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Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-04282014-151356


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
BOCCA, GIOVANNI
URN
etd-04282014-151356
Titolo
Il sistema di intervento del "Polo" di Protezione Civile della Spezia nelle calamità naturali in Italia
Dipartimento
GIURISPRUDENZA
Corso di studi
SCIENZE PER LA PACE: COOPERAZIONE INTERNAZIONALE E TRASFORMAZIONE DEI CONFLITTI
Relatori
relatore Prof. Ardovino, Emilio
controrelatore Dott. Paolinelli, Andrea
Parole chiave
  • calamità
Data inizio appello
05/06/2014
Consultabilità
Completa
Riassunto
E’ a seguito di numerose calamità naturali verificatesi dal dopoguerra ad oggi che il 24 febbraio 1992 con la legge n° 225 ,veniva istituito il servizio Nazionale della Protezione Civile. Quella legge sanciva la competenza della Presidenza del Consiglio dei Ministri in merito al coordinamento ed alla promozione delle attività legate alla Protezione Civile. Da quella “storica” data ai giorni nostri molto è cambiato in seno alla Protezione Civile; tante le leggi che si sono succedute, per arrivare dapprima alla riforma Bassanini (legge.300) che nel 1999 ha istituito l’Agenzia della Protezione Civile e poi alla Legge n°401 del novembre 2001 che sopprimeva l’agenzia stessa per assegnare tutte le competenze ad un apposito dipartimento della Protezione Civile. Oggi la Protezione Civile è strutturata in questo modo: A coordinare le attività a livello nazionale è il Dipartimento della Protezione Civile posto alle dirette dipendenze della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Le strutture di cui si avvale sono quelle del Corpo Nazionale dei vigili del Fuoco, delle Forze armate, delle Forze di Polizia Italiana, il Consiglio Nazionale delle Ricerche, i servizi tecnici nazionali, i gruppi di ricerca scientifica, l’Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia, la C.R.I. il soccorso alpino , il S.S.N. e le organizzazioni di volontariato. Le Regioni partecipano all’organizzazione delle attività di Protezione Civile assicurandone lo svolgimento delle attività ad essa collegate. Predispongono ed attuano programmi regionali di previsione e prevenzione su direttive nazionali. Le Provincie assicurano lo svolgimento dei compiti relativi alla rilevazione, alla raccolta ed alla elaborazione dei dati interessanti alla Protezione Civile e predispongono dei programmi provinciali di previsione e prevenzione contro le calamità in armonia con i dettami nazionali e regionali. Il Prefetto sulla base di questi programmi di previsione e prevenzione predispone il piano per fronteggiare l’emergenza su tutto il territorio provinciale e ne cura ’attuazione. Il principale modello di intervento a seguito di calamità è il Metodo Augustus, uno strumento di riferimento per la pianificazione nel campo delle emergenze utilizzato dal Dipartimento della Protezione Civile. Sulla base di questo metodo un piano di emergenza viene schematizzato in tre parti: A) la raccolta di informazioni(Dati di Base); B) l’individuazione degli obiettivi da salvaguardare; C) la realizzazione di un modello di intervento operativo sul territorio. Al momento dell’evento calamitoso viene istituita immediatamente la DI.COMA.C.(direzione di comando e controllo), quindi il C.C.S.(Centro Coordinamento Soccorsi), il C.O.M.(Centro operativo misto) e il C.O.C(centro operativo Comunale) che è una struttura decentrata sul territorio e quindi più vicina alla popolazione. Il Metodo Augustus si compone di 15 funzioni: F1- Tecnica Scientifica e di pianificazione; F2- Sanità, assistenza e veterinaria; F3-Mass-media ed informazione; F4-Volontariato; F5-Materiali e Mezzi; F6-Trasporto, circolazione e viabilità; F7- Telecomunicazioni; F8- servizi essenziali; F9-Censimento danni a persone o cose; F10- Strutture operative e S.A.R.; F11- Enti Locali; F12- Materiali pericolosi; F13-Assistenza alla Popolazione: F14-Coordinamento dei centri operativi; F15-tutela dei beni culturali. Il Polo di Protezione della Provincia della Spezia nasce di fatto il 25 agosto 2007 quando i referenti di alcuni gruppi di volontari si riuniscono presso i locali del Centro Integrato di Protezione Civile di Santo Stefano Magra e costituiscono il Coordinamento dei Volontari di Protezione Civile della Provincia della Spezia. Lo scopo che si prefiggono è quello di coordinare le attività dei gruppi aderenti al coordinamento, partecipare quando richiesti, ad interventi di soccorso in ambito locale e nazionale, promuovere l’addestramento dei volontari di Protezione Civile ed incentivare lo spirito del volontario di protezione civile attraverso apposite manifestazioni. Successivamente alla costituzione del “Polo” presso le strutture di Santo Stefano Magra ha trovato una apposita sede parte della Colonna mobile regionale Ligure e d attualmente trovano ricovero numerosi automezzi tra cui cinque Land Rover Defender, due pulmini a nove posti, due furgoni Ducato allestiti SCAM, un ufficio mobile, una cucina mobile, un carrello mobile con servizi igienici, cinquanta tende dalla capacità di 6/8 posti letto, un potabilizzatore con insacchettatrice ed un generatore con container. Il primo grande intervento dei volontari liguri senza l’ausilio dell’esercito, dopo l’abolizione della leva militare, è stato quello relativo al terremoto in Abruzzo.
