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Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-05062015-003001


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
TERRUSI, ALESSIA
URN
etd-05062015-003001
Titolo
Dal polifilesco al fidenziano. Per un nuovo commento ai "Cantici di Fidenzio" di Camillo Scroffa.
Dipartimento
FILOLOGIA, LETTERATURA E LINGUISTICA
Corso di studi
LINGUA E LETTERATURA ITALIANA
Relatori
relatore Prof. Masi, Giorgio
controrelatore Prof. Curti, Luca
Parole chiave
  • Camillo Scroffa
  • Cantici di Fidenzio
  • fidenziano
  • polifilesco
Data inizio appello
25/05/2015
Consultabilità
Completa
Riassunto
Il presente lavoro traccia un iter storico-culturale in grado di far emergere Camillo Scroffa come recettore proprio di quelle tendenze linguistico-letterarie a cui i precedenti editori hanno concesso uno spazio limitato (ovvero il polifilesco dell’Hypnerotomachia , la produzione maccheronica prefolenghiana e la letteratura pedantesco-petrarchista tipica del Cinquecento ). La conclusione dell’indagine si conclude pertanto con l’analisi puntuale dei testi del canzoniere , in modo da poter gettare fondamenta più stabili per concentrarsi, in futuro, sugli imitatori fidenziani.
In coerenza a questo principio, ogni componimento dei Cantici è preceduto da un cappello introduttivo che lo contestualizza sia dal punto di vista storico (per esempio con riferimenti alle consuetudini legislative o all’organizzazione scolastica dell’epoca) sia, soprattutto, dal punto di vista letterario (tramite citazioni testuali e riprese ideologiche dell’archetipo petrarchesco o mediante rimandi a modelli epici canonizzati dalla norma classicista). Il tutto senza mai perdere di vista la chiave necessaria per comprendere a fondo tutto il testo scroffiano: la parodia. È inoltre in questi termini, nonché a partire dall’omonimia tra Camillo Scroffa e il Camillo celebrato da Fidenzio, che si è deciso di dar conto di una nuova ipotesi di interpretativa. Ci si è proposti, cioè, di rileggere la vicenda tra il precettore e l’allievo non più in chiave meramente storico-cronachistica – dal momento che il Camillo in questione è, finora, sempre stato identificato come Camillo Strozzi –, ma intravedendovi la possibilità che lo Scroffa volesse dar conto al proprio pubblico delle discutibili consuetudini scolastico-educative dell’epoca. In una sorta di gioco di scatole cinesi, insomma, sembrerebbe possibile individuare nei personaggi attorno a cui ruotano i Cantici non tanto delle figure storiche ma una serie di alter-ego del medesimo autore, narratore e attore della vicenda.
Così, di fatto, questa indagine sui Cantici non si presenta come una nuova edizione del testo scroffiano, bensì come un nuovo commento alle precedenti edizioni critiche – in particolar modo quella di Trifone –, sorvegliatissime dal punto di vista filologico, ma estremamente sintetiche sul piano letterario e interpretativo.
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