Tesi etd-04102015-145644 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
TALINI, CHIARA
URN
etd-04102015-145644
Titolo
Asset Allocation e relative applicazioni
Dipartimento
ECONOMIA E MANAGEMENT
Corso di studi
BANCA, FINANZA AZIENDALE E MERCATI FINANZIARI
Relatori
relatore Prof. Cambini, Riccardo
Parole chiave
- asset allocation
- CVaR
- ottimizzazione
- VaR
Data inizio appello
30/04/2015
Consultabilità
Completa
Riassunto
Il presente elaborato affronta il tema dell’asset management, ossia della gestione di un portafoglio di attività finanziarie.Si tratta di un processo produttivo orientato alla realizzazione di combinazioni efficienti ex ante tra rischio e rendimento, in un definito orizzonte temporale di investimento. Molti investitori istituzionali adottano politiche di gestione dell’investimento che seguono strategie di “portfolio insurance”, le quali tipicamente consistono nella massimizzazione dell’utilità attesa o di un’altra funzione obiettivo della ricchezza sotto il vincolo che la stessa sia superiore ad un determinato livello.
In un tale contesto si è ritenuto interessante illustrare, sia al livello teorico che applicato, un particolare metodo di “asset allocation” che ha come obiettivo la selezione del portafoglio ottimo utilizzando la misura di rischio “Value-at-Risk” come vincolo di perdita attesa. Tale “framework” è stato adottato da vari autori, costituendo il punto di riferimento principale per la realizzazione di alcune applicazioni empiriche, aventi la finalità di derivare l’allocazione ottimale di portafoglio in differenti contesti.Il primo contesto, in questa sede presentato, consiste nella creazione di portafogli di investimento ottimali composti da azioni e obbligazioni “U.S.”; il secondo ha la finalità di costruire portafogli attraverso combinazioni ottimali di attività finanziarie quali metalli preziosi, petrolio e azioni; infine, la terza ed ultima applicazione esposta adotta il suddetto metodo al fine di ricavare la suddivisione ottima della ricchezza tra titoli rischiosi e un titolo privo di rischio. In quest’ultimo caso, il “framework” di riferimento viene modificato, con lo scopo di permettere che la capacità di rischio dell’investitore rientri nella procedura di ottimizzazione. Ciò in quanto l’attività di asset allocation fa parte del processo più generale di financial planning, che si può definire come quel processo che va dall’introspezione psicologica dell’investitore (propensione al rischio), alla valutazione preventiva delle proprie necessità finanziarie (obiettivi di investimento), all’individuazione delle soluzioni più appropriate (asset allocation).La trattazione ha imposto la conoscenza di alcuni fondamenti teorici, importanti per la comprensione del modello adottato e dei vari risultati raggiunti attraverso la sua attuazione. Si è ritenuto dunque fondamentale esporre le basi della teoria di portafoglio di Markowitz e i suoi successivi sviluppi tra i quali si annoverano il capital asset pricing model e le misure VaR e CVaR. Il suddetto quadro teorico costituisce il primo capitolo del presente elaborato. A questa prima parte segue un secondo capitolo che, oltre a porre le basi teoriche della selezione di portafoglio laddove essa sia vincolata dalle misure VaR e CVaR, serve per eseguire un confronto delle suddette misure di rischio, ampiamente diffuse e comunemente impiegate dalle istituzioni finanziarie. Si è infine ritenuto essenziale ampliare la ricerca, dal punto di vista sperimentale, integrandola mediante la presentazione delle varie applicazioni del criterio di asset allocation proposto, le quali compongono il terzo capitolo.
In un tale contesto si è ritenuto interessante illustrare, sia al livello teorico che applicato, un particolare metodo di “asset allocation” che ha come obiettivo la selezione del portafoglio ottimo utilizzando la misura di rischio “Value-at-Risk” come vincolo di perdita attesa. Tale “framework” è stato adottato da vari autori, costituendo il punto di riferimento principale per la realizzazione di alcune applicazioni empiriche, aventi la finalità di derivare l’allocazione ottimale di portafoglio in differenti contesti.Il primo contesto, in questa sede presentato, consiste nella creazione di portafogli di investimento ottimali composti da azioni e obbligazioni “U.S.”; il secondo ha la finalità di costruire portafogli attraverso combinazioni ottimali di attività finanziarie quali metalli preziosi, petrolio e azioni; infine, la terza ed ultima applicazione esposta adotta il suddetto metodo al fine di ricavare la suddivisione ottima della ricchezza tra titoli rischiosi e un titolo privo di rischio. In quest’ultimo caso, il “framework” di riferimento viene modificato, con lo scopo di permettere che la capacità di rischio dell’investitore rientri nella procedura di ottimizzazione. Ciò in quanto l’attività di asset allocation fa parte del processo più generale di financial planning, che si può definire come quel processo che va dall’introspezione psicologica dell’investitore (propensione al rischio), alla valutazione preventiva delle proprie necessità finanziarie (obiettivi di investimento), all’individuazione delle soluzioni più appropriate (asset allocation).La trattazione ha imposto la conoscenza di alcuni fondamenti teorici, importanti per la comprensione del modello adottato e dei vari risultati raggiunti attraverso la sua attuazione. Si è ritenuto dunque fondamentale esporre le basi della teoria di portafoglio di Markowitz e i suoi successivi sviluppi tra i quali si annoverano il capital asset pricing model e le misure VaR e CVaR. Il suddetto quadro teorico costituisce il primo capitolo del presente elaborato. A questa prima parte segue un secondo capitolo che, oltre a porre le basi teoriche della selezione di portafoglio laddove essa sia vincolata dalle misure VaR e CVaR, serve per eseguire un confronto delle suddette misure di rischio, ampiamente diffuse e comunemente impiegate dalle istituzioni finanziarie. Si è infine ritenuto essenziale ampliare la ricerca, dal punto di vista sperimentale, integrandola mediante la presentazione delle varie applicazioni del criterio di asset allocation proposto, le quali compongono il terzo capitolo.
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