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Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-05012017-122948


Tipo di tesi
Tesi di laurea specialistica LC6
Autore
LUCULLI, GIOVANNA IRENE
URN
etd-05012017-122948
Titolo
L'emogasanalisi cordonale nella buona pratica clinica.
Dipartimento
RICERCA TRASLAZIONALE E DELLE NUOVE TECNOLOGIE IN MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA E CHIRURGIA
Relatori
relatore Prof. Boldrini, Antonio
Parole chiave
  • Encefalopatia ipossico-ischemica
  • Paralisi cerebrale
  • Asfissia neonatale
  • Emogasanalisi cordonale
Data inizio appello
23/05/2017
Consultabilità
Completa
Riassunto
Background: La compromissione dell'ossigenazione materna, la ridotta perfusione placentare o la presenza di un ostacolo al passaggio di sangue ossigenato al livello della placenta comportano un ridotto apporto di ossigeno al feto realizzando una condizione di ipossia con conseguente passaggio dal metabolismo aerobio a quello anaerobio. Il metabolismo anaerobio porta alla produzione di acidi organici che tendono ad accumularsi determinando variazioni del pH inizialmente compensate dall'azione dei sistemi tampone, quando questi si esauriscono compare acidosi metabolica o mista e si realizza una condizione definita asfissia perinatale, la sua persistenza danneggia il cervello del feto causando un quadro di encefalopatia ipossico-ischemica. Ad oggi il miglior approccio terapeutico per attenuare i danni dell’encefalopatia è l’ipotermia iniziata entro sei ore dalla nascita. Uno dei criteri necessari per definire se è opportuno iniziare il trattamento è rappresentato dalla presenza di pH < 7 e\o deficit di basi > 12 mmll\l all’emogasanalisi arteriosa cordonale eseguito entro la prima ora di vita. L’emogasanalisi cordonale è dunque un esame importante per valutare lo stato di salute del neonato ed occorre che sia eseguito correttamente per essere attendibile. Inoltre si discute ancora se sia opportuno eseguire il prelievo cordonale in tutti i neonati o piuttosto se sia meglio eseguirlo selettivamente in presenza di specifiche indicazioni.
Obiettivi: Lo scopo della tesi è stato quello di valutare, nell’ottica della Good Clinical Practice, l’utilizzo dell’emogasanalisi cordonale come strumento di indice di sofferenza perinatale per poterindividuare ed eventualmente correggere le non conformità, l’errato utilizzo del device e i possibili rischi associati a questa pratica clinica. In particolar modo abbiamo cercato di individuare eventuali errori preanalitici nell’esecuzione dell’emogasanalisi cordonale al fine di ottimizzare la procedura e di verificare se l’effettuazione universale dell’emogasanalisi cordonale in tutti i neonati rappresenta un vantaggio rispetto all’approccio più selettivo con indicazione dell’esecuzione solo in casi codificati.
Metodi: In questo studio sono stati inclusi tutti i bambini nati presso l’Azienda Ospedaliero-Universitaria Pisana dal 1°gennaio 2015 al 15 aprile 2015 con età gestazionale ≥35 settimane e peso alla nascita ≥1800gr. Per ciascun neonato sono stati presi in esame i dati relativi all’anamnesi materna, al travaglio, al parto, all’adattamento extrauterino del neonato correlati all’emogasanalisi cordonale. Inoltre è stata esaminata la distribuzione dei neonati in relazione al turno di servizio (mattina-pomeriggio-notte).
Risultati: Dei 500 neonati screenati ne sono stati arruolati 424 (85%) per i quali è disponibile sia l’emogasanalisi arteriosa che quella venosa. 25 emogasanalisi (5,9%) sono risultate patologiche con pH arterioso < 7 e\o eccesso di basi > -12mmol. Rispetto ai criteri stabiliti in letteratura sono risultati attendibili 291 campioni (68,6%). Queste emogasanalisi vengono definite affidabili perché rispettano tutti e tre i parametri stabiliti: pH arterioso di almeno 0,02 ≤ a pH venoso, pCO₂ arteriosa di almeno 5,25 mmHg > della pCO₂ venosa e pCO₂ venosa > 21,75 mmHg. Un ulteriore parametro di affidabilità che risulta rispettato in tutte le Ega è la pO₂ arteriosa < 38mmHg.
Il 31% delle emogasanalisi studiate vengono definite non affidabili (ai fini di una precisa diagnosi) perché il campione ottenuto nei due prelievi ha possibile origine venosa o da sangue misto. I nostri risultati mostrano come:
- In tutti i campioni di sangue non ci sono differenze tra Htc arterioso e venoso spie di una possibile confusione di campioni.
- Il tipo di parto e quindi la possibile presenza di condizioni di urgenza, ed il turno di servizio non hanno influenzato l’esecuzione del prelievo né nei neonati con emogasanalisi normale né in quelli con emogasanalisi patologica.
- Le diverse variabili considerate non hanno influenzato i valori dell’emogasanalisi (affidabili e non affidabili), eccetto che per le correlazioni tra pH arterioso e durata del travaglio e tra pH arterioso e punteggio di Apgar al 5’ caratterizzate rispettivamente da riduzione del pH all’aumentare della durata del travaglio e da riduzione del pH per valori bassi di Apgar.
Conclusioni: L’emogasanalisi cordonale è risultata essere corretta nella maggior parte dei casi con prelievo eseguito sia dall’arteria che dalla vena ombelicale; non risultano errori preanalitici (bolle d’aria, emolisi, sedimentazione).
L’effettuazione dell’Emogasanalisi cordonale in tutti i neonati favorirsce maggiore praticità ed attenzione nell’esecuzione del prelievo. Questo porta ad avere un campione più affidabile ed utile nella sua interpretazione; inoltre essendo un esame sicuro, poco invasivo e fornendo importanti informazioni sulle condizioni cliniche dei neonati dopo il parto, si rivela un ottimo ausilio di routine. La quantità di campione di cui si necessita per l’analisi è minima e la sua raccolta non intralcia eventuali altre raccolte come la donazione di sangue cordonale. Poiché la raccolta di sangue cordonale, a cordone correttamente clampato e conservato, è possibile fino ad un’ora dopo il parto, l’esecuzione dell’emogasanalisi non va a intralciare nemmeno la pratica del clampaggio ritardato.

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