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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-05012013-155151


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
ARMADORI, ALESSANDRA
URN
etd-05012013-155151
Titolo
IL DIRITTO D'ASILO TRA UNIONE EUROPEA E ITALIA: ANALISI CRITICA ALLA LUCE DELLA PRASSI APPLICATIVA
Dipartimento
SCIENZE POLITICHE
Corso di studi
STUDI INTERNAZIONALI
Relatori
relatore Prof. Di Filippo, Marcello
Parole chiave
  • asilo territoriale
  • procedura d'asilo
  • protezione umanitaria
Data inizio appello
20/05/2013
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
20/05/2053
Riassunto
Nel corso dell’ultimo decennio, complice la sua peculiare posizione geografica nel Mediterraneo e la crescente instabilità socio-politica internazionale, l’Italia è divenuta un Paese di destinazione per migliaia di rifugiati e richiedenti asilo che, ogni anno, si vedono costretti ad abbandonare sia il martoriato continente africano che quello asiatico. Nonostante ciò, nella società italiana continua a persistere una scarsa informazione sul fenomeno delle migrazioni forzate ed una visione fortemente pregiudizievole e negativa nei confronti di tale particolare categoria di migranti.
L’analisi svolta nel presente lavoro è orientata, essenzialmente, a dimostrare l’infondatezza di tale percezione, affrontando la complessa tematica dei rifugiati e richiedenti asilo da una prospettiva eminentemente giuridica. A tal proposito, partendo da un’analisi del quadro normativo internazionale, europeo e nazionale in materia di asilo, si è cercato di offrire una panoramica sul funzionamento concreto del sistema di protezione internazionale vigente in Italia, col fine ultimo di fare emergere i punti di forza e di debolezza di un regime di tutela in costante evoluzione.
In particolare, l’analisi delle fonti internazionali ha permesso di evidenziare l’inesistenza di strumenti vincolanti capaci di tutelare effettivamente il diritto di asilo, quale inalienabile diritto dell’individuo all’ottenimento della protezione da parte di uno Stato diverso da quello di nazionalità. Inoltre, l’assenza di una disciplina puntuale e vincolante sul diritto di asilo ha favorito la sua sostanziale restrizione alla fattispecie del rifugio e alle ipotesi di tutela derivanti dal principio di non refoulement. La stessa Unione europea, nel tentativo di dare vita ad un modello di asilo comune a tutti gli Stati membri, non è riuscita ad andare oltre la previsione di due forme di protezione, ossia il riconoscimento dello status di rifugiato o di beneficiario della protezione sussidiaria, che, di fatto, non risultano sufficienti a comprendere tutte le situazioni potenzialmente rientrabili nella fattispecie del diritto di asilo.
L’analisi sullo “stato di salute” del sistema di protezione internazionale vigente in Italia, notevolmente riformato alla luce degli indirizzi comunitari, ha mostrato l’esistenza di molteplici elementi di pregio, specie a livello normativo, i quali, tuttavia, rischiano di essere inficiati da un’eccessiva eterogeneità di prassi applicative e da politiche migratorie fortemente repressive. Il ricorso sempre più marcato a tecniche di esternalizzazione dei controlli alle frontiere, la persistenza di logiche emergenziali nella gestione dei bisogni di accoglienza dei richiedenti asilo, l’eccessiva durata della procedura per il riconoscimento della protezione internazionale, la totale assenza di politiche finalizzate a favore percorsi di inclusione sociale per i titolari di protezione, costituiscono solo alcuni degli elementi di criticità emersi dallo studio in oggetto. Alla luce di flussi migratori sempre più intensi ed imprevedibili, l’Italia è chiamata, pertanto, ad avviare, celermente, importanti riforme strutturali che permettano sia di superare le persistenti logiche “emergenziali”, sia di coniugare, efficientemente, il soddisfacimento delle esigenze di controllo e sicurezza nazionali ed i bisogni di accoglienza e protezione dei richiedenti asilo e dei titolati di tale protezione. Riforme sostanziali che permettano, in ultima istanza, di dare certezza e consistenza sia al diritto di chiedere protezione che al diritto di godere di un’effettiva tutela in caso di accoglienza sul territorio nazionale.

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