia di Capiz, per portare sostegno alle comunità colpite più di tre anni fa dal tifone, attraverso progetti di sviluppo rurale a lungo termine.
E’ ormai chiaro che non basta aiutare le popolazioni povere e vulnerabili a sopravvivere agli shock a breve termine. Queste popolazioni sono tra quelle maggiormente colpite dagli shock e meno in grado di farvi fronte. Le popolazioni povere e vulnerabili devono incrementare la propria resilienza, e una parte essenziale del processo di sviluppo della resilienza consiste nel rafforzare la sicurezza alimentare e nutrizionale.
L’obiettivo specifico di questo studio è quello di cercare di capire gli elementi che influiscono sulla vulnerabilità delle famiglie alla sicurezza alimentare, attraverso l’osservazione della livelihood locale.
Questo obiettivo va ad inserirsi all’interno di un obiettivo generale, che è quello di analizzare l'efficacia degli interventi nel migliorare durevolmente le condizioni di vita delle comunità locali, la sicurezza alimentare e la resilienza nelle aree rurali delle Filippine.
L’analisi si sé sviluppata attorno alle attività, a sostegno delle popolazioni colpite tre anni fa dal tifone Haiyan promosse da Caritas, e si è svolta a livello locale, quindi delle famiglie, perché è a questo livello che viene presa la maggior parte delle decisioni riguardanti la sicurezza alimentare. Inoltre, la famiglia è essa stessa un sistema, che risponde, come un insieme, agli stimoli esterni, individuando le più adatte strategie di sopravvivenza: come ottenere i mezzi per vivere, come e dove investire, come gestire eventuali crisi.
Per condurre questo tipo di studio, sono stati adottati due approcci:
- Livelihood approach
- Resilience approach
E’ stato possibile utilizzare insieme i due approcci, in quanto il modello dell’analisi di resilienza è orientato ad analizzare le strategie adottate per sopravvivere, e come tali strategie vengono modificate per ridurre gli impatti di shock futuri. Per questo, nello studio si parte dall’analisi di due comunità in cui è possibile osservare due diverse livelihood strategies, così da poter vedere il diverso grado di resilienza all’insicurezza alimentare attraverso di esse.
Per livelihood si intende la capacità delle persone di accedere alle risorse necessarie per la propria vita. Dunque, gli interventi volti alla riduzione della povertà dovrebbero fornire ai poveri attività volte a migliorare le loro opportunità di sostentamento e accesso alle risorse. È quindi fondamentale nel livelihood approach la partecipazione dei beneficiari e la flessibilità.
Per questo motivo, per l’analisi di terreno è stata adottata una metodologia di tipo partecipativo, attraverso l’utilizzo del Partecipatory Rural Appraisal. Questo tipo di metodologia permette di utilizzare un’analisi partecipativa, il cui obiettivo non è solo quello di estrarre informazioni, ma rendere i beneficiari partecipi al loro stesso cambiamento.
Gli strumenti scelti per questo studio sono stati quattro:
- Village resource map
- Time line/trendline
- Seasonal calendar
- Wealth ranking
Anche se il lavoro sul campo era stato preceduto da un’osservazione del lavoro dei facilitatori, che già operano da tempo nelle comunità prese in considerazione, è stato ritenuto opportuno cominciare lo studio con una migliore conoscenza del territorio e della livelihood locale. Per questo sono stati utilizzati i primi 3 strumenti, che sono essenziali per comprendere la struttura della società, come questa è cambiata nel tempo, quali sono stati gli eventi che maggiormente hanno cambiato la struttura della comunità, e come si svolge la vita delle popolazioni durante l’anno in base alla propria livelihood strategy. Infine, l’ultimo strumento, il wealth ranking, è stato utilizzato per cercare di individuare le categorie più vulnerabili e le componenti essenziali che le caratterizzano, basandosi sulle percezioni delle persone coinvolte nello studio.
Lo studio in particolare si è concentrato sul cibo come una delle variabili fondamentali della resilienza delle famiglie. Ed è stato proprio il cibo uno dei criteri da cui sono emerse le maggiori differenze tra i due villaggi in cui si è svolta la ricerca. Infatti, in entrambe i villaggi tutti gli abitanti riescono a mangiare 3 volte al giorno, però, il cibo consumato dai più poveri non ha lo stesso apporto di nutrienti degli altri abitanti. In particolare, è emersa una rilevante differenza tra i due villaggi, per via della loro livelihood strategy.
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