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Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-04102019-151144


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
BALDINI, EDOARDO GIANMARCO
URN
etd-04102019-151144
Titolo
Proventi e costi da illecito e prelievo fiscale - Ricostruzione sistematica ed evoluzioni giurisprudenziali
Dipartimento
ECONOMIA E MANAGEMENT
Corso di studi
CONSULENZA PROFESSIONALE ALLE AZIENDE
Relatori
relatore Prof. Lombardi, Simone
Parole chiave
  • tassazione dei proventi derivanti da reato
  • proventi da illecito
  • deducibilità dei costi da illecito
  • prelievo fiscale
  • giurisprudenza
Data inizio appello
02/05/2019
Consultabilità
Completa
Riassunto
Lo scopo della presente della trattazione consiste nell' analizzare gli strumenti forniti dal legislatore relativamente alla possibile tassazione dei proventi derivanti da reato e alla deducibilità dei relativi costi. Non si tratta certo di tematiche novelle, ma che hanno interessato giurisprudenza e dottrina per decenni, spesso senza trovare soluzioni concordanti fra di loro.
Il qui presente elaborato si suddivide in quattro capitoli, i quali affrontano temi diversi ma strettamente correlati.
Il primo capitolo si occupa dell'evoluzione storica del tema trattato, facendo particolare riferimento al suo conflittuoso legame con alcuni principi costituzionali e fornendo i riferimenti generali.
Viene fatto particolare riferimento agli articoli 2 e 53 della Costituzione italiana, i quali stabiliscono il legame fra obbligazione tributaria e ricchezza ricevuta e prodotta.
Vengono riportate tesi pro tassazione e contro tassazione, le quali, anche a causa della mancanza di puntualità nei provvedimenti del legislatore, hanno inglobato come basi giustificative, anche elementi che si ponevano al di fuori dell'ambito prettamente fiscale tributario, includendo persino considerazioni di stampo etico morale.
Il secondo capitolo riguarda, invece, la disciplina normativa attualmente vigente, con le modificazioni che nel corso degli anni sono occorse.
Viene citato l'intervento del legislatore risalente al 2006 e la Direttiva europea del 2014, ma la maggior parte della trattazione del capitolo riguarda il punto di riferimento legislativo quando si parla di tassazione di proventi derivanti da illecito, ovvero la legge 24 dicembre 1993, n.537.
Il terzo tratta i costi da reato e il loro regime di deducibilità e detraibilità. Si fa particolare riferimento ai tentativi attuati dal legislatore per contrastare e scoraggiare i comportamenti aventi la finalità di aggirare le norme dello Stato e al legame fra processo penale e processo tributario ai fini della determinazione dell'obbligazione tributaria e le problematiche che da ciò derivano.
Viene riportato l'intervento del legislatore risalente al 2012, considerato particolarmente rilevante per lo scopo della presente trattazione, in quanto ha proceduto a circoscrivere il relativo ambito di applicazione e a fissare un legame maggiormente "oggettivo" fra il costo sostenuto e la commissione del fatto reato.
Considerevole spazio trova la trattazione della deducibilità dei costi risultanti da operazioni oggettivamente o soggettivamente inesistenti.
Il quarto ed ultimo capitolo, infine, si occupa delle tre casistiche concretamente più rilevanti ai fini della presente trattazione, ovvero i proventi derivanti da attività di meretricio, attività mafiosa e tangenti.
Relativamente all'attività di meretricio, la disciplina applicabile risulterebbe relativamente chiara, ma presenta difficolta' applicative a causa dell'atteggiamento refrattario delle persone ad essere associati in qualsiasi modo a detta attività.
Per cio' che concerne l'attività mafiosa, invece, viene prestata particolare attenzione alla disciplina tributaria di carattere "transitorio" nei casi di sequestro o confisca preventiva.
Per quanto riguarda, infine, le tangenti, viene riscontrata una lacuna nella disciplina fornita dalla Corte di Cassazione, in quanto risulta mancante una distinzione fra i casi in cui la tangenti viene riscossa a titolo personale e quando, invece, viene immediatamente "girata" nelle casse di un partito politico; facendo risaltare un rapporto conflittuale con il presupposto generale del "possesso" ai fini della pretesa tributaria.
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