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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-04222015-154217


Tipo di tesi
Tesi di specializzazione (5 anni)
Autore
LORUSSO, LOREDANA
URN
etd-04222015-154217
Titolo
Antigene carboidratico 19.9 (Ca 19.9): un nuovo fattore prognostico di mortalità nei pazienti con carcinoma midollare tiroideo avanzato.
Dipartimento
MEDICINA CLINICA E SPERIMENTALE
Corso di studi
ENDOCRINOLOGIA E MALATTIE DEL METABOLISMO
Relatori
relatore Prof. Elisei, Rossella
Parole chiave
  • fattori prognostici
  • mortalità
  • CEA
  • carcinoma midollare tiroideo avanzato
  • calcitonina
  • Ca 19.9
Data inizio appello
26/05/2015
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
26/05/2085
Riassunto
Il carcinoma midollare della tiroide (CMT) è una neoplasia in grado di produrre una serie di proteine tra le quali la calcitonina (Ct), l’antigene carcinoembrionario (CEA), la cromogranina, l’enolasi neurono-specifica e la tireoglobulina. Nella pratica clinica i livelli di Ct e CEA sono i marcatori più sensibili utilizzati per avere informazioni riguardo la persistenza o la recidiva di malattia. E’ inoltre ben noto il ruolo che i tempi di raddoppiamento sia della Ct (TR Ct) che del CEA hanno nell’identificare la progressione di malattia di questi pazienti. Recentemente abbiamo osservato descritto un caso peculiare di CMT con atteggiamento particolarmente aggressivo che ha condotto il paziente rapidamente a morte. Questo CMT risultava associato ad elevati livelli di antigene carboidratico 19.9 (Ca 19.9), un marcatore ampiamente utilizzato nel follow-up delle neoplasie gastrointestinali. In letteratura era stato descritto solo un alto caso di CMT, nel contesto di una MEN2B, associato a elevati livelli sierici di Ca 19.9, anche questo a decorso rapido ed infausto. Altri due studi hanno invece dimostrato la positività immunoistochimica del Ca 19.9 in tessuti tumorali di CMT (6% dei tessuti in uno studio più vecchio e 63% in uno studio più recente).
Scopo dello studio: scopo dello studio è stato quello di valutare la percentuale di pazienti con CMT avanzato associato ad elevati livelli di Ca 19.9 e l’eventuale correlazione di questo marcatore con i livelli di Ct e CEA, con il TR Ct, con la positività della mutazione somatica del gene RET e con alcune caratteristiche clinico-patologiche del gruppo di studio (i.e. la presenza di metastasi linfonodali e a distanza sia al momento della diagnosi che al momento dell’osservazione). Abbiamo inoltre valutato se la positività sierica al Ca 19.9 potesse rappresentare un fattore prognostico di morte in questi pazienti. E’ stata infine valutata la percentuale di positività immunoistochimica del Ca 19.9.
Pazienti e metodi: Abbiamo dosato i livelli di Ca 19.9, Ct e CEA e analizzato i dati clinico-patologici di 100 pazienti con CMT in fase avanzata e quindi con evidenza di malattia strutturale (metastasi linfonodali cervicali e/o metastasi a distanza). L’analisi immunoistochimica è stata eseguita in 55/100 campioni tumorali prelevati sia da tessuto primario (n=34) che metastatico (n=21).
Gli stessi dosaggi sierici sono stati eseguiti in un gruppo di controllo costituito da 100 pazienti con CMT in remissione clinica o con la sola persistenza biochimica di malattia (pazienti con Ct basale dosabile senza evidenza di malattia strutturale).
Risultati: 16/100 (16%) pazienti con CMT avanzato avevano livelli sierici elevati di Ca 19.9 (media: 988 U/ml + 2513); i valori medi di Ct e CEA erano 7.466 + 8.030 pg/ml e 1.534 + 2.311 U/ml, rispettivamente. E’ stata trovata una correlazione lineare positiva tra i livelli di Ca 19.9 e quelli di Ct (Spearman’s rho= 0.21; p= 0.04) e di CEA (rho= 0.245; p= 0.01). Nel gruppo degli 84 pazienti negativi al Ca 19.9 i valori medi di Ct e CEA erano 1.934 + 3.089 pg/ml e 160 + 631 U/ml, rispettivamente: entrambi questi valori risultavano significativamente più bassi rispetto a quelli trovati nel gruppo di pazienti con valori di Ca 19.9 elevati (p<0.0001 sia per la Ct che per il CEA). Inoltre, nel gruppo Ca 19.9 negativo, il numero di pazienti (n=20; 23,8%) che morivano a causa della malattia era significativamente inferiore rispetto a quello dei deceduti nel gruppo Ca 19.9 positivo (n=11; p=0.0004). L’analisi multivariata ha dimostrato che la positività al Ca 19.9, quando presente, era un importante predittore di mortalità (OR=3.78, p=0.04), indipendente dal TR Ct. Per quanto riguarda le caratteristiche clinico-patologiche, la positività sierica al Ca 19.9 era significativamente associata (p=0.04) con la presenza di metastasi a distanza al momento della nostra osservazione. In particolare, veniva identificata una correlazione significativa con la presenza di metastasi ossee (p=0.04) ed epatiche (p=0.03) al momento della nostra osservazione. Al contrario, la positività sierica al Ca 19.9 non era associata con alcun tipo di metastasi locale o a distanza al momento della diagnosi.
Per quanto riguarda l’immunoistochimica del Ca 19.9, una colorazione citoplasmatica positiva veniva identificata in 11/13 (84,6%) pazienti positivi al Ca 19.9 sierico e solo in 11/42 (26,2%) pazienti negativi al Ca 19.9 sierico (p=0.0002).
I 100 pazienti del gruppo di controllo con CMT in remissione o con persistenza di malattia biochimica senza evidenza di malattia strutturale risultavano negativi al Ca 19.9 sierico.
Conclusioni: I risultati di questo studio dimostrano che la positività al Ca 19.9 è presente nel 40% dei tessuti di CMT avanzati e nel 16% dei sieri dello stesso gruppo di pazienti. La positività sierica al Ca 19.9 risulta associata a più alti livelli di Ct e CEA, ad un TR Ct inferiore a sei mesi e alla presenza di metastasi a distanza al momento del dosaggio, in particolare metastasi ossee ed epatiche. Elevati livelli di Ca 19.9 sierico sono quindi un fattore prognostico negativo nei pazienti con CMT avanzato, in grado di identificare un sottogruppo di pazienti a maggior rischio di morte in breve tempo.
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