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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-04282014-121821


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM5
Autore
DE FABIIS, AURORA
URN
etd-04282014-121821
Titolo
S.T.U. società flessibili per il recupero e la riqualificazione di aree di rilevante interesse urbanistico: i casi delle aree "Porta a Mare" e "Nuovo Centro" nel Comune di Livorno.
Dipartimento
GIURISPRUDENZA
Corso di studi
GIURISPRUDENZA
Relatori
relatore Prof.ssa Giomi, Valentina
Parole chiave
  • Livorno
  • STU
  • Società di trasformazione urbana
Data inizio appello
26/05/2014
Consultabilità
Completa
Riassunto
Le Società di trasformazione urbana, meglio conosciute sotto l’acronimo Stu, costituiscono un’ ipotesi di partenariato istituzionale pubblico-privato, strumentale ad una migliore gestione del territorio. Esse danno corpo ad una sorta di longa manus della P.A. attraverso la quale dare attuazione alle scelte di pianificazione cristallizzate negli strumenti urbanistici. Tuttavia, la funzione delle Stu non si riduce ad una mera esecuzione delle previsioni contenute nei piani, ma a questo compito essenziale si associano ulteriori attività che rendono tali moduli societari particolarmente utili sotto il profilo di una efficace e razionale gestione dei servizi che investono il territorio. Si pensi all'attività di progettazione degli interventi da realizzarsi, alla commercializzazione delle aree riqualificate ed, infine, alla gestione, in senso stretto, di servizi pubblici che, a vario titolo, possono riguardare le zone interessate.
Con l’art.17, comma 59, della Legge 15 maggio 1997, n.127, il cui dettato è integralmente riprodotto dall'art. 120 del T.U. delle leggi sull'ordinamento degli Enti locali (decreto legislativo 267/2000), vengono disciplinate le Società di Trasformazione Urbana. Queste sono società per azioni miste, costituite tra Comuni/Città metropolitane e privati, cui possono partecipare regioni e province e sono finalizzate a realizzare interventi di trasformazione urbana in attuazione degli strumenti urbanistici vigenti, attraverso un’attività di:
a)acquisizione preventiva delle aree da trasformare,
b)progettazione,
c)realizzazione degli interventi,
d)commercializzazione delle aree riqualificate,
e)gestione anche degli eventuali servizi pubblici .
La norma in argomento, che viene a colmare una grave lacuna nella situazione italiana nella quale manca una tradizione consolidata di interventi di riqualificazione urbana, di riuso dell’esistente e di interventi di trasformazione integrata, si inserisce nel più ampio contesto normativo oramai consolidato quale è quello della esternalizzazione di attività, servizi e funzioni pubbliche .
Si tratta, in sintesi, di attribuire a soggetti privati competenze, fino a quel momento di pubbliche amministrazioni, che vengono esercitate con moduli di diritto privato in luogo dei tradizionali procedimenti amministrativi.
Gli Enti locali hanno colto l’opportunità di coordinare l’erogazione di servizi pubblici e la gestione urbanistica, attraverso le possibilità offerte dalla creazione di tali società, seguendo la comune tendenza all'esternalizzazione di attività, che, tradizionalmente sono sempre state svolte all'interno della pubblica amministrazione.
Infine tre sono i pilastri fondamentali su cui si può reggere la fortuna di questo istituto:
1.l'individuazione da parte dell'ente locale di un obiettivo ritenuto strategico per la collettività amministrata, ma al contempo non facilmente (e non in tempi brevi) raggiungibile con risorse autonome;
2.la consapevolezza che per il raggiungimento di tali obiettivi può risultare indispensabile il concorso dei privati;
3.il superamento, per ottenere tale concorso, di ogni pregiudiziale, non solo ideologica, al riconoscimento di un concreto vantaggio per i privati che sono chiamati a realizzare anche l'obiettivo pubblico.
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