Tesi etd-04132023-103333 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
CARCIONE, SAVERIO
URN
etd-04132023-103333
Titolo
L'Europa come quarto polo geopolitico
Dipartimento
SCIENZE POLITICHE
Corso di studi
SCIENZE MARITTIME E NAVALI
Relatori
relatore Prof. Sberna, Salvatore
Parole chiave
- Europa come quarto polo geopolitico
Data inizio appello
19/04/2023
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
19/04/2093
Riassunto
Per lunghi tratti della storia umana la penisola europea ha avuto sempre una grande importanza, spesso anche primaria all’interno del panorama mondiale. Negli ultimi secoli si è visto un lento ma inesorabile ridimensionamento dell’Europa che, per cinque secoli, dal Cinquecento al Novecento, è stato il pivot del mondo grazie al suo primato economico, politico e militare. Un continente che non è più, come per lunga tradizione, al centro delle terre emerse, ma un'appendice del continente asiatico, mentre l'ex spazio coloniale europeo, in Africa, in Asia, nell'America latina, acquisisce un maggiore risalto e una maggiore visibilità. Perciò, dalla seconda metà del XX secolo, l'Europa accentua il suo declino, o meglio torna ad essere, più semplicemente, una penisola dell'estremo occidente dell'Eurasia.
D'altronde, già sul finire dell'Ottocento, malgrado occupasse ancora l'85% delle terre emerse tra colonie e protettorati, l'egemonia europea cominciava a cadere con l'emersione geopolitica del nuovo mondo, del continente americano guidato dalla nuova potenza degli Stati Uniti e insidiata dal risveglio delle antiche potenze asiatiche, dal Giappone, e in seguito dalla Cina e dall'India. Non solo l’avvento della globalizzazione, ma anche la devastazione delle guerre mondiali aiuta ad accelerare il processo di spostamento del fulcro geopolitico mondiale.
Declino iniziato nell'agosto del 1914 dando inizio alla Prima guerra mondiale, in cui le potenze imperiali europee si contesero con le armi la supremazia planetaria.
Il successivo trattato di pace di Versailles segnò l’inizio della crisi degli imperi coloniali europei che, dissanguati dalla Grande Guerra, stavano ormai perdendo la presa sui territori coloniali. Negli anni successivi vi fu un importante periodo di decolonizzazione con l’indipendenza di diversi stati del Medio Oriente e dell’Asia.
Le conseguenze della Seconda guerra mondiale, hanno accentuato la subalternità dell'Europa, anche quella di Francia e Regno Unito indeboliti dal conflitto mondiale. Ne è la dimostrazione l'avventura fallimentare franco-britannica di Suez a metà degli anni Cinquanta, cioè il tentativo abortito, per l'opposizione degli Stati Uniti e dell'Unione Sovietica, di riprendere il controllo del Canale e mantenere in vita gli imperi coloniali in Asia e Africa.
Il mondo era ormai divenuto bipolare e l’Europa divisa da una cortina di ferro che andava dal Baltico all'Adriatico .
Da una parte gli Stati Uniti e i suoi alleati consolidati dalla Nato a guida americana, dall'altra l'Unione Sovietica con i suoi paesi satelliti, confluiti nel Patto di Varsavia .
Con la caduta dell'Unione Sovietica nei primi anni Novanta del secolo scorso, il bipolarismo mondiale diviene un monopolio americano. Al tempo stesso emerge un policentrismo diffuso frutto della seconda globalizzazione mondiale dell'economia . Compaiono sia nuovi attori regionali (dal Brasile al Messico, dalla Turchia all'Iran, all'Indonesia) che attori globali. La Cina in primo luogo e di seguito, con il nuovo secolo, si verifica il ritorno nello scenario geopolitico mondiale della Russia. Si forma, a livello globale, un equilibrio bipolare tra Cina e Stati Uniti, con i secondi ancora in vantaggio sulla prima, e in cui la Russia sembra destinata a giocare il ruolo di ago della bilancia tra le due potenze, mentre l'Unione Europea cerca un suo spazio, non solo economico, ma anche politico.
