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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-04112014-102212


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
MUNDULA, SILVIA
URN
etd-04112014-102212
Titolo
La prevenzione del rischio di riciclaggio in banca. Un caso pratico: il Gruppo Carismi.
Dipartimento
ECONOMIA E MANAGEMENT
Corso di studi
BANCA, FINANZA AZIENDALE E MERCATI FINANZIARI
Relatori
relatore Prof.ssa Bruno, Elena
Parole chiave
  • riciclaggio
  • banca
Data inizio appello
30/04/2014
Consultabilità
Completa
Riassunto
Il riciclaggio di denaro e il finanziamento del terrorismo rappresentano fenomeni criminali che costituiscono una grave minaccia per l’economia legale in grado di destabilizzare l’intero sistema bancario e finanziario.
È un dato che la lotta alla criminalità economica e, quindi, anche al riciclaggio, necessiti della collaborazione di istituzioni, imprese e cittadini.
Appare sempre più evidente che le banche siano più di tutti lo snodo fondamentale nella missione di contrasto e per evitare coinvolgimenti che potrebbero danneggiare la loro immagine sono chiamate ad infondere nella cultura aziendale l’impegno a contrastare il riciclaggio e il finanziamento del terrorismo, adottando opportune politiche di rafforzamento delle procedure, di formazione e di incentivazione del personale.
Alla luce di quanto detto fino ad ora si è sviluppato questo lavoro, cercando di cogliere, seppur brevemente, le limitazioni, gli obblighi e i divieti che derivano dalla problematica in questione.
Nel primo capitolo del lavoro si è cercato di fornire una definizione di riciclaggio e di seguire il percorso che la normativa ha compiuto fino ad oggi, a livello comunitario prima e a livello italiano dopo. Un lavoro doveroso, considerati gli innumerevoli sforzi che sono stati compiuti fino ad oggi.
In particolare, nel secondo capitolo si sono approfonditi gli adempimenti che gli intermediari, più nello specifico le Banche, sono chiamati a mettere in pratica a seguito del recepimento in Italia della terza direttiva antiriciclaggio 60/2005/CE, avvenuto con decreto legislativo 231/2007, cercando di evidenziare alcune novità che emergono rispetto alla legge n.197/91. Trattasi di misure preventive di deterrenza, quali la limitazione all’uso del contante e dei titolo al portatore, l’approccio basato sul rischio e l’adeguata verifica delle clientela, l’obbligo di registrazione e segnalazione delle operazioni sospette.
Nel terzo capitolo, invece, si è cercato di dare spazio ad un argomento ancora oscuro, molto meno trattato. Trattasi del modello organizzativo e i presidi antiriciclaggio che vengono adottati dalle banche alla luce del Provvedimento di Banca d’Italia del marzo 2011. Da questo punto di vista, si è voluto metter in evidenza il modo in cui le banche hanno impostato l’organizzazione, le procedure e i controlli interni al loro interno.
In ultimo, nel capitolo quarto, grazie alla collaborazione portata avanti con il Responsabile della Funzione Antiriciclaggio presso il Gruppo Carismi sono state trattate le linee metodologiche adottate dal Gruppo per adempiere agli obblighi imposti dalla normativa in materia. In particolare, un primo sguardo è stato focalizzato sugli aspetti riguardanti l’organizzazione interna, per poi passare alle scelte metodologiche adottate per rispondere in modo efficace all’obbligo di adeguata verifica della clientela ma anche le modalità operative di segnalazione delle operazioni sospette.
Note
La tesi in oggetto non è stata inserita correttamente nel data base dall’autore. L’autore stesso ed i relatori sono stati avvertiti di tale omissione.
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