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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-04102019-105711


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
BIANCHINI, CATERINA
URN
etd-04102019-105711
Titolo
Financial literacy e complessità dei mercati: considerazioni teoriche e rilevazioni empiriche.
Dipartimento
ECONOMIA E MANAGEMENT
Corso di studi
STRATEGIA, MANAGEMENT E CONTROLLO
Relatori
relatore Corsini, Lorenzo
Parole chiave
  • normative a tutela del consumatore
  • financial literacy
  • consulenza finanziaria
  • conoscenza finanziaria
  • alfabetizzazione finanziaria
  • rilevazioni empiriche financial literacy
Data inizio appello
02/05/2019
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
02/05/2089
Riassunto
Negli ultimi anni i mercati finanziari hanno registrato un cambiamento radicale in termini di complessità e integrazione. L’evoluzione tecnologica, accompagnata da un’ingegneria finanziaria alquanto spinta, ha infatti determinato la possibilità di accedere a strumenti monetari sempre più complessi. Se da un lato questo offre l’opportunità di creare piani finanziari su misura, dall’altro chiede agli individui e alle loro famiglie di prendere decisioni altamente sofisticate e troppo spesso irreversibili.
Ad esempio, le persone sono diventate sempre più responsabili della propria sicurezza finanziaria. Il passaggio da piani a benefici definiti (DB) a piani a contribuzione definita (DC) ha comportato che i lavoratori, ad oggi, debbano decidere come risparmiare per la pensione ma anche come allocare la ricchezza pensionistica.
Eventi recenti, come la crisi globale del 2008, hanno però mostrato come i soggetti e le istituzioni commettono errori finanziari molto gravi che comportano conseguenze negative a livello di costi, non soltanto per gli stessi individui ma anche per la società. Ne deriva che le competenze finanziare non si sono evolute in parallelo all’evoluzione degli strumenti offerti.
Per tali motivi, negli ultimi dieci anni, i temi dell’alfabetizzazione e dell’educazione finanziaria stanno assumendo forte rilevanza in tutto il mondo, tanto da sentire l’esigenza di mettere in atto apposite iniziative volte al loro sviluppo.
Quasi tutte le proposte elaborate hanno dei punti in comune, pur differendo a seconda del paese considerato: sono divise per fasce di rifermento (adulti, giovani, anziani) e, cosa fondamentale, cercano di migliorare il comportamento effettivo degli individui non limitandosi quindi a fornire concetti e nozioni alle persone, anche se non sempre il risultato ottenuto è quello sperato.
Dal canto suo un buon livello di financial literacy permette ai soggetti di effettuare migliori scelte in campo economico e quindi ridurre errori di investimento, diversificare il portafoglio, partecipare in maniera maggiore al mercato dei capitali ecc., con ripercussioni positive in termini di produzione, investimento e PIL del paese.
In realtà, ancora oggi, l’analfabetismo finanziario è molto diffuso, in modo particolare quando si tratta di calcolare tassi di interesse, valutare gli effetti dell’inflazione o prendere decisioni in merito alla diversificazione del rischio. In genere solo la metà dei campioni intervistati risponde correttamente a domande riguardanti tali argomenti.
Questo probabilmente è dovuto a tre motivi:
1)Ad oggi non sono stati attuati programmi di educazione finanziaria significativi
2)Le poche iniziative avviate offrono nozioni complesse che possono rendere le persone più confuse; è importante non soltanto comunicare un concetto all’individuo quanto migliorare il suo comportamento effettivo
3)Nel momento in cui un individuo è chiamato a prendere una decisione finanziaria entrano in gioco variabili psicologiche che rendono il soggetto poco razionale.
L’istruzione finanziaria comunque sia non è l’unico fattore che permette al singolo di muoversi all’interno del mondo economico. In tale ottica risulta necessario prendere in considerazione i professionisti finanziari, con i quali i soggetti hanno interesse a stabilire una relazione di lungo periodo date le loro conoscenze insufficienti in tale ambito.
Queste relazioni devono basarsi ovviamente sulla fiducia, di fondamentale importanza per incentivare le persone ad investire nel mercato finanziario, e quindi sulle competenze e l’esperienza del consulente; dove è presente una relazione di stima, gli individui sono meno inclini a chiedere consigli ad amici o parenti.
Per tali motivi la legislazione è intervenuta attuando apposite leggi. Tra le più importanti ricordiamo la MIFID e l’attuale MIFID 2.
In tale elaborato, dopo aver analizzato attentamente gli argomenti prima citati, è stata realizzata un’indagine empirica, attraverso l’utilizzo di un apposito questionario, su un campione di 227 individui così distribuiti:
-134 studenti frequentati il Dipartimento di Economia e Management dell’Università di Pisa
-93 individui non frequentati la facoltà di Economia
il fine dell’esperimento è stato quello di valutare il grado di alfabetizzane finanziaria dei soggetti considerati e analizzare la presenza di eventuali differenze di risultato rispetto all’età, sesso, professione, data di nascita, titolo di studio e conoscenze matematiche degli stessi.
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