• struttura intelaiata
• miglioramento sismico
• isolatori
• Adeguamento sismico strategico
• vulnerabilità sismica

Capita di frequente in Italia di dover prevedere interventi di rafforzamento sismico su edifici che hanno un’elevata valenza architettonica e spesso strutturalmente non concepiti per le azioni dinamiche. Il problema che subito si pone al progettista, è come conciliare le esigenze di sicurezza nei confronti dei terremoti, che spesso richiedono interventi di una certa invasività, rispetto a quelle di tutela del bene e di conservazione della forma architettonica, che invece richiedono l’adozione del principio del minimo intervento. In queste situazioni, si può ricorrere all’escamotage del miglioramento, ma nei casi in cui l’edificio in questione ospiti funzioni strategiche è necessario, anzi indispensabile, perseguire l’adeguamento completo. Questa tesi riguarda proprio la fattibilità di un intervento di adeguamento sismico che affronta, non risolvendola, l’annosa questione di come conciliare la protezione sismica di un edificio dei primi anni ’70 strutturalmente non concepito per il sisma, che ospita funzioni di grande rilevanza strategica. La soluzione che qui si è studiata è quella dell’isolamento alla base, che consente di intervenire in maniera poco invasiva, sfruttando un piano seminterrato non utilizzato, e rispettando tutte le esigenze poste della committenza in seguito descritte. Questa modalità di intervento consentirebbe di mantenere operative le varie attività all’interno anche nel corso delle lavorazioni, riducendo al minimo l’alterazione della fisionomia dell’edificio e gli interventi di rinforzo sui singoli elementi strutturali.