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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-04272016-105525


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
DI NINO, LUCA
URN
etd-04272016-105525
Titolo
L'Operazione Barbarossa storia e storiografia
Dipartimento
CIVILTA' E FORME DEL SAPERE
Corso di studi
STORIA E CIVILTA
Relatori
relatore Prof. Baldissara, Luca
Parole chiave
  • operazione barbarossa
Data inizio appello
23/05/2016
Consultabilità
Completa
Riassunto
L'Operazione Barbarossa è stata la più grande campagna militare della storia, ed ha deciso le sorti della Seconda Guerra Mondiale. Dal punto di vista storiografico possiamo individuare vari aspetti delle cause dello scatenarsi del conflitto.1
Innanzitutto vi era un'ostilità ideologica fra i due regimi nazionalsocialista e comunista; il regime tedesco si era prefissato come obiettivo la distruzione del bolscevismo, e si considerava il baluardo europeo contro la Russia sovietica. D'altro canto l'Unione Sovietica si considerava come baluardo antifascista, di cui la Germania hitleriana era la massima espressione.
Difatti entrambi questi due paesi avevano ammiratori in Europa e nel mondo; gli Stati fascisti per quel che riguardava la Germania, il movimento comunista internazionale per quel che riguardava l'Unione Sovietica.
Un'altra ragione dello scoppio delle ostilità fu quella geopolitica, soprattutto per quel che riguarda il punto di vista tedesco. Fondamentale è il concetto hitleriano del Lebensraum, lo spazio vitale destinato al popolo tedesco. Esso doveva essere conquistato nell'Europa orientale, a danno dei popoli definiti Untermenschen (sub-umani), dall'ideologia nazista: gli slavi, gli ebrei e i rom. La loro sorte sarebbe stata il genocidio o la riduzione in schiavitù.2
Tale attitudine fu esplicitata dallo stesso Hitler nel suo messaggio alle forze armate tedesche prima dell'inizio delle operazioni, nel quale dichiarò che la campagna di Russia sarebbe stata una "lotta" diversa da quelle affrontate fino ad allora in Europa ("i bolscevichi sono dei criminali e come tali devono essere trattati. Sono i creatori di metodi di lotta asiatici e barbarici").
È da ricordare che l'Unione Sovietica non aderiva alla Convenzione di Ginevra: ciò consentiva anche formalmente l'utilizzo di una brutalità senza precedenti da parte dei due eserciti. Ma il motivo determinante più probabile è un altro: fin dall'invasione della Polonia e la dichiarazione di guerra anglo-francese, i tedeschi avevano cercato la pace con gli inglesi, da questi sempre rifiutata.
Vista questa determinazione britannica pensarono che davanti ad una "crociata anticomunista" la capitalista Gran Bretagna avrebbe acconsentito alla pace per permettere ai tedeschi di concentrare tutte le forze contro il comunismo. Invece, con grande stupore tedesco, la Gran Bretagna si alleò con l'Urss, in uno schieramento atipico.3
Hitler allora si decise ad attaccare l'Unione Sovietica, anche per costringere l'Inghilterra alla pace. Dal punto di vista strategico era importante per la Germania assicurarsi il Lebensraum ricco di risorse agricole (Ucraina), industriali (città come Stalingrado, Leningrado e Mosca) e petrolifere (Caucaso) prima che gli Stati Uniti d'America entrassero in guerra con il loro enorme potenziale bellico e industriale.
Stalin sapeva che prima o poi Hitler avrebbe attaccato l'URSS, ma non si aspettava che l'aggressione sarebbe avvenuta così presto. Lo stato maggiore tedesco avvertì, invano, Hitler del grosso rischio di una guerra su due fronti. Il dittatore, però, come al solito sovrastimò se stesso, il suo popolo ed il suo esercito e si lanciò nell'ennesima puntata d'azzardo della sua carriera politica.