All’indomani della prima grande scossa tellurica del 6 aprile 2009 che aveva distrutto il territorio Aquilano la colonna mobile della Liguria era pronta alla partenza. I volontari del Ponente Ligure partiti dall’Aeroporto Panero di Villanova d’Albenga giunti a Santo Stefano Magra si erano uniti a quelli del Levante ligure ed insieme si erano mossi per le zone terremotate. Quattordici interminabili ore di viaggio, una lunghissima colonna di mezzi e materiali, scortati dalla Polizia per tutto il viaggio necessario per raggiungere Tione degli Abruzzi e le frazioni di Goriano Valli e Santa Maria del Ponte dove erano stati incaricati dell’allestimento di tre tendopoli. A quella missione in Abruzzo avevano preso parte 258 volontari, 27 tra medici, paramedici ed agenti del Corpo Forestale dello Stato della Liguria. La Colonna mobile Ligure aveva organizzato gestito tre tendopoli fornendo pasti e un tetto caldo a circa 450 sfollati. L’opera dei volontari liguri era stata molto apprezzata dalla popolazione locale; il sindaco del paese sottolineava il “grande impegno del contingente ligure a Tione degli Abruzzi e si augurava che il contributo di amicizia e solidarietà fosse continuato nel tempo”. Ancora oggi un solido legame di amicizia cimenta i rapporti tra la popolazione del paese Abruzzese e i volontari del Polo di Protezione Civile di Santo Stefano Magra. Il territorio del Comune di Arcola(SP) il 23 dicembre 2010 è stato colpito da un violento nubifragio che ha provocato danni ingenti al territorio arcolano. L’abitato di Romito, cosi come quello di Ressora e il Piano di Arcola sono rimasti completamente allagati. Numerose sono le frane attivate, fanno paura quelle sui fianchi della montagna in località Ressora e quella che è scesa dalla collina di Trebiano. I volontari , dopo l’apertura del C.O.C. in località Romito hanno prima provveduto a mettere in sicurezza le persone intrappolate dalle acque e successivamente hanno cominciato a spalare fango nelle varie frazioni per permettere il ripristino della circolazione e le normali attività. Le operazioni si sono protratte per diversi giorni; ogni sera un breefing al C.O.C. per valutare e coordinare le attività del giorno successivo; i volontari sopraggiunti da ogni parte della Liguria e dalla vicina Toscana hanno lavorato alacremente fino al termine dell’emergenza che si è protratto fino alla prima decade del gennaio 2011.
Con la crisi dei governi dell’area Mediterranea Africana, dei paesi del Magreb è cresciuta l’emergenza profughi al punto che è diventata una emergenza nazionale. Gli sbarchi sulle coste italiane sono aumentate a dismisura ed il Canale di Sicilia è diventato improvvisamente una autostrada del mare attraverso la quale centinaia di migliaia di profughi hanno tentato di raggiungere l’Europa ricca e opulenta. A seguito di questo continuo esodo il 6 aprile 2011 tra Governo Italiano, Regioni, Provincie autonome ed Enti Locali era stato firmato un accordo che conferiva alla Protezione Civile Nazionale di pianificare l’accoglienza degli ospiti in strutture dedicate. Era stato così che a La Spezia presso il “Polo” di Protezione Civile erano stati alloggiati 35 ospiti provenienti da diversi paesi Africani e dal Bangladesh e dalle diverse professioni religiose. Far convivere Cristiani e Mussulmani non era cosa facile; gli usi, i costumi , le tradizioni religiose sono molto diverse tra le due grandi religioni monoteistiche, tuttavia nessuno tra gli ospiti ha mai rivendicato il diritto ad una predominanza religiosa rispetto all’altra. Anzi durante quel periodo il Camerunense Fotso Calvin aveva abbracciato la religione cattolica facendosi battezzare. I profughi erano stati seguiti dai volontari della Protezione Civile fino al 25 ottobre 2011 quando una grave alluvione aveva colpito il territorio Spezzino. L’alluvione aveva dirottato il personale volontario verso l’emergenza ed il supporto ai migranti era stato affidato alla cooperativa Maris.
