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Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-04092019-150517


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
SURACE, FRANCESCA
URN
etd-04092019-150517
Titolo
Fora malòkkiu: uno studio etnografico e letterario sul "mondo magico"
Dipartimento
FILOLOGIA, LETTERATURA E LINGUISTICA
Corso di studi
ITALIANISTICA
Relatori
relatore Prof. Dei, Fabio
correlatore Prof. Zatti, Sergio
Parole chiave
  • medicina popolare
  • malocchio
  • magia
  • jettatura
Data inizio appello
29/04/2019
Consultabilità
Completa
Riassunto
La ricerca si occupa di analizzare, da un punto di vista etnografico e letterario, la magia, il malocchio e la jettatura. Nel primo capitolo, di stampo teorico, si approfondisce la storia del pensiero magico e il contributo apportato da importanti antropologi, quali Frazer, Boas, Durkheim, Mauss, Lévy-Bruhl, Malinowski e Evans-Pitchard, tenendo in considerazione, in maniera particolare, lo studio di Ernesto de Martino. De Martino non considera la magia come residuo arcaico di popoli ignoranti e arretrati, ma la valorizza secondo la visione gramsciana di egemonia e subalternità. Tale discorso viene ripreso anche dopo la sua morte, per esempio, da Clara Gallini ed Elsa Guggino. Doveroso è il confronto tra de Martino e Carlo Levi, poiché quest'ultimo, descrivendo la sua esperienza nel Sud d'Italia, parla della magia praticata dai contadini lucani come semplice illusione. Il secondo capitolo tratta della medicina popolare e dell'antropologia medica, dando ampio spazio al pensiero di Tullio Seppilli e Byron Good. Successivamente, si verifica nella ricerca etnografica tutto quel che si è studiato da un punto di vista teorico, constatando di persona, attraverso il lavoro sul campo, il pensiero circa il malocchio da parte degli abitanti di un paese della provincia di Reggio Calabria. Infine, si è affrontato questo tema nell'ambito letterario, dando una particolare attenzione ad alcune novelle di Pirandello e alla vita stessa dell'autore.
Con questo lavoro di ricerca non si vuole dimostrare l’efficacia della superstizione, ma cercare di spiegare i meccanismi che hanno permesso la sopravvivenza del fenomeno.
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