Fino ad ora gli erano andate tutte bene; la condotta aggressiva tenuta dalla Germania fino a quel momento aveva consentito l'annessione della Saar e la smilitarizzazione della Renania, l'Anschluss con l'Austria, l'incorporamento dei Sudeti cecoslovacchi seguita poi dall'inglobamento della Cecoslovacchia stessa in un protettorato tedesco. Tutto questo senza sparare un colpo. Inoltre, nell'estate del 1939, Germania e Unione Sovietica erano diventate addirittura alleate; stipulando un patto di non aggressione con una clausola segreta che prevedeva la spartizione della Polonia.4
La guerre contro Polonia, Norvegia, Francia e nei Balcani erano state vinte con una rapidità straordinaria, usando la tattica della guerra-lampo. Aspettandosi una vittoria-lampo come in Francia, Hitler non preparò le truppe per una guerra destinata a protrarsi nei mesi invernali, che del resto sarebbe stata impossibile. Ad esempio, i soldati tedeschi non vennero dotati di un abbigliamento adatto ai rigori dell'inverno russo.
In preparazione all'attacco, la Germania spostò 2,5 milioni di uomini a ridosso dei confini orientali, lanciò numerose missioni di ricognizione aerea sul territorio sovietico e accumulò enormi quantitativi di materiale logistico nelle zone di frontiera. Nonostante questi indizi evidenti, i sovietici furono colti letteralmente di sorpresa. Questo anche perché Stalin riteneva che la Germania avrebbe aperto il fronte orientale non prima di aver portato a termine le operazioni militari contro la Gran Bretagna.
Nonostante le ripetute segnalazioni dei servizi segreti, Stalin si rifiutò di modificare la sua linea di condotta. Il dittatore riteneva che le informazioni ricevute fossero frutto della disinformazione britannica, volta a fomentare uno scontro diretto tra Germania e URSS. 5
La Germania contribuì a questo inganno, fornendo ai sovietici una versione dei fatti secondo la quale lo Stato Maggiore tedesco stava cercando di ingannare i britannici simulando un imminente attacco all'Unione Sovietica, mentre in realtà (la realtà che si voleva i sovietici fossero indotti a ritenere vera) le truppe e i rifornimenti sarebbero stati ammassati fuori dal raggio d'azione dei bombardieri britannici in preparazione di un'invasione della Gran Bretagna. È stato stabilito che una spia comunista, il dottor Richard Sorge, diede a Stalin la data esatta dell'inizio dell'Operazione.
La strategia definitiva, concordata da Hitler e dai suoi assistenti nell'Alto Comando tedesco (OKW, Oberkommando der Wehrmacht), prevedeva l'impiego di tre gruppi d'armata incaricati di conquistare regioni ben definite e grosse città dell'Unione Sovietica.
Il Gruppo d'armate Nord aveva il compito di marciare attraverso i paesi baltici e nella Russia settentrionale, al fine di impadronirsi della città di Leningrado (oggi San Pietroburgo). Il Gruppo d'armate Centro avrebbe puntato direttamente su Mosca, marciando attraverso l'odierna Bielorussia e le regioni centro-occidentali della Russia. Il Gruppo d'armate Sud avrebbe colpito la densamente popolata Ucraina, prendendo Kiev e continuando in direzione est verso le steppe della Russia Meridionale e i lontani campi di petrolio, fino ad arrivare al fiume Volga. Questa strategia conteneva già una debolezza intrinseca in quanto le tre direttrici avrebbero sparpagliato le forze sull'immenso territorio russo, evitando di concentrarsi su un unico settore.
I generali, poi (specie Guderian) avrebbero voluto una penetrazione a freccia, direttamente verso gli obiettivi principali, mentre Hitler, più cauto, decise di tornare indietro a eliminare le sacche sovietiche rimaste pericolosamente nelle retrovie, perdendo tempo prezioso.
Difficile stabilire quale di queste strategie avrebbe avuto migliori possibilità di successo; sta di fatto che si andava incontro a un territorio sterminato, povero di strade e con ferrovie di diverso scartamento, e i tedeschi combattevano in campo nemico a parecchie centinaia di km di distanza dai punti base.
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