Il 25 ottobre 2011 circa 600 millimetri d’acqua sono caduti in poche ore sulle Cinqueterre, sulla Val di Vara e sulla Val di Magra provocando morte e distruzione. Le comunicazioni erano totalmente interrotte ed i volontari del Polo di Protezione Civile si sono resi immediatamente disponibili per interventi sul territorio. Vernazza e Monterosso al Mare erano due paesi spettrali con enormi colate di ghiaia che arrivavano fino al mare. Pignone, Brugnato e Borghetto Vara apparivano distrutte e tutta la pianura alluvionale dei fiumi Vara e Magra risultava fortemente allagata con il ponte della Colombiera in località Cafaggio di Ameglia crollato sotto la forza della piena. I volontari Spezzini si sono subito impegnati per soccorrere le popolazioni ferite ed in difficoltà. Importante è stato anche l’intervento delle colonne mobili del volontariato delle Regioni confinanti che sono scese nel territorio ligure per dare una mano, ripulire i paesi e ripristinare la viabilità. Il piazzale del “Polo” in quei giorni era diventato un immenso deposito di viveri e materiali stoccati in attesa di essere distribuiti alle popolazioni. C’erano numerosi elicotteri che planavano , caricavano merci e derrate alimentari per poi ripartire verso le località colpite. E’ stato un lavoro immane e continuo per le migliaia di volontari che da tutta l’Italia sono accorsi nello spezzino ed in Lunigiana per far fronte all’emergenza alluvione.
La scossa di terremoto che ha colpito l’Emilia Romagna la notte del 20 maggio 2012 ha scosso di fatto tutto il Nord Italia. Numerosi i morti ed i capannoni distrutti. La colonna mobile della Liguria con cinquanta tende, cucine da campo ha allestito in località San Biagio nel Comune di San Felice Sul Panaro una tendopoli per dare assistenza alle popolazioni colpite. All’interno del campo 250 sfollati di cui 60 bambini , ma soprattutto 15 etnie. C’erano le diverse attività ludiche per i numerosi bambini ospitati ma anche molte difficoltà per fare coesistere le molte religioni che per certi versi erano in contrasto tra loro. Tra le altre cose quello era il periodo del Ramadan e quindi molti assistiti mangiavano e bevevano solamente dopo il tramonto del sole. La Colonna Mobile Regionale Ligure è rimasta a San Biagio nel Comune di San Felice sul Panaro fino al 29 Luglio 2012 quando la Protezione Civile della Provincia Autonoma di Trento è subentrata nella gestione della Tendopoli
Conclusioni: L’obiettivo condiviso dalle associazioni di volontariato di Protezione Civile associate al Centro Integrato della Protezione Civile di Santo Stefano Magra è stato quello di creare in ogni zona di territorio della Provincia della Spezia, un servizio di pronta risposta alle esigenze della popolazione. All’interno delle varie associazioni esistono tutte le professionalità della società moderna, insieme a tutti i mestieri e questo mix costituisce una grande risorsa, fondamentale nelle grandi emergenze, quando il successo degli interventi dipende dal contributo delle varie specializzazioni(medici, ingegneri, infermieri, cuochi, falegnami etc). L’impegno di ogni volontario è una risorsa preziosa e vitale, non solo per il territorio spezzino ma, per tutto il territorio nazionale. La gratifica più grande per un volontario di protezione civile è il cittadino che ti dice “Grazie”, anche dopo aver spalato per una intera giornata fango dalla sua abitazione. Mentre la risorsa è una sola: “La voglia di fare qualcosa per se e per gli altri”.
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