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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-04092008-191025


Tipo di tesi
Tesi di dottorato di ricerca
Autore
FEMIA, FRANCESCA ROMANA
URN
etd-04092008-191025
Titolo
insulino-resistenza e disfunzione vascolare
Settore scientifico disciplinare
MED/09
Corso di studi
FISIOPATOLOGIA MEDICA E FARMACOLOGIA
Relatori
Relatore Prof. Ferrannini, Eleuterio
Parole chiave
  • insulino-resistenza
  • disfunzione diastolica
  • retinopatia diabetica
Data inizio appello
21/04/2008
Consultabilità
Completa
Riassunto
L’insulino-resistenza e le alterazioni metaboliche ed emodinamiche ad essa associate sono indiscusse caratteristiche del diabete tipo 2 (DM2) e delle sue complicanze macrovascolari. Numerosi studi epidemiologici hanno dimostrato che il diabete conferisce un aumentato rischio di coronaropatia e mortalità cardiovascolare. Nell’ambito delle complicanze microvascolari del DM2 già 20 anni fa il Framingham Heart and Eye Study dimostrava che la retinopatia diabetica era la manifestazione di processi microangiopatici e la spia di una disfunzione microvascolare multiorgano. Il dilemma di come l’insulino-resistenza si correli al tipo di danno cardiovascolare è più che attuale. Assumendo che l’insulino-resistenza si associa all’iperglicemia, alla dislipidemia e all’ipertensione arteriosa, non sorprende che essa possa avere un ruolo sicuramente importante nello sviluppo e nella progressione del danno microcircolatorio, ma il legame causale è lungi dall’esser chiarito.
Scopo dello studio è stato quello di valutare le correlazioni esistenti nel DM2 fra insulino-resistenza e disfunzione micro- e macrocircolatoria, e di valutare le correlazioni fra i fattori di rischio cardiovascolare classici e non e la retinopatia.
Per tale motivo sono stati studiati 28 pazienti con DM2, di cui 14 pazienti con retinopatia diabetica (9M/5F, con età 63±4 anni) e 14 pazienti non affetti da tale complicanza (9M/5F, con età 60±8 anni), ben appaiati per indice di massa corporea (BMI). Dei 14 pazienti con retinopatia diabetica 9 presentavano retinopatia proliferativa/laser trattata e 5 presentavano retinopatia “background”.
I metodi utilizzati per lo studio di tutti i pazienti sono stati: clamp euglicemico iperinsulinemico, per la valutazione della sensibilità insulinica, fluorangiografia retinica, per la valutazione del microcircolo retinico, iontoforesi laser Doppler, per la valutazione del microcircolo cutaneo, ecocardiografia bidimensionale-CD, eco-CD dei vasi cerebro-afferenti, valutazione di alcuni parametri di rigidità arteriosa, come indicativi della funzionalità macrovascolare.
I risultati ottenuti hanno rilevato che i retinopatici mostrano una più bassa sensibilità all’insulina rispetto ai diabetici non affetti da tale complicanza.
Non ci sono sostanziali differenze nei valori di insulinemia a digiuno e nel profilo lipidico, fuorché un più basso valore di colesterolo HDL. I diabetici retinopatici inoltre presentano più elevati livelli glicemia a digiuno, di emoglobina glicata e maggior durata di malattia. I diabetici affetti da retinopatia presentano inoltre valori più alti di alcuni indici infiammatori, quali il fibrinogeno, la velocità di eritrosedimentazione (VES), il numero dei globuli bianchi, e un più basso valore di albumina sierica.
Il nostro studio ha dimostrato che il grado di retinopatia è indipendente dall’età, dal sesso e dal BMI mentre è significativamente associato al fibrinogeno, alla VES, alla durata della malattia diabetica, al colesterolo HDL, all’insulino-resistenza. L’insulino-resistenza si correla invece al colesterolo HDL, alla circonferenza addominale, alla glicemia a digiuno e alla presenza di retinopatia. La presenza di retinopatia è associata a precoce disfunzione diastolica e ad alterazioni del microcircolo cutaneo.
In conclusione, insulino-resistenza e retinopatia sembrano essere entrambe parte integrante di una malattia diabetica in cattivo controllo glicemico; è si presente insulino-resistenza nei retinopatici, ma maggiore enfasi viene data alla possibilità che tale aspetto faccia parte di una fenomenologia più complessa, comprendente diverse alterazioni che concertano insieme a produrre un più avverso fenotipo cardiovascolare nel soggetto diabetico.

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