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Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-05012008-211504


Tipo di tesi
Tesi di laurea specialistica
Autore
MARSICO, FRANCESCA
URN
etd-05012008-211504
Titolo
Analisi dell'impatto ambientale della filiera bioetanolo - La fase agricola
Dipartimento
AGRARIA
Corso di studi
GESTIONE E TUTELA DELL'AMBIENTE AGRO-FORESTALE
Relatori
Relatore Prof. Mazzoncini, Marco
Parole chiave
  • Nessuna parola chiave trovata
Data inizio appello
19/05/2008
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Riassunto
RIASSUNTO
Negli ultimi anni l’interesse per le fonti di energia rinnovabili, ed in particolare per i biocarburanti, è andato rapidamente crescendo. Il fenomeno si spiega in parte con l’elevato prezzo del petrolio, peraltro in continua ascesa, e in parte con la necessità di ridurre gli impatti ambientali che derivano dall’impiego dei carburanti fossili. In ottemperanza agli impegni assunti con la firma del Protocollo di Kyoto, la Commissione europea si è impegnata a sostituire, entro il 2010 il 5,75 % dei carburanti usati per il trasporto con biocarburanti di origine vegetale (entro il 2020 tale percentuale dovrebbe arrivare al 10%).
L’etanolo è ottenuto dalla fermentazione degli zuccheri ricavati da qualunque materia prima vegetale che contiene o che può essere trasformata in zuccheri, come l’amido e la cellulosa; può essere usato allo stato puro o ad alta concentrazione solo in motori a ciclo otto modificati o espressamente concepiti. Il Brasile, è il maggior produttore e utilizzatore di bioetanolo seguito da Stati Uniti e Cina. Nell’Unione Europea il bioetanolo rappresenta solo una piccola parte della produzione totale di biocarburanti. I sostenitori dei biocarburanti ritengono che dalla loro diffusione derivi una maggiore sicurezza energetica (data la minore dipendenza dai paesi produttori di petrolio), una riduzione dell’impatto ambientale (in termini di emissioni di CO2 e altri gas climalteranti) e un più razionale impiego delle terre coltivabili, soprattutto in Europa.
Ci sono tuttavia due problemi di ordine economico ed ambientale. Nel primo caso il costo di produzione, in Europa, è tale da non rendere economicamente conveniente l’attivazione della filiera se non supportata da una adeguata politica di defiscalizzazione del biocarburante; nel lungo periodo nasce quindi il dubbio che la perdita di gettito fiscale derivante dalla defiscalizzazione non sia realisticamente sostenibile. D’altra parte, per valutare appieno i vantaggi ambientali teoricamente offerti dai biocarburanti, dovremmo capire quale impatto sull’ambiente potrebbe avrebbe la trasformazione dell’indirizzo produttivo di vaste aree agricole e la conversione di altre zone, come pascoli o foreste, alla produzione di massa vegetale per la produzione di biocarburanti.
L’obiettivo di questa tesi è stato quello di valutare, dopo un’attenta analisi delle caratteristiche del bioetanolo come fonte energetica alternativa, l’impatto ambientale della fase agricola della filiera del bioetanolo in termini di efficienza energetica e di impatto sull’effetto serra. L’ipotesi di lavoro si riferisce all’attivazione di una ipotetica filiera agroenergetica per la produzione di bioetanolo a partire da mais coltivato in Toscana, iniziando dall’identificazione e dalla quantificazione dei consumi di materia ed energia e delle emissioni nell’ambiente, nella prospettiva di identificare e valutare le opportunità per diminuire questi impatti.
A tale scopo è stato utilizzato, come strumento quantitativo per la valutazione dell’impatto ambientale, il Life Cycle Assessement (LCA); non si tratta di uno strumento decisionale ma di uno strumento di supporto alle decisioni molto utile perchè consente di riformulare alcune delle questioni di fondo riguardo la sostenibilità di scelte strategiche su sistemi complessi quali ad esempio lo sviluppo della filiera oggetto di questa tesi. Per la tecnica di coltivazione del mais sono stati ipotizzati due livelli di intensificazione colturale (uno più intensivo dell’altro).
I risultati ottenuti indicano che il livello di input più basso ha un bilancio positivo per quanto concerne le due categorie di impatto considerate, cioè l’energia consumata dalla fase agricola della filiera in rapporto a quella ottenuta al termine del processo produttivo e il GWP (Global Warming Potential). Secondo i risultati ottenuti, la produzione di etanolo da mais consentirebbe, in Toscana, un guadagno energetico e ambientale per la produzione di energia soprattutto se la coltivazione avvenisse con tecniche a basso impiego di mezzi tecnici.
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