Il baricentro geopolitico del mondo, dai primi anni del XXI secolo, si è mosso rapidamente da ovest verso est. Spostamento che, iniziato con l'affermazione del primato degli Stati Uniti negli inizi del XX secolo e stabilizzatosi con la Seconda Guerra Mondiale, è traslato poi, dall’Atlantico al Pacifico, grazie alla repentina ascesa cinese. È proprio di fronte a questi cambiamenti che l'Europa diviene soltanto una comprimaria rispetto alle altre potenze.
È importante quindi, capire come l’Europa al giorno d’oggi possa ambire a tornare ad essere una pedina di primaria importanza nello scacchiere mondiale.
Gli ultimi decenni della storia hanno visto come protagonisti una grande molteplicità di avvenimenti e cambiamenti capaci di creare enormi disagi socioeconomici agli stati e difficili matasse da sbrogliare per i rispettivi governi. Si possono citare tra i più importanti e drammatici la crisi economica del 2007, i flussi migratori nel Mar Mediterraneo, la pandemia globale di Covid-19, la guerra in Ucraina ecc.
Tutti eventi difficili e delicati da affrontare, ma che stanno mettendo in discussione e stimolando la visione che tanto sembrava chiara e definita di un blocco europeo coeso e capace di rappresentare un soggetto geopolitico a sé stante. Un’unione di stati che avrebbe dovuto essere abile nel mettere da parte tutti gli spunti più nazionalisti e le strategie univocamente sovraniste dei paesi membri dell’Unione Europea per rappresentare una alternativa, una contromisura, un alleato delle altre superpotenze mondiali.
Si parla di un soggetto geopolitico sovranazionale che possa prendere posto in maniera coesa e indipendente al tavolo dei grandi, che possa quindi, rappresentare il quarto vertice di un ipotetico quadrato formato attualmente da Stati Uniti, Cina e Federazione Russa.
È fondamentale, per l’Europa comprendere cosa sia da un punto di vista storico-culturale. Emergerà come conseguenza che l’Unione Europea non potrà mai essere assimilata, negli interessi strategici e nella struttura politica, agli Stati Uniti, alla Cina o alla Russia. Sarà importante quindi mantenere una premessa anche identitaria e storica europea per poter affrontare le sfide future. Ma soprattutto per far emergere gli aspetti che rendono le superpotenze sopra citate capaci di spartirsi il mondo, non solo come dominazione diretta, ma come influenza politica, militare ed economica. Sono evidenti delle enormi differenze in diversi ambiti, che rappresentano dei limiti per l’Europa. Tra questi si possono citare quello storico, politico, demografico, economico e militare. Tutti correlati fra loro, sono essenziali per delineare il profilo geopolitico del continente europeo e confrontarlo con quello delle altre potenze.
L'Europa, non avendo il potere di cambiare la situazione geopolitica attuale, può invece concentrarsi sul futuro, investendo in campi che la renderanno autonoma e avanzata dal punto di vista strategico. Lo spazio rappresenta l'ultima frontiera per la competizione tecnologica, industriale, di intelligence e politica tra le grandi potenze, ma anche per l'innovazione e lo sviluppo di operazioni spaziali militari. L'Unione Europea sta investendo in importanti costellazioni di satelliti, come Copernicus e Galileo, per l'osservazione terrestre e la navigazione satellitare, che vanno protetti e sviluppati, mentre la NATO ha riconosciuto lo spazio come nuovo dominio operativo. Stati Uniti, Cina e Russia competono per il vantaggio competitivo nello spazio e nell'utilizzo di approcci duali che incorporano anche le novità digitali. L'Italia, che è il secondo paese europeo per assetti in orbita e il terzo per investimenti nel settore, può e deve svolgere un ruolo maggiore in questo settore strategico, grazie al suo Comando per le operazioni spaziali e alla sua industria competitiva e all'avanguardia.
Il legame tra spazio e digitale è altrettanto importante e strategico. L'interazione tra queste due dimensioni è sempre più consolidata e le attività spaziali influenzano diversi aspetti della vita quotidiana. Negli ultimi anni, il ruolo delle "Big Tech" americane nel settore spaziale ha accelerato notevolmente il cambiamento di paradigma. Le dimensioni spaziale e digitale sono entrambe infrastrutture critiche che devono far fronte a minacce esterne alla loro sicurezza e che toccano direttamente gli interessi degli Stati nazionali. L'Unione Europea sta lavorando per ottenere una certa sovranità digitale e per tutelare e ampliare le sue capacità spaziali, inclusi l'accesso indipendente allo spazio. L'industria italiana può offrire un prezioso contributo per raggiungere tali obiettivi. È quindi necessario riconoscere la crescente importanza della dimensione spaziale e dedicare ad essa maggiore attenzione sia a livello nazionale che europeo.
D'altronde, già sul finire dell'Ottocento, malgrado occupasse ancora l'85% delle terre emerse tra colonie e protettorati, l'egemonia europea cominciava a cadere con l'emersione geopolitica del nuovo mondo, del continente americano guidato dalla nuova potenza degli Stati Uniti e insidiata dal risveglio delle antiche potenze asiatiche, dal Giappone, e in seguito dalla Cina e dall'India. Non solo l’avvento della globalizzazione, ma anche la devastazione delle guerre mondiali aiuta ad accelerare il processo di spostamento del fulcro geopolitico mondiale.
Declino iniziato nell'agosto del 1914 dando inizio alla Prima guerra mondiale, in cui le potenze imperiali europee si contesero con le armi la supremazia planetaria.
Il successivo trattato di pace di Versailles segnò l’inizio della crisi degli imperi coloniali europei che, dissanguati dalla Grande Guerra, stavano ormai perdendo la presa sui territori coloniali. Negli anni successivi vi fu un importante periodo di decolonizzazione con l’indipendenza di diversi stati del Medio Oriente e dell’Asia.
Le conseguenze della Seconda guerra mondiale, hanno accentuato la subalternità dell'Europa, anche quella di Francia e Regno Unito indeboliti dal conflitto mondiale. Ne è la dimostrazione l'avventura fallimentare franco-britannica di Suez a metà degli anni Cinquanta, cioè il tentativo abortito, per l'opposizione degli Stati Uniti e dell'Unione Sovietica, di riprendere il controllo del Canale e mantenere in vita gli imperi coloniali in Asia e Africa.
Il mondo era ormai divenuto bipolare e l’Europa divisa da una cortina di ferro che andava dal Baltico all'Adriatico .
Da una parte gli Stati Uniti e i suoi alleati consolidati dalla Nato a guida americana, dall'altra l'Unione Sovietica con i suoi paesi satelliti, confluiti nel Patto di Varsavia .
Con la caduta dell'Unione Sovietica nei primi anni Novanta del secolo scorso, il bipolarismo mondiale diviene un monopolio americano. Al tempo stesso emerge un policentrismo diffuso frutto della seconda globalizzazione mondiale dell'economia . Compaiono sia nuovi attori regionali (dal Brasile al Messico, dalla Turchia all'Iran, all'Indonesia) che attori globali. La Cina in primo luogo e di seguito, con il nuovo secolo, si verifica il ritorno nello scenario geopolitico mondiale della Russia. Si forma, a livello globale, un equilibrio bipolare tra Cina e Stati Uniti, con i secondi ancora in vantaggio sulla prima, e in cui la Russia sembra destinata a giocare il ruolo di ago della bilancia tra le due potenze, mentre l'Unione Europea cerca un suo spazio, non solo economico, ma anche politico.
Il baricentro geopolitico del mondo, dai primi anni del XXI secolo, si è mosso rapidamente da ovest verso est. Spostamento che, iniziato con l'affermazione del primato degli Stati Uniti negli inizi del XX secolo e stabilizzatosi con la Seconda Guerra Mondiale, è traslato poi, dall’Atlantico al Pacifico, grazie alla repentina ascesa cinese. È proprio di fronte a questi cambiamenti che l'Europa diviene soltanto una comprimaria rispetto alle altre potenze.
È importante quindi, capire come l’Europa al giorno d’oggi possa ambire a tornare ad essere una pedina di primaria importanza nello scacchiere mondiale.
Gli ultimi decenni della storia hanno visto come protagonisti una grande molteplicità di avvenimenti e cambiamenti capaci di creare enormi disagi socioeconomici agli stati e difficili matasse da sbrogliare per i rispettivi governi. Si possono citare tra i più importanti e drammatici la crisi economica del 2007, i flussi migratori nel Mar Mediterraneo, la pandemia globale di Covid-19, la guerra in Ucraina ecc.
Tutti eventi difficili e delicati da affrontare, ma che stanno mettendo in discussione e stimolando la visione che tanto sembrava chiara e definita di un blocco europeo coeso e capace di rappresentare un soggetto geopolitico a sé stante. Un’unione di stati che avrebbe dovuto essere abile nel mettere da parte tutti gli spunti più nazionalisti e le strategie univocamente sovraniste dei paesi membri dell’Unione Europea per rappresentare una alternativa, una contromisura, un alleato delle altre superpotenze mondiali.
Si parla di un soggetto geopolitico sovranazionale che possa prendere posto in maniera coesa e indipendente al tavolo dei grandi, che possa quindi, rappresentare il quarto vertice di un ipotetico quadrato formato attualmente da Stati Uniti, Cina e Federazione Russa.
È fondamentale, per l’Europa comprendere cosa sia da un punto di vista storico-culturale. Emergerà come conseguenza che l’Unione Europea non potrà mai essere assimilata, negli interessi strategici e nella struttura politica, agli Stati Uniti, alla Cina o alla Russia. Sarà importante quindi mantenere una premessa anche identitaria e storica europea per poter affrontare le sfide future. Ma soprattutto per far emergere gli aspetti che rendono le superpotenze sopra citate capaci di spartirsi il mondo, non solo come dominazione diretta, ma come influenza politica, militare ed economica. Sono evidenti delle enormi differenze in diversi ambiti, che rappresentano dei limiti per l’Europa. Tra questi si possono citare quello storico, politico, demografico, economico e militare. Tutti correlati fra loro, sono essenziali per delineare il profilo geopolitico del continente europeo e confrontarlo con quello delle altre potenze.
L'Europa, non avendo il potere di cambiare la situazione geopolitica attuale, può invece concentrarsi sul futuro, investendo in campi che la renderanno autonoma e avanzata dal punto di vista strategico. Lo spazio rappresenta l'ultima frontiera per la competizione tecnologica, industriale, di intelligence e politica tra le grandi potenze, ma anche per l'innovazione e lo sviluppo di operazioni spaziali militari. L'Unione Europea sta investendo in importanti costellazioni di satelliti, come Copernicus e Galileo, per l'osservazione terrestre e la navigazione satellitare, che vanno protetti e sviluppati, mentre la NATO ha riconosciuto lo spazio come nuovo dominio operativo. Stati Uniti, Cina e Russia competono per il vantaggio competitivo nello spazio e nell'utilizzo di approcci duali che incorporano anche le novità digitali. L'Italia, che è il secondo paese europeo per assetti in orbita e il terzo per investimenti nel settore, può e deve svolgere un ruolo maggiore in questo settore strategico, grazie al suo Comando per le operazioni spaziali e alla sua industria competitiva e all'avanguardia.
Il legame tra spazio e digitale è altrettanto importante e strategico. L'interazione tra queste due dimensioni è sempre più consolidata e le attività spaziali influenzano diversi aspetti della vita quotidiana. Negli ultimi anni, il ruolo delle "Big Tech" americane nel settore spaziale ha accelerato notevolmente il cambiamento di paradigma. Le dimensioni spaziale e digitale sono entrambe infrastrutture critiche che devono far fronte a minacce esterne alla loro sicurezza e che toccano direttamente gli interessi degli Stati nazionali. L'Unione Europea sta lavorando per ottenere una certa sovranità digitale e per tutelare e ampliare le sue capacità spaziali, inclusi l'accesso indipendente allo spazio. L'industria italiana può offrire un prezioso contributo per raggiungere tali obiettivi. È quindi necessario riconoscere la crescente importanza della dimensione spaziale e dedicare ad essa maggiore attenzione sia a livello nazionale che europeo.
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