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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-05042019-174651


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM5
Autore
PARLAGRECO, ALESSANDRO
URN
etd-05042019-174651
Titolo
Twincretine nel trattamento del diabete mellito di tipo 2: Tirzepatide agonista ibrido del recettore del GIP e del GLP-1
Dipartimento
FARMACIA
Corso di studi
FARMACIA
Relatori
relatore Prof. Calderone, Vincenzo
Parole chiave
  • tirzepatide
  • incretins
  • incretine
  • glp-1
  • gip
  • diabetes mellitus type 2
  • diabetes
  • diabetes mellitus
  • diabete mellito tipo 2
  • diabete mellito
  • diabete
  • twincretin
  • twincretine
Data inizio appello
29/05/2019
Consultabilità
Completa
Riassunto
Chiamato “il male del secolo” il diabete mellito ha assunto le caratteristiche e le dimensioni di una vera propria emergenza sanitaria a causa della sua elevata prevalenza. Nel 1980 l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) stimò che c’erano circa 108 milioni di persone affette da diabete nel mondo e questo numero è quadruplicato nelle stime del 2017 dove si contano circa 425 milioni di persone (età 20-79 anni) affette da diabete mellito, numero che si espande a 451 milioni aumentando il range di età a 18-99 anni; di questo passo, nel 2045, i malati saranno 629 milioni (età 20-79 anni) o 693 milioni (età 18-99 anni).
Il diabete mellito, chiamato più semplicemente diabete, è una malattia cronica caratterizzato da una iperglicemia e quindi un aumento delle concentrazioni di glucosio nel sangue. Questa iperglicemia è causata da un difetto nella produzione di insulina da parte del pancreas o da un difetto dell’azione di quest’ultima o entrambi.
Attualmente, secondo l’attuale classificazione redatta dall’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) e dall’ADA (American Diabetes Association) nel 1997, esistono 3 tipi di diabete: Diabete Mellito di Tipo 1 (o Insulino-dipendente) ;Diabete Mellito di Tipo 2 (o Non Insulino-dipendente); Diabete Gestazionale.
L’insorgenza del diabete mellito è legata all’insulina. L’insulina è un ormone fondamentale perché regola la quantità di glucosio nel sangue e il suo utilizzo da parte delle cellule, evitando così il verificarsi del fenomeno della glicemia alta caratteristico del diabete mellito.
La regolazione della glicemia avviene ad opera di specifici ormoni: gli ipoglicemizzanti, che abbassano la glicemia; gli iperglicemizzanti, che la innalzano la glicemia
Il principale ormone ipoglicemizzante è l’insulina, quello iperglicemizzante è il glucagone, entrambi secreti dal pancreas.
Il pancreas però non è il solo organo deputato alla regolazione della glicemia, infatti esiste un ruolo per i fattori intestinali nel controllo della glicemia post-prandiale, tramite la secrezione di ormoni chiamati incretine.
Il concetto di “incretine” nasce dall’osservazione che una determinata quantità di glucosio ingerita per via orale provoca un incremento di secrezione insulinica maggiore rispetto a quella indotta dalla stessa quantità di glucosio somministrata per via endovenosa (effetto incretinico) suggerendo così la partecipazione di un “fattore intestinale” potenziante la secrezione insulinica.
Le incretine sono ormoni prodotti a livello gastrointestinale e secrete dopo i pasti. Sono principalmente: GLP-1 (Glucagon-like peptide 1); GIP (Glucose-dependent insulinotropic peptide).
Le attuali terapie farmacologiche per il trattamento del diabete si dividono in base alla tipologia di diabete. Nel diabete di tipo 1, la terapia con insulina iniettabile è indispensabile sin dall’esordio e dalla diagnosi della malattia, in quanto il pancreas non è più in grado di produrre questo ormone, fisiologicamente secreto dalle sue cellule beta, per il mantenimento dei normali valori glicemici. Quando questo avviene, è possibile somministrarla dall’esterno grazie all’esistenza in commercio di insuline sintetiche. Nel diabete di tipo 2, la terapia è più scalare. In genere, si parte con modifiche sostanziali allo stile di vita (alimentazione e attività fisica) e se queste non sono sufficienti si associa una terapia con farmaci per bocca (farmaci orali) e/o per via sottocutanea (iniettivi non insulinici), chiamati ipoglicemizzanti.
Da circa 15 anni assistiamo a un’esplosione di nuovi farmaci per la terapia del diabete. La terapia del diabete tipo 2 è in continua evoluzione e l’arsenale terapeutico si è arricchito di molteplici nuove terapie che da sole o in combinazione tra loro sono in grado di tenere testa alla progressione tipica della malattia. Tra i nuovi farmaci, quelli incentrati sul sistema degli ormoni intestinali hanno costituito un’importante novità per il loro favorevole profilo di efficacia e di sicurezza.
L'introduzione di agonisti selettivi del recettore GLP-1 (GLP-1R) per il trattamento del diabete di tipo 2 e dell'obesità ha aumentato l'interesse scientifico e clinico sulle incretine. La combinazione degli effetti di riduzione del peso corporeo e di riduzione del glucosio di GLP-1 con un miglioramento più potente della funzione delle cellule beta attraverso le ulteriori azioni del GIP potrebbe potenzialmente offrire un trattamento più efficace del diabete e dell'obesità, con meno effetti avversi rispetto agli agonisti selettivi di GLP-1R. Infatti attualmente è in studio una nuova classe di ipoglicemizzanti che ha dato ottimi risultati in fase I e II ed è appena entrata in fase III. Questa classe è stata soprannominata “Twincretine” e il composto in esame, tirzepatide, agisce come co-agonista verso i recettori del GLP-1 e i recettori del GIP